Cosa è successo a Cuba e col suo monito a coloro che cercano di destabilizzare il paese? Ebbene, gli USA hanno minacciato di ulteriori sanzioni se il nostro paese dovesse far rispettare la legge, e tutti i suoi principali dirigenti promuovono la marcia con marcato entusiasmo.
Michel E. Torres Corona www.granma.cu
Primo atto
Un gruppo di cubani ha deciso di recarsi a Roma, precisamente presso la Santa Sede del Vaticano, per manifestare nell’antologica Piazza San Pietro contro la “dittatura cubana”. Prima di salire sull’aereo, erano stati avvertiti che si trattava di una condotta illegale, che non potevano arrivare da turisti in Europa e iniziare ad armare il proprio show. Ma hanno viaggiato e là sono andati. Tuttavia, le autorità hanno negato, alla maggior parte di loro, l’ingresso in Piazza. Coloro che hanno potuto accedere e hanno insistito con i loro propositi politici di protesta sono stati arrestati dalle forze dell’ordine.
Là, nella sua finestra, il Papa ha continuato a leggere il suo sermone; i parrocchiani pregavano e tutto sembrava uguale a qualsiasi domenica in Vaticano. Tuttavia, i furibondi anticomunisti hanno iniziato a fare dichiarazioni dirette, con grande rabbia e infinite offese, perché gli era stato impedito di esercitare il loro “diritto”: Papa Francesco era un altro complice della dittatura e loro erano repressi. La Sicurezza cubana, sempre così efficiente, aveva reclutato l’emissario di Dio… poverifreedom fighters (combattenti per la libertà)!
I “protestanti” (e non nel senso religioso del termine) sono dovuti ritornare, e qualcuno è stato dichiarato persona non gradita: avevano cercato di esercitare un “diritto di manifestazione” contro l’ordine e la legge di quel luogo.
Secondo atto
Un altro gruppo di cubani, residenti sull’isola, presenta una richiesta alle autorità per manifestare “lecitamente e pacificamente”. Gli intendenti di ogni comune in cui è stata presentata la richiesta hanno dato la stessa risposta, probabilmente in precedenza collegiale: la marcia è illegale e non c’è l’autorizzazione. Paradosso: il gruppo dei “futuri marciatori” dichiara che marceranno ancora e insiste sul fatto che le loro intenzioni sono legali, ma non ignora la legge e le sue autorità.
Per finire, gli organizzatori della protesta hanno vincoli con organizzazioni straniere, terroriste e controrivoluzionari salariati. Uno dei suoi capi lo nega: loro ricevono consigli da chiunque. Anche lo stesso presidente Kim Jong-Il, morto da dieci anni, potrebbe dare loro un orientamento. Ma quando passa a descrivere le azioni per il giorno della presunta manifestazione, queste azioni coincidono, quasi identicamente, con i consigli della Fondazione Nazionale cubano-americana.
Inamovibili, i loro sostenitori lo difendono: lo sostengono dall’estero e quindi? Non per questo è un annessionista. Persino trapela un audio di una conversazione tra il capo dei manifestanti e un noto terrorista di Miami, ma c’è ancora gente che non crede, che non vuole credere. È un’edizione truccata, una manipolazione, un’altra carta della Sicurezza cubana, che può fare qualsiasi cosa…
E forse è così, potrebbe essere tutta una “truffa degli sbirri della dittatura”. Ma è comunque curioso che una persona neghi di avere contatti stretti con qualcuno mentre tace, non denuncia neppure critica il suo passato terrorista. Quali sono i loro interessi?
Terzo atto
Cosa è successo col Papa e al Vaticano? Nulla. Le autorità hanno esercitato legittimamente le loro prerogative per preservare l’ordine pubblico. Al di là dell’isteria di coloro che sono stati “esclusi” dalla messa domenicale, che hanno accusato Papa Francesco persino di essere comunista! l’opinione pubblica e i governi stranieri non si sono espressi.
Che cosa è successo con Cuba e il suo monito a chi cerca di destabilizzare il paese? Ebbene gli USA hanno minacciato di ulteriori sanzioni se il nostro paese facesse rispettare la legge, e tutti i suoi principali dirigenti promuovano la marcia con marcato entusiasmo.
Sono le asimmetrie del mondo moderno, dove Cuba è bollata come dittatura solo per fare quello che fa qualsiasi paese. Ma sì possiamo trovare uno schema coerente: coloro che non hanno denunciato il passato terroristico dei loro alleati neppure hanno condannato le minacce USA a Cuba. E così pretendono di dare lezioni di morale e onestà.
Historia de dos protestas
¿Qué pasó con Cuba y su apercibimiento a los que intentan desestabilizar el país? Pues Estados Unidos amenazó con más sanciones si nuestro país hace cumplir la ley, y todos sus principales dirigentes promueven la marcha con marcado entusiasmo
Autor: Michel E. Torres Corona
Primer acto
Un grupo de cubanos decidió viajar a Roma, en específico a la Santa Sede del Vaticano, para manifestarse en la antológica Plaza de San Pedro contra la «dictadura cubana». Desde antes de que se montaran en el avión, se les había advertido que aquello era una conducta antijurídica, que no podían llegar de turistas a Europa y empezar a armar su show. Pero viajaron y allá fueron. Sin embargo, las autoridades le negaron a la mayoría la entrada a la Plaza. Los que sí pudieron acceder e insistieron con sus propósitos políticos de protesta, fueron detenidos por agentes del orden.
Allá, en su ventana, el Papa continuó leyendo su sermón; los feligreses rezaban y todo parecía igual que cualquier domingo en el Vaticano. Sin embargo, los furibundos anticomunistas empezaron a hacer directas, con mucha ira e infinitas ofensas, porque se les había impedido ejercer su «derecho»: el Papa Francisco era un compinche más de la dictadura y ellos estaban siendo reprimidos. La Seguridad cubana, siempre tan eficiente, había reclutado al emisario de Dios… ¡pobres freedom fighters!
Los «protestantes» (y no en el sentido religioso del término) tuvieron que regresar, y alguno que otro fue declarado persona non grata: habían tratado de ejercer un «derecho de manifestación» contra el orden y la ley de aquel lugar.
Segundo acto
Otro grupo de cubanos, residentes en la Isla, presenta una solicitud a las autoridades para manifestarse «lícita y pacíficamente». Los intendentes de cada municipio donde fue presentada la solicitud dan la misma respuesta, probablemente colegiada antes: la marcha es ilícita y no hay autorización. Paradoja: el grupo de «futuros marchistas» declara que aun así van a marchar e insiste en que sus intenciones son lícitas, pero desconoce la ley y a sus autoridades.
Para colmo, los organizadores de la protesta tienen vínculos con organizaciones extranjeras, terroristas y contrarrevolucionarios asalariados. Uno de sus líderes lo niega: ellos reciben consejo de cualquiera. Hasta el mismísimo líder Kim Jong-Il, que lleva diez años muerto, podía darles un norte. Pero cuando pasa a describir las acciones para el día de la supuesta manifestación, coinciden estas acciones de manera casi idéntica con los consejos de la Fundación Nacional Cubanoamericana.
Sin dar su brazo a torcer, sus partidarios lo defienden: ¿lo apoyan en el extranjero y qué? No por eso es un entreguista. Hasta un audio se filtra de una conversación entre el líder de los marchistas y un connotado terrorista de Miami, pero aun así hay gente que no cree, que no quiere creer. Es una edición trucada, una manipulación, una carta más de la Seguridad cubana, que todo lo puede…
Y quizá sea así, puede que todo sea una «estafa de los esbirros de la dictadura». Pero no deja de ser curioso que una persona niegue tener contacto estrecho con alguien mientras calla, no denuncia ni critica siquiera, su pasado terrorista. ¿Cuáles son sus intereses?
Tercer acto
¿Qué sucedió con el Papa y el Vaticano? Nada. Las autoridades ejercieron de forma legítima sus prerrogativas para preservar el orden público. Más allá de la histeria de los que fueron «excluidos» de la misa dominical, que acusaron al Papa Francisco hasta de ¡comunista!, la opinión pública y los gobiernos extranjeros no se pronunciaron.
¿Qué pasó con Cuba y su apercibimiento a los que intentan desestabilizar el país? Pues Estados Unidos amenazó con más sanciones si nuestro país hace cumplir la ley, y todos sus principales dirigentes promueven la marcha con marcado entusiasmo.
Son las asimetrías del mundo moderno, donde Cuba es tildada de dictadura solo por hacer lo que hace cualquier país. Pero sí podemos hallar un patrón consistente: los que no denunciaron el pasado terrorista de sus aliados tampoco condenaron las amenazas de Estados Unidos a Cuba. Y así pretenden dar lecciones de moral y de honestidad.