Come sarà la delegazione della CTC al Vertice di Panamá?
GDV: “In totale saremo otto rappresentanti della CTC dei sindacati nazionali dei lavoratori della salute e della costruzione ed anche delle forme di gestione non statale, cosa a cui la nostra organizzazione concede una speciale importanza nell’attualità. Cioè rappresenteremo i circa tre milioni di lavoratori cubani affiliati in 17 sindacati, includendo i più di 400.000 lavoratori indipendenti.
Ci sarebbe piaciuto partecipare al Forum della Società Civile, dato che c’interessava mostrare esempi di vera democrazia della quale i sindacati sono parte. Abbiamo inviato le richieste con tempo sufficiente, ma non ci hanno approvato, nessuno di noi.
Nonostante questo, noi parteciperemo con le altre organizzazioni sindacali e i movimenti sociali della regione, al Vertice dei Popoli nelle assemblee generali e nei gruppi di lavoro dedicati all’America Latina, regione di pace tormentata dagli Stati Uniti; l’offensiva economica, politica e mediatica contro il Venezuela; il neoliberismo e i diritti umani; la sicurezza sociale, i sistemi di pensione e qualità della vita, la libertà sindacale, la migrazione e il diritto allo sciopero; i lavoratori migranti; la lotta dei popoli originari e dei contadini, l’invasione di Panama e l’interventismo tra i tanti argomenti”.
Portate delle proposte concrete?
GDV: “Il tema del blocco commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti a Cuba è di forte rilevanza per la delegazione cubana. È cruciale dire al mondo che la battaglia contro questa politica dannosa non è finita . Il punto d’inflessione stabilito tra i due governi dopo il17 dicembre, non ha cambiato l’essenza delle relazioni ed è la prova che il Blocco si mantiene nonostante le molte cose che l’amministrazione statunitense potrebbe aver fatto per minimizzare i suoi effetti. È fondamentale che scompaia questa forma di aggressione che è illegittima, ostacola lo sviluppo della società, dei lavoratori e di tutti i cubani.
Altri temi da trattare hanno a che vedere con il lavoro non statale e con l’integrazione del movimento sindacale e i lavoratori nella presa delle decisioni: sono temi cardinali per la regione e i suoi lavoratori”.
Esiste un tema con il quale si vuole sempre attaccare Cuba e si riferisce allo sciopero. Come lo interpreta la CTC?
GDV: “Nella Costituzione della Repubblica di Cuba, approvata dal 97% dei cubani, non c’è. I lavoratori cubani hanno voce e decisioni in molti spazi nei quali discutere quello che è d’interesse per i lavoratori.
Per esempio, recentemente abbiamo concluso il processo di discussione collettiva nel paese, partendo dall’implementazione della nuova Legge del Codice del Lavoro in Cuba, che ha regolato che nelle relazioni del lavoro ci siano più di 45 mementi nei quali, per legge, si stabiliscono vincoli, consultazioni e legami con il sindacato. Ossia l’organizzazione sindacale in mutuo accordo e per partecipazione diretta attraverso gruppi di lavoro, forma parte delle decisioni per approvare le disposizioni che hanno a che fare con il collettivo. A questo si deve sommare il grado d’implicazione che hanno gli organi di direzione collegiata dalla base.
Questo evidenzia che i lavoratori cubani hanno spazi che facilitano la ricerca di soluzioni ai conflitti che possono sorgere. Un altro esempio che abbiamo visto in questi giorni è la discussione del piano e del bilancio per il 2016.
Da queste assemblee sono uscite proposte che si dovranno discutere con le amministrazioni e materie da modificare, sempre in funzione delle cose da rettificare al livello corrispondente e condividendo il criterio degli iscritti”.