Geraldina Colotti
“Leer Independiza”, Leggere rende indipendenti. Questo lo slogan della Filven numero 17, la Fiera Internazionale del Libro che si svolge a Caracas dal 4 al 14 novembre. Leggere, dice la rivoluzione bolivariana, non solo consente di emanciparsi attraverso la cultura, ma porta anche a incontrare la propria storia, che indica come liberarsi da vecchie e nuove tutele coloniali. Il tema allude, infatti, alla Battaglia di Carabobo, decisiva per l’indipendenza del Venezuela.
Un’indipendenza incompiuta, che ha lasciato in sospeso il sogno della Patria Grande immaginata dal Libertador Simon Bolivar, ripreso e rilanciato da Hugo Chávez, e rinnovato nel presente. La Filven conclude infatti questo anno Bicentenario, cadenzato da una fitta agenda di incontri che hanno riunito e messo a tema tutti i soggetti che compongono la rivoluzione bolivariana, sia a livello nazionale che internazionale. Anche il Festival Mondiale della poesia, che ha anticipato di poco la Filven, riunendo poeti dai 5 continenti, ha espresso un forte richiamo alle tematiche dell’Indipendenza. A dare il ritmo, i versi di “Mi delirio sobre el Chimborazo”, composti da Simon Bolivar 199 anni fa.
Servirsi della storia come strumento indispensabile nella battaglia delle idee, che è anche scontro per l’egemonia e per il recupero di un simbolico non addomesticato, continua a essere la principale strategia di resistenza della rivoluzione bolivariana, che ha il suo grande punto di forza nella coscienza e nell’organizzazione del popolo. Un orientamento sempre dichiarato dal presidente Nicolas Maduro, che continua il lavoro di Chávez, affezionato all’espressione di José Marti: “Essere colti per essere liberi”. Una visione messa in pratica dal ministro della Cultura, Ernesto Villegas, intellettuale riconosciuto a livello internazionale, accompagnato dall’altra anima della Filven, il viceministro Raul Cazal, a lungo direttore dell’edizione venezuelana di Le Monde diplomatique.
Il paese ospite della Filven è quest’anno il Vietnam. Un’altra importante simbologia da riprendere insieme alla celebre immagine della comunista vietnamita, esile ma determinata, che “accompagna” il grosso invasore nordamericano, vinto, con la punta del fucile. “A 200 anni dalla Battaglia di Carabobo e a 46 dalla liberazione di Saigon, il Venezuela e il Vietnam si uniscono per la Fiera Internazionale del Libro”, ha scritto in twitter Villegas.
In sintonia con il tema della Filven, gli scrittori omaggiati quest’anno sono lo storico Vladimir Acosta e il giornalista José Vicente Rangel, uomo politico di grande peso nella realtà venezuelana, da poco scomparso.
Un forte richiamo simbolico è determinato anche dallo scenario in cui quest’anno si svolge la Filven: il Palazzo Legislativo, sede del secondo potere della Repubblica, sui cinque complessivi da cui è retta. Un’occasione per ricordare il recupero dell’Assemblea nazionale, diventata luogo di sovversione e non di battaglia politica dopo la vittoria da parte della destra alle legislative del 2015. Una parentesi che ha dato la stura all’autoproclamazione di Juan Guaidó, riconosciuto come “presidente a interim” da un gruppo di paesi subalterni a Washington, obbligati progressivamente a ricredersi, di fronte al discredito che ha travolto la banda di ladroni a cui avevano dato appoggio.
Rappresentanti di quel gruppo di paesi che, come l’Unione Europea, hanno avallato il blocco economico-finanziario contro il popolo venezuelano, hanno ora accettato l’invito del governo bolivariano a presenziare alle mega-elezioni del 21 novembre, che porteranno a 29 il numero delle tornate elettorali organizzate dalla vittoria di Chávez alle presidenziali del 1998.
“Durante i cinque anni di gestione da parte dell’opposizione – ha detto Raul Cazal – al palazzo Legislativo non è stato fatto alcun tipo di mantenimento, e tantomeno si sono organizzati eventi con la partecipazione del popolo. Al contrario, l’Assemblea Nazionale è stata usata per cospirare contro il Venezuela e promuovere azioni quali il bloqueo e le sanzioni economiche”.
Cultura e politica, passione e forza, orgoglio per la propria storia e proiezione verso il futuro. Con questi termini, il processo bolivariano tiene duro, continuando a procedere in direzione “ostinata e contraria”. Molti libri, anche quest’anno, consegneranno ai giovani il messaggio dei guerriglieri degli anni Settanta e Ottanta, che hanno lottato contro le “democrazie” della Quarta Repubblica. Il lavoro delle piccole case editrici indipendenti, che non si sono arrese alle difficoltà provocate dalla guerra economica, affiancherà come ogni anno quello dell’editoria pubblica.
Compatibilmente con gli impegni di campagna elettorale, sono attesi anche diversi parlamentari e rappresentanti politici, autori e autrici di volumi presenti alla Filven. Alcuni di loro – come il presidente del Parlamento, Jorge Rodriguez o il ministro della Comunicazione, Freddy Ñañez – sono anche poeti di lungo corso, e figurano nell’antologia internazionale di Poesia contro il bloqueo, edita dal Perro y la Rana e da Vadell Hermanos, che verrà presentata alla Fiera. Altre voci della rivoluzione bolivariana, da Tania Diaz allo stesso ministro Villegas compaiono nel volume di interviste Assedio al Venezuela, a cura del settimanale Cuatro F e sempre in coedizione Vadell-Perro y la Rana.
Farà parte della Fiera anche la Biennale del Sud che ha per titolo “Pueblos en resistencia”. Popoli che resistono, tra le pagine della Storia.