I media USA e spagnoli hanno fatto eco alle notizie della sedicente organizzazione Archipiélago sulla presunta scomparsa a Cuba di uno dei suoi membri, Yunior García, che, con sorpresa, è arrivato ieri a Madrid.
Come parte degli attacchi mediatici contro Cuba, la CNN e altri speravano di lanciare un’altra campagna per cercare di incolpare il governo dell’isola per presunte detenzioni, sparizioni e violazioni dei diritti umani, nel contesto di una campagna di destabilizzazione intensificata sostenuta dalla Casa Bianca.
Tuttavia, García li ha lasciati, letteralmente, “sul chiodo” in linea con le notizie pubblicate mercoledì da alcune agenzie internazionali.
“Uno dei principali promotori delle marce contro il governo cubano convocate per lunedì (15 novembre) è in Spagna dopo che non ha potuto realizzare i suoi piani di sfilare per le strade dell’Avana lo scorso fine settimana e “è atterrato a Madrid”, ha riferito Europa Press.
Arcipelago, un giorno prima, ha detto alla CNN che uno dei suoi membri era “scomparso dal 14 novembre”.
Infatti, hanno espresso la preoccupazione che “García aveva comunicato l’ultima volta con la sua squadra domenica alle 18” e che qualcuno del gruppo fosse persino andato “a casa sua il giorno prima per cercare di determinare la sua situazione, ma dopo aver bussato alla sua porta per più di un’ora, nessuno ha aperto o risposto”.
L’organizzazione ha chiesto “prove della vita di Yunior García” ed ecco fatto: è volato via e secondo fonti diplomatiche spagnole, la sua partenza dal paese è stata “su sua richiesta” attraverso accordi discreti (tanto che nemmeno i suoi lo sapevano).
Quello che è successo è stato una sorpresa per la piattaforma, che anche mercoledì sulla sua pagina di social media lo ha considerato “scomparso”, quando la verità è che era partito con un visto turistico per Madrid martedì su un volo Iberia con sua moglie, Dayana Prieto.
García, delle cui connessioni, con elementi terroristi di Miami, Cuba ha presentato prove, intendeva tenere una marcia (incostituzionale) il 15 novembre, lo stesso giorno in cui il paese caraibico iniziava la transizione alla normalità dopo il controllo della pandemia Covid-19.
Tuttavia, il desiderio si è tradotto nell’annuncio di una marcia “in solitaria” il giorno prima, e nemmeno quello, perché in seguito ha solo assicurato che “mantiene la sua disponibilità a marciare vestito di bianco non appena potrà”.
Il ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, ha mostrato lunedì che l’isola ha vissuto una giornata tranquilla, con l’inizio delle lezioni nelle scuole e numerose attività dopo due anni di quarantena.
“C’è stato chi fuori da Cuba ha creato altre aspettative che non sono state soddisfatte. Sono rimasti vestiti per quella festa”, ha detto il ministro degli Esteri.
Riferendosi al ruolo del governo degli Stati Uniti nella campagna contro la più grande delle Antille, Rodríguez ha sottolineato che “la sceneggiatura non è stata buona, e la messa in scena è stata peggiore”.
Fonte: Prensa Latina
Traduzione: italiacuba.it
Desaparecido? No, turista a Madrid
Roberto Cursi www.lantidiplomatico.it
Si chiude in modo inaspettato la parabola di Yunior García, colui che aveva sfidato il governo cubano organizzando la ‘Marcia civica per il cambiamento’ per il 15 novembre e che, malgrado il divieto per incostituzionalità della stessa, aveva detto che si sarebbe svolta comunque. Come si sa, alla ‘Marcia’, non ha partecipato nessuno, è stata un flop, e dopo due giorni di assoluto silenzio da parte del suo organizzatore, lo stesso lo si vede all’aeroporto de L’Avana, con destinazione Madrid.
Chi ha seguito le ultime vicende cubane sa che lui, solo tre giorni prima del 15, si era sfilato dalla marcia avendo capito che il governo cubano non avrebbe accettato passivamente provocazioni da chi era manovrato da Washington, e così, in alternativa, aveva deciso di fare un’uscita in solitaria il 14 novembre, camminando per le vie de L’Avana vestito di bianco e tenendo in mano una rosa dello stesso colore.
Ma nemmeno questo ha deciso di fare, dando la colpa alle minacce della polizia. Per lui minacce, per le autorità severi moniti che si basavano su articoli della Costituzione e su quelli del codice penale, gli stessi moniti che Yunior conosceva molto prima di affermare che non avrebbe rispettato il divieto.
Non solo lo ha fatto desistere l’avvertimento della polizia, ma anche il fatto che, molti cubani del vicinato, erano davanti al suo edifico contestando fortemente la sua iniziativa e, loro per primi, non gli avrebbero permesso quella provocazione, essendo consapevoli chi ci fosse dietro questa marcia, che aveva l’unico fine di promuovere anche a Cuba una delle cosiddette “rivoluzioni colorate”.
Da quel pomeriggio del 14 novembre, di Yunior García, non si è saputo più nulla; due giorni di assoluto silenzio. Anche i suoi amici di ‘Archipielago’ non riuscivano ad avere notizie su di lui, sia per telefono che sui social. A quel punto uno dei membri della piattaforma è andato a casa sua, ma anche lì non gli hanno saputo dire dove fosse.
Ed ecco che subito si era diffusa la notizia della sua scomparsa: “Yunior desaparecido”.
Nel momento che la pagina Facebook della sua piattaforma lo dava per scomparso insieme a sua moglie – sotto intendendo che erano state le autorità cubane a farli sparire –, le solite testate giornalistiche dell’opposizione non hanno perso tempo a diffondere la menzogna facendo rimbalzare la notizia sui loro media, notizia rivelatasi ridicola, non solo perché a Cuba non c’è mai stato un desaparecido in 60 anni, ma perché, nemmeno era passato un giorno, che già si sapeva la verità.
Sono state fonti governative cubane a dare la notizia all’agenzia spagnola Euro Press, che l’ha immediatamente pubblicata, lasciando senza parole i compagni di sventura di Yuonior.
Come riporta il quotidiano spagnolo “El Paìs” «lo stesso García ha confermato di essere nel paese con un messaggio sul suo account Facebook: Siamo arrivati ?? in Spagna, vivi, sani e con le idee intatte. Fonti diplomatiche hanno indicato che da giorni venivano presi accordi discreti per il viaggio di García. L’oppositore è volato a Madrid martedì su un volo Iberia in compagnia della moglie Dayana Prieto».
Infatti, prima di leggere “El Pais”, mi chiedevo come avesse potuto organizzare tutto così in fretta. Viaggiare da Cuba per la Spagna non è come viaggiare all’interno della Comunità Europea. Decidere all’improvviso di partire per il giorno dopo non è possibile se non hai già biglietti e documenti pronti.
La risposta che mi ero dato è che il viaggio glielo avevano organizzato dalla Spagna, e non credo di sbagliarmi.
Penso che siano state le varie organizzazioni dell’opposizione cubana di Madrid a prepararglielo, e anche a trovargli ospitalità. La città spagnola, dopo Miami, è la seconda per concentrazione, e queste organizzazioni sono ben supportate da mass media a loro “molto amici”.
Forse qualcuno non lo sa, ma a Madrid c’è anche la sede del “Observatorio Cubano de Derechos Humanos” (OCDH).
Pensate che questa organizzazione viene spesso citata da molti media, soprattutto spagnoli, per confermare la violazione dei diritti umani a Cuba, persino Amnesty International attinge alle loro informazioni (sic!), e sapete chi l’ha fondata e ancora ne fa parte? Tutti signori e signore di indiscussa “obbiettività e imparzialità”, dato che sono tra i più convinti oppositori del governo cubano, tra cui, alcuni di loro, esuli dopo che il governo decise di farli uscire di prigione anticipatamente, essendo stati condannati per “atti di sabotaggio contro l’economia di Cuba, e contro l’indipendenza e la stabilità territoriale dello Stato”.
Non so se Yunior García deciderà di stabilirsi permanentemente a Madrid o farà ritorno a Cuba. Tra le due cose propendo per la prima, perché agli occhi dei cubani si è giocato tutta la sua credibilità. Quel popolo soffre pene indicibili per il crudele “bloqueo” imposto dagli Stati Uniti, e quando vede che un suo concittadino si presta al gioco di chi è causa di quelle pene, è molto difficile che gli perdoni le sue azioni.
Ma anche un suo ritorno a Cuba può essere possibile e, se così fosse, come non si può essere d’accordo con le parole usate da “Cubadebate” per aprire il suo articolo su Yunior García a Madrid: «Di vergogna in vergogna vivono gli attori politici della fallita marcia provocatoria del 15 novembre»
DOVE E’ FINITO YUNIOR GARCIA AGUILERA PROMOTORE DELLE MANIFESTAZIONI A CUBA?
Come sembrava abbastanza probabile dalle informazioni che stavano girando il 15 novembre a Cuba non ci sarebbero state le oceaniche manifestazioni di contestazione al governo. Il lunedì che doveva dare il colpo finale al governo rivoluzionario è passato nella normalità più assoluta, niente manifestazioni. Ma dove è finito il suo principale ispiratore Yunior Garcia Aguilera? Non lo crederete mai.
Ma che fine ha fatto Yunior Garcia Aguilera, il drammaturgo cubano a capo dell’organizzazione Arcipelago che ha ispirato ed organizzato le manifestazioni contro il governo cubano? Non lo crederete mai. Il nuovo patriota rivoluzionario interessato al cambiamento della sua tanto amata isola si trova in Spagna.
Proprio così, si trova in Spagna. Ha lasciato l’isola su un volo commerciale in compagnia di sua mogli ed adesso si trova nel paese iberico con un visto turistico per tre mesi. Interessante notare che l’ambasciata spagnola a L’Avana non sta concedendo visti turistici ai cubani per visitare la Spagna. Evidentemente per Yunior Garcia Aguilera si può fare uno strappo alle regole.
Secondo quanto scritto dal quotidiano El Pais il viaggio premio per il nuovo controrivoluzionario cubano che lotta contro l’oppressiva dittatura che viola sistematicamente i diritti umani dei cubani era in programma da vari giorni. Ecco spiegato il motivo della rinuncia a manifestare il 15 novembre. Fosse mai successo che manifestando Yunior potesse essere fermato dalle autorità cubane per manifestazione illegale, cosa questa che gli avrebbe fatto saltare il tanto agognato viaggio turistico in Spagna.
In un precedente articolo avevo ipotizzato che la strategia dei manifestanti potesse essere quella di voler passare per vittime. Ipotizzavo che rinunciando a manifestare avrebbero poi sostenuto che le condizioni erano mutate in quanto il governo aveva impedito le proteste e quindi sarebbe iniziata una campagna di vittimismo. Invece anch’io mi sono sbagliato nell’analisi e sono rimasto di sasso: la risposta era molto più semplice. Quando ho saputo che il drammaturgo aveva preso un aereo per lasciare l’isola in gran segreto ho avuto la conferma che le manifestazioni erano solo un bluff ben organizzato.
E quelli che più o meno in buona fede lo avevano seguito? Sono rimasti con un palmo di naso. Sono stati chiaramente ingannati fin dal principio. A Yunior Garcia Aguilera non è mai interessato un fico secco di Cuba, della sua gente che si era impegnato ad aiutare, di apportare cambiamenti al sistema che lui definiva oppressivo ed illiberale, gli interessava solo prendere un aereo senza pagare il biglietto ed andarsene da Cuba.
Ho scritto centinaia di volte che per i cubani che si dedicano alla sovversione del governo, finanziati dai dollari provenienti dagli Stati Uniti, la controrivoluzione non è una lotta ma un lavoro ben pagato che da visibilità. Yunior ne è la prova evidente. Penso a quelli che negli Stati Uniti hanno investito i propri denari in questo ambiguo personaggio, direi che hanno fatto un bell’investimento.
Buon viaggio e permanenza in Spagna dove prevedo che continuerà la campagna di discredito e diffamazione verso Cuba da una stanza di albergo o ospitato da qualche altro controrivoluzionario che in modo analogo ha lasciato l’isola. Già conosco la risposta alla domanda che qualche giornalista sicuramente gli farà sul perché abbia abbandonato l’isola. Yunior risponderà che non era più possibile, per lui, restare a Cuba dopo che si era esposto così chiaramente contro il governo, e tutti la berranno.
Sarà forse arrivato in Europa un nuovo candidato per il Premio Sakarov 2022?
Ciao Yunior non ci mancherai.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info