Cuba verso la piena sovranità tecnologica in ambito sanitario

Fabrizio Verde www.lantidiplomatico.it

Cuba è un paese che si trova sotto assedio da parte della principale potenza mondiale che impone all’isola socialista un criminale blocco economico-finanziario-commerciale da oltre sessant’anni. Nonostante questa situazione Cuba è riuscita a sviluppare un proprio sistema sanitario all’avanguardia, i suoi medici si recano a prestare soccorso in ogni parte del mondo dove vi sia bisogno del loro intervento ed è inoltre un paese dotato di sovranità nella produzione di medicinali e altri prodotti per la salute. Al contrario di tanti paesi europei che hanno adirittura rinunciato a sviluppare propri vaccini contro il Covid, consegnandosi così mani e piedi alle multinazionali del farmaco.

Il settore Biotecnologico e Farmaceutico è stato concepito di Cuba è stato concepito da Fidel Castro con l’obiettivo di raggiungere la sovranità nella produzione di medicinali e altri prodotti per la salute, l’agricoltura, l’allevamento, ecc. Oggi BioCubaFarma fornisce al Sistema Sanitario Nazionale più di 900 prodotti di cui 359 farmaci, che rappresentano il 56% del quadro di base.

Senza questa produzione, evidenzia Cubadebate, vi sarebbe bisogno di oltre un miliardo di dollari per importare i prodotti che oggi BioCubaFarma fornisce al Sistema Sanitario Nazionale.

Nell’ambito del piano strategico per lo sviluppo del Settore Biofarmaceutico cubano, nel 2030 l’80% dei farmaci della Tavola Base sarà prodotto a livello nazionale, perché Cuba ha intenzione di rafforzare sempre di più la sovranità in questo delicato settore.

Al contempo l’isola lavora intensamente per sostituire le importazioni di materie prime e altri materiali necessari per produrre medicinali. In questa direzione alcuni risultati sono già stati raggiunti 8 anni fa, quando è stata creata BioCubaFarma, circa il 65% del materiale di confezionamento secondario (etichette, foglietti illustrativi, astucci) veniva importato, tuttavia attualmente sono fabbricati a Cuba. I materiali importati non raggiungono il 5% del totale.

Sono in essere progetti congiunti con le Università per sviluppare tecnologie di produzione di alcuni principi attivi di origine chimica. Con altri sistemi aziendali, come AZCUBA e LABIOFAM, si lavora per produrre alcuni componenti comuni in un importante gruppo di farmaci, ad esempio sorbitolo, amido di mais, cellulosa microcristallina.

Un esempio chiaro di sovranità, ricorda ancora Cubadebate, è il protocollo cubano per il trattamento del Covid: l’85% dei farmaci utilizzati sono prodotti da BioCubaFarma. L’impatto che hanno avuto sugli indicatori di salute è significativo. La biomodulina T, data in maniera massiccia alle persone vulnerabili, ad esempio gli anziani nelle residenze, ha permesso di ridurre il livello di contagi e la mortalità in questo gruppo a rischio. Gli interferoni, compresa la nuova formulazione per applicazione nasale, Nasalferon, hanno permesso di ridurre la percentuale di pazienti infetti che si aggravano. I farmaci con effetti antinfiammatori come Jusvinza e Itolizumab hanno avuto un grande impatto sul trattamento dei pazienti critici e gravemente malati.

 

I vaccini cubani

Altro esempio perfetto di sovranità tecnologica sono i vaccini cubani contro il Covid. Senza lo sviluppo e la produzione domestica dei sieri non sarebbe possibile aspirare a immunizzare tutta la popolazione entro la fine del 2021. Inoltre, sarebbe stato economicamente molto complicato per Cuba raggiungere quest’obiettivo visto l’intensificarsi del blocco statunitense e le ripercussioni della pandemia sull’economia. A Cuba hanno calcolato che lo sviluppo e la produzione domestica dei vaccini è venuto a costare 10 volte di meno rispetto all’eventuale acquisto delle dosi necessarie per immunizzare la propria popolazione.

Strano che nella frugale Europa, sempre molto attenta alle questioni di bilancio, nessuno abbia mai pensato di fare simili calcoli.

Il Covid e la sovranità tecnologica

Non solo vaccini. Il confronto con la pandemia ha mostrato a Cuba che in termini di sovranità tecnologica si possono ottenere risultati maggiori e più rapidi.

Ci sono ancora attrezzature, dispositivi e forniture mediche che Cuba importa. L’obiettivo è quello di produrre tutto a livello interno, senza aver più bisogno di importare. D’altronde Cuba è già riuscita a sviluppare e produrre, in un tempo relativamente breve, ventilatori meccanici, come il PCVENTE, un progetto guidato da ingegneri di varie istituzioni.

Le apparecchiature per la ventilazione di emergenza non invasiva, VENTIPAP e un ventilatore polmonare ad alte prestazioni, il cui primo prototipo sono in una fase molto avanzata.

Il programma di sovranità tecnologica di BioCubaFarma punta alla produzione a livello domestico di tutto quanto sia necessario per il sistema sanitario.

Sempre riguardo al Covid-19, Cuba si è mostrata all’avanguardia anche per quanto concerne i sistemi diagnostici. Dalla tecnologia SUMA dell’ImmunoEnsay Center è stato possibile ottenere sistemi UMELISA per misurare gli anticorpi contro SARC-CoV-2, utili per condurre studi di sieroprevalenza e per valutare la risposta immunitaria generata dai vaccini.

Oltre al test dell’antigene che consente di rilevare casi positivi infetti da SARS-COV-2, che viene utilizzato in una rete di laboratori in tutto il paese.

Come è noto, il gold standard per rilevare le persone infette da SARC-CoV-2 è il PCR. Il costo di questi test è molto alto, ma sin dall’inizio della pandemia a Cuba si sono impegnati per sostituire i componenti importati di questo test, riuscendo a produrre i tamponi per il prelievo del campione. Presso il Centro Studi Avanzati, sono stati sviluppati e prodotti i sistemi di estrazione del materiale genetico e attualmente è in dirittura d’arrivo la produzione dell’attrezzatura per l’estrazione automatica. Sono stati compiuti progressi anche nello sviluppo del kit di reagenti per i test, ovvero enzimi, oligonucleotidi e altri reagenti estremamente costosi.

Inoltre Cuba è all’avanguardia nel campo delle tecnologie avanzate di biologia molecolare, dell’ingegneria genetica, dei processi biotecnologici complessi relativi all’ottenimento di prodotti ricombinanti derivati ????da batteri, lieviti e colture cellulari di mammifero. I processi tecnologici basati sulla sintesi chimica di biomolecole hanno permesso di sviluppare prodotti terapeutici sicuri ed efficaci, nonché antigeni sintetici utilizzati nei vaccini umani.

Più di recente, sono state incorporate nuove tecnologie di proteomica, genomica, bioinformatica e nanobiotecnologia.

Ma non finisce qui: a Cuba vengono portate avanti le tecnologie della quarta rivoluzione industriale, come l’automazione, la robotica, il cloud computing, la stampa 3D, la biologia sintetica.

L’industria biotecnologica e farmaceutica è un settore ad alta tecnologia, il suo sviluppo e la sua crescita sostenibile richiedono l’introduzione sistematica dei più importanti progressi tecnologici. Per BioCubaFarma questa è una priorità.

Cuba avanza sulla strada tracciata da Fidel Castro: “L’indipendenza non è una bandiera, né un inno, né uno scudo. L’indipendenza non è una questione di simboli. L’indipendenza dipende dallo sviluppo, l’indipendenza dipende dalla tecnologia, dipende dalla scienza nel mondo di oggi”.

Italia senza sovranità e con la sanità devastata

Che differenza abissale invece con l’Italia che ormai non possiede più alcuna sovranità in nessun campo. La pandemia lo ha confermato: all’arrivo del virus in Italia non vi erano nemmeno i presidi sanitari basilari, mancavano i farmaci, i ventilatori polmonari. L’egoismo dei presunti alleati come Germania e Stati Uniti che bloccarono le esportazioni di prodotti sanitari fecero cadere l’Italia in un baratro.

Idem per i vaccini. L’Italia ha abbandonato per mancanza di fondi (secondo la spiegazione ufficiale) lo sviluppo di un proprio vaccino, per spendere fior di quattrini per i sieri prodotti dalle multinazionali del farmaco. Dulcis in fundo il governo Draghi si appresta a effettuare ulteriori tagli a una sanità già ampiamente devastata e privatizzata dopo 30 anni di neoliberismo selvaggio.

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