Gli osservatori dell’UE riconoscono la “trasparenza e l’equità” del processo elettorale in Venezuela
La Redazione de l’AntiDiplomatico
La nuova, netta, vittoria ottenuta dal chavismo alle ultime elezioni regionali che hanno visto la partecipazione delle forze di opposizione, hanno confermato la forza e la solidità della Rivoluzione Bolivariana. Questo ha fatto saltare i nervi a qualcuno, come il presidente colombiano Ivan Duque, il quale ha definito le elezioni in Venezuela come una “farsa”.
Peccato ci sia qualcuno, a cui alle elezioni ha preso parte, che abbia opinioni opposte rispetto al colombiano che evidentemente ha un concetto tutto suo di elezioni e democrazia.
La Missione di osservazione dell’Unione Europea in Venezuela ha affermato che le elezioni svoltesi domenica scorsa per il rinnovo di governatori e sindaci “sono state realizzate in condizioni migliori che in precedenti appuntamenti elettorali”. La squadra europea, guidata dalla portoghese Isabel Santos, ha riconosciuto l’equilibrio del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) del Venezuela e presentato il rapporto preliminare del proprio lavoro. L’Eurodeputata portoghese ha affermato che la relazione contiene considerazioni tecniche e respinto qualsiasi ipotesi manipolazione per rendere il rapporto uno strumento politico al servizio di una delle parti. “Il Consiglio Nazionale Elettorale, rinnovato nel maggio 2021, è visto come l’amministrazione elettorale più equilibrata che il Venezuela abbia avuto negli ultimi 20 anni”, ha affermato Santos. Inoltre ha evidenziato che l’autorità elettorale del Venezuela ha ottenuto miglioramenti nelle componenti tecniche delle elezioni attraverso il dialogo interno. All’interno dell’organismo elettorale i rettori vicini all’opposizione non hanno nascosto all’opinione pubblica le proprie opinioni dissenzienti su questioni sulle quali non è stato possibile raggiungere un consenso.
Isabel Santos ha invece salutato il Consiglio Nazionale Elettorale per la professionalità e lo spirito di collaborazione con cui ha sempre risposto alle richieste del comitato di vigilanza. Ha inoltre espresso il suo apprezzamento a tutti gli osservatori europei, nonché al personale venezuelano che ha lavorato al processo, sia a lungo che a breve termine. Ha annunciato che tra gennaio e febbraio 2021 tornerà nel Paese sudamericano per presentare il rapporto finale della missione; con un’analisi completa e raccomandazioni per migliorare ancor di più il processo elettorale. Ha aggiunto che, oltre alla relazione preliminare, anche quella finale sarà di dominio pubblico.
Tuttavia, non sono mancate alcune critiche: l’eurodeputata ritiene che sono state ravvisate alcune criticità. Citando ad esempio il fatto che, a suo parere, la campagna politica è stata caratterizzata dall’ampio uso di risorse statali.
Sulla stessa linea della missione elettorale anche Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione Europea (UE) per gli Affari Esteri. “Queste elezioni sono state organizzate in condizioni elettorali migliori rispetto ai processi precedenti, anche attraverso un Consiglio Nazionale Elettorale rinnovato, ampiamente considerato il più equilibrato degli ultimi 20 anni”, ha dichiarato. Attraverso un comunicato, il massimo rappresentante della diplomazia Ue ha evidenziato il lavoro della Missione di osservazione elettorale del vecchio continente, nonché il rapporto preliminare presentato. “Secondo la Missione, queste elezioni hanno segnato il ritorno alle urne della stragrande maggioranza dei partiti politici e dei candidati. La presenza della nostra Missione rende più facile conoscere e valutare meglio le condizioni in cui si sono svolte le elezioni”, ha affermato il diplomatico spagnolo. Borrell ha poi affermato che la Missione rimarrà in Venezuela fino al termine del processo elettorale e pubblicherà un rapporto finale con raccomandazioni “per migliorare i futuri processi elettorali basati sugli impegni internazionali e regionali firmati dal Venezuela”.
Chi per anni vi ha diffuso fake news travestendosi in modo indecoroso nel megafono di un golpista autoproclamato presidente, su ordine di Washington, in una piazza di Caracas oggi tace. Dovrebbe avere la decenza di chiedere scusa, per le menzogne rese virali così come accade per Iran, Russia, Cina, Siria e tutti quei paesi che si oppongono alle barbarie di Usa e Ue. Ma non lo farà, perché in fondo per le redazioni di Repubblica e simili il presidente del Venezuela resterà per sempre lui:
Venezuela, chi sono i 3 governatori eletti dell’opposizione?
Nelle ultime elezioni regionali in Venezuela, il PSUV ha ottenuto una vittoria schiacciante. Tuttavia, in 3 Stati che compongono la repubblica federale bolivariana, ad avere la meglio è stata l’opposizione.
I risultati di queste elezioni hanno mostrato come le divisioni interne all’opposizione, il non sapere come convincere il proprio elettorato, e il non avere uno straccio di programma che non sia quello della più becera destra neoliberista, ha portato l’opposizione a Maduro a riuscire ad ottenere appena tre governatori.
Andiamo quindi a vedere, grazie alle biografie pubblicate da Redradiove, chi sono i governatori eletti dall’opposizione.
Alberto Galindez
In rappresentanza della Mesa de la Unidad Democrática (MUD), Alberto Galíndez, è stato eletto nello stato di Cojedes con 64.171 voti (48,52%); seguito da Nosliw Rodríguez del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV) con 49.023 voti (37,7%).
Il nuovo governatore dell’opposizione per lo stato di Cojedes ha un’ampia carriera politica, in cui è stato sindaco di Tinaco e poi governatore negli anni 1996 e 2000.
Ora a 66 anni, torna 21 anni dopo a fare il governatore. Nonostante alla fine del suo precedente mandato nel 2000 fosse indagato per irregolarità amministrative; in cui è stato dichiarato colpevole e licenziato dall’Ufficio del Controllore Generale e dalla Commissione Legislativa Nazionale.
Morel Rodriguez
All’età di 81 anni, Morel Rodríguez Ávila torna al governatorato dello Stato di Nueva Esparta, dopo essersi candidato per Fuerza Vecinal; e ottiene il 42,56% dei voti, seguito dal candidato del PSUV, Dante Rivas, che si ferma al 39,23%.
Nueva Esparta non sembra cercare un rinnovamento politico, dopo il ritorno in carica di quello che fu il suo primo governatore con voto popolare nel periodo 1990-1993. Tuttavia, in precedenza aveva già ricoperto la carica grazie alla nomina dell’ex presidente Jaime Lusinchi nel 1987.
Già membro di Acción Democrática. Nel 2012 perse ottenendo il 45,72% contro il candidato del PSUV Carlos Mata Figueroa, che raggiunse il 54,06% delle preferenze popolari.
Manuel Rosales
Questo è uno dei candidati più noti, soprattutto per la sua figura mediatica e i suoi scandali di corruzione.
A Zulia, Manuel Rosales (MUD) torna al governatorato all’età di 68 anni, dopo aver raggiunto il 56,90% dei voti, seguito da Omar Prieto (PSUV).
Quando si parla della carriera politica di Manuel Rosales, va notato che fuggì dal Venezuela in Perù nel 2009, quando fu accusato di arricchimento illecito durante la sua campagna per il governatorato di Zulia (2002-2004); dopo aver registrato fondi che non poteva giustificare davanti all’organismo di controllo.
Dopo aver trascorso più di 6 anni in una sorta di “autoesilio”, il 15 ottobre 2015 è rientrato nel Paese ed è stato tratto in arresto dagli organismi di sicurezza. Un anno dopo ha ricevuto il beneficio degli arresti domiciliari e nel dicembre 2016 è stato rilasciato.
Nella sua carriera politica, Rosales è stato sindaco di Maracaibo e governatore dello stato di Zulia, e una delle sue principali sconfitte è stata quella incassata alle elezioni presidenziali del 2008; quando venne sconfitto dal presidente Hugo Chávez.