Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana
Di fronte alla netta vittoria socialista alle elezioni regionali venezuelane, stavolta gli USA mollano la fake news dei brogli, si ammette la sconfitta e scoppiano le polemiche.
L’ex consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, uno dei principali promotori della politica di massima pressione contro il Venezuela, della amministrazione Trump, John Bolton, ha dichiarato che l’assenza di “una posizione solida” da parte USA contro il Venezuela ha causato la divisione nell’opposizione di destra e il rafforzamento di Maduro.
Bolton ha ammesso che Washington in passato ha coordinato, sostenuto e diretto la destra in quel paese per far cadere il governo socialista eletto dal popolo: “Credo che l’amministrazione Biden non abbia prestato la dovuta attenzione al Venezuela e a causa della mancanza di un sostegno sufficiente degli Stati Uniti all’opposizione venezuelana, gli sforzi [portati avanti dal precedente governo di Donald Trump] per il rovesciamento di Maduro sono falliti”.
In risposta a una domanda su quali misure dovrebbe intraprendere l’amministrazione Biden per “abbattere” il governo venezuelano, Bolton ha affermato che gli USA dovrebbero fare pressione su Russia e Cina affinché smettano di sostenere il paese bolivariano.
Ha anche insistito sulla necessità di rafforzare embargo e blocco economico contro il Venezuela. “Possiamo fare di più per imporre sanzioni contro i prodotti petroliferi venezuelani, possiamo fare di più per bloccare le transazioni finanziarie internazionali da e verso quel Paese, dobbiamo rilanciare gruppi come il Gruppo Lima, dobbiamo lavorare di più con Brasile e Colombia per chiudere le frontiere ed isolare il Venezuela (danneggiando gli scambi commerciali).
L’Amministrazione di Washington non deve appoggiare il dialogo tra Maduro e l’opposizione poiché questo rafforza il governo in carica sia sul fronte interno che a livello internazionale.
L’opposizione venezuelana, da parte sua, non deve continuare a litigare ma mantenersi unita e concentrarsi su dividere il governo [Maduro] e dividere l’esercito”.
Attualmente il cosiddetto “governo provvisorio” del Venezuela dell’autoproclamato Guaidó soffre una crisi di legittimità anche tra gli stessi oppositori a causa dell’appropriazione dei beni statali congelati all’estero dalle sanzioni e per la sua incapacità di rimuovere Maduro dal potere.
Il Venezuela è il quinto Paese con il maggior numero di imprese sanzionate. Gli Stati Uniti continuano ad aumentare le sanzioni contro la nazione venezuelana con l’obiettivo di rovesciare il governo Maduro. Caracas, invece, considera gli embarghi come “terrorismo economico” e denuncia che prendono di mira la popolazione per creare malcontento e poi usarlo elettoralmente e mediaticamente.