Armando Hart Dávalos http://www.granma.cu
Il ricordo indimenticabile di Omar Torrijos Herrera è stato presente nella storica vittoria di Cuba nel Vertice di Panama 2015
Questo 11 aprile quando godevamo della vittoria senza precedenti del nostro popolo e della sua Rivoluzione nell’ appropriato scenario della città di Panama, torna il ricordo immortale del generale Omar Torrijos Herrera, perché questa è anche la sua vittoria.
Un membro del corpo di protezione e amico personale del generale Omar Torrijos Herrera, ricordò il seguente aneddoto del leggendario capo panamense rispetto alla prima volta che visitò la nostra amata isola e proprio cosi la raccontò nel suo libro ‘Il mio generale Omar Torrijos’ (1987): “Quelli della scorta eravamo uniformati da fatica, con zambrán (cintura della divisa militare) e borraccia, ma senza armi. Il generale Torrijos le aveva vietate. ‘Nella casa di un amico -ci ha detto- non si portano armi’ “.
Quando questo 11 aprile godevamo della vittoria senza precedenti del nostro popolo e della sua Rivoluzione, nello scenario opportuno della città di Panama, mi è venuto subito in mente il ricordo imperituro del generale Omar Torrijos Herrera; la sua presenza si è fatta vigente, perché senza dubbio, questa è anche la sua vittoria; non dimentichiamo che lui, è stato assolutamente fedele al nostro popolo e portò avanti la lotta per la difesa della sovranità e la giustizia a favore della Rivoluzione Cubana, ovunque. Ricordiamo anche, che lo stesso compagno Fidel, il 10 aprile 1976, quando Torrijos visitava la città di Santiago de Cuba, lo definì come “un simbolo degli sforzi per l’unità continentale nella lotta per la sua identità e la sua integrazione finale … e un amico coerente, leale e degno”.
Perciò, in questi giorni luminosi di primavera per i popoli dell’America Latina e dei Caraibi, ho ricordato cosi tanto Omar Torrijos, il caro amico che ci ha teso la sua mano generosa e solidale con coraggio e senza alcuna esitazione e i cubani non dimenticheremo mai, che quando altri dubitavano o si spaventavano davanti alle pressioni e minacce dell’Impero, Omar Torrijos fu fermo e fu fedele, anche nelle circostanze più difficili, e proclamò il diritto di Cuba alla sua piena sovranità e indipendenza ed a concedersi liberamente la strada scelta dal suo popolo. Per questo ha detto in una delle sessione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenutosi a Panama nel 1973: “Ogni ora di isolamento sofferta dal fraterno popolo di Cuba, sono 60 minuti di vergogna emisferica.”
Oggi, quando si verifica questo atto di giustizia con la rivoluzione cubana, con la patria di Martí e Fidel, riuscendo nell’ obiettivo che Cuba non fosse esclusa dal Vertice, dato il prestigio e l’autorità di cui gode in America Latina e nei Caraibi e perché, come ha detto Cristina Fernàndez – presidentessa della sorella Repubblica Argentina – Cuba è qui perché ha combattuto per oltre 60 anni con una dignità senza precedenti …, Cuba è qui perché è stata condotta e diretta da leader che non tradiscono la sua lotta e sono stati parte di essa, Cuba è qui per tali motivi e non perché strinse la mano a qualcuno, la memoria di Torrijos diventa più attuale che mai.
Non dimentichiamo che Torrijos appartiene alla legione di eroi e pensatori della nostra America, le cui azioni e idee sono la base per i nuovi percorsi della Rivoluzione nel XXI secolo, e oggi è chiaro che questa è la cava principale per le grandi trasformazioni culturale e ideologiche di qui ha bisogno il mondo in questo secolo. È che i legami storici tra Panama e Cuba hanno trasceso il passare del tempo, pensiamo che alcuni dei più importanti patrioti cubani sono stati in quel territorio, come il caso di Máximo Gómez e Antonio Maceo, che furono operai nei cantieri del Canale e, poi, José Martí, anche lui ha attraversato il territorio panamense, o Fidel quando si dirigeva al Congresso Studentesco della Colombia, nel 1948, o il nostro Guerrigliero Eroico, il Comandante Ernesto Che Guevara, quando come giovane medico constatava le realtà drammatiche dei nostri popoli.
Ricordiamo che uno dei suoi più importanti meriti è che, proveniente delle forse armate, ha rotto la vecchia tradizione reazionaria di sottomissione dei militare latinoamericani all’imperialismo yankee; e oggi lo vediamo, in quanto è sempre più difficile che l’Impero possa utilizzare i militari latino-americani per colpi di stato in nostra America e questa strada è stata aperta da figure come Torrijos e Velazco Alvarado e, quella strada è cresciuta senza limiti fino ad arrivare, naturalmente, alla figura senza paragone del Comandante Hugo Chavez. Così, quando pensiamo a Bolívar, Martí, o a molti dei grandi uomini dell’America, dobbiamo pensare anche ad Omar Torrijos.
Sappiamo bene che il riscatto della sovranità panamense sulla Zona del Canale e su quella via interoceanica, fu una lotta storica di quella sorella nazione, che si è conclusa con successo sotto la sua direzione. In modo fermo e coraggioso, intelligente e coerente, Torrijos ha condotto i più difficili e complessi negoziati, ciò che ha raccolto una vera e propria ondata di solidarietà in America Latina, nei Caraibi e in tutto il mondo e, analogamente, è stato in grado in quella favorevole situazione internazionale di realizzare i trattati che posero fine a quell’enclave coloniale nel cuore stesso dell’America. Quelle lotte storiche per il Canale, nelle quali lui era protagonista, costarono il sacrificio e il sangue dei panamensi di diverse generazioni e in esse si evidenziarono particolarmente i suoi studenti. Egli stesso, dai suoi giorni studenteschi e giovanili, a Veraguas, fece sua la causa nazionale e la portò avanti per tutta la sua vita feconda di combattente.
Egli fu il più grande degli uomini di questo piccolo paese, che è riuscito a proiettare, come mai prima, sulla scena mondiale. Da allora Panama ha cessato di essere il luogo semplice e il sito di un canale yankee in vita dell’America e cominciò a brillare con luce propria nella lotta per la sovranità sulla chiamata Zona del Canale.
Il generale Omar Torrijos Herrera, l’illustre patriota panamense, il leader indiscusso di quella sorella nazione, il difensore irriducibile e vittorioso della sua sovranità, il promotore – come nessuno – del suo sviluppo economico e sociale, l’amico e compagno di tutti i popoli del Terzo Mondo nelle loro lotte per la liberazione nazionale e, in particolare, l’amico e compagno della Rivoluzione Cubana, è morto in un incidente aereo sospetto in data 31 luglio 1981; nelle diverse versioni delle cause che hanno portato all’incidente fatale si dichiarava che gli strumenti del velivolo erano stati interferiti da terra, ma questa ipotesi non è stata mai confermata. Che esempio, quale insegnamento quello di Torrijos, perché ha ottenuto qualcosa che non è facile da realizzare, la conquista su un possedimento straniero nel proprio territorio, la conquista su un possedimento USA, in pace e senza guerra; gli insegnamenti di Torrijos ci fanno sentire estremamente onorati perchè ammiriamo Panama, ammiriamo le lotte dei panamensi dagli anni quaranta e cinquanta.
Omar Torrijos è uno degli artefici della nuova realtà che viviamo oggi, il suo esempio e la sua azione non potevano essere fatti sparire né schiantati contro una collina, il suo esempio e la sua azione vivono e s’inseriscono nell’America Latina e nei Caraibi di oggi, che sono l’espressione dei suoi sogni, le sue aspirazioni e le sue lotte. Pertanto la nostra memoria eterna e il nostro omaggio, quello del popolo cubano e dei suoi amici Fidel e Raul, a Omar Torrijos Herrera come figura fondamentale nella storia americana, che partecipa con noi in questo momento felice di giustizia per il popolo cubano, la sua invitta Rivoluzione, Fidel e Raul, per ciò che tanto ha combattuto. Quindi, in questo momento di gloria pensiamo a lui, perché in questa vittoria storica della Rivoluzione Martiana di Fidel, nel Vertice di Panama 2015, il popolo cubano ricorda l’indimenticabile generale Omar Torrijos con eterna gratitudine.
El recuerdo inolvidable de Omar Torrijos Herrera estuvo presente en la histórica victoria de Cuba en la Cumbre de Panamá 2015
Este 11 de abril cuando disfrutábamos de la victoria sin precedente de nuestro pueblo y su Revolución en el apropiado escenario de la ciudad de Panamá, vuelve el recuerdo imperecedero del general Omar Torrijos Herrera, porque esta es también su victoria.
Un miembro del cuerpo de protección y amigo personal del general Omar Torrijos Herrera, rememoró la siguiente anécdota sobre el legendario líder panameño con relación a la primera vez que visitó nuestra amada Isla y así la contó en su libro Mi general Omar Torrijos (1987): “Los de la escolta íbamos uniformados de fatiga, con zambrán y cantimplora, pero sin armas. El general Torrijos las había prohibido. ‘A la casa de un amigo —nos dijo—, no se llevan armas’”.
Cuando este 11 de abril disfrutábamos de la victoria sin precedente de nuestro pueblo y su Revolución, en el apropiado escenario de la ciudad de Panamá, de inmediato llegó a mi memoria el recuerdo imperecedero del general Omar Torrijos Herrera; su presencia se hizo vigente, porque sin dudas, esta también es su victoria; no olvidemos que él, le fue absolutamente fiel a nuestro pueblo y llevó adelante la lucha por la defensa de la soberanía y la justicia a favor de la Revolución Cubana en todas partes. Recordemos también, que el propio compañero Fidel, el 10 de abril de 1976, cuando Torrijos visitaba la ciudad de Santiago de Cuba, lo calificó como “un símbolo de los esfuerzos por la unidad continental en el combate por su identidad y su integración definitiva… y un amigo consecuente, leal y digno”.
Por eso en estos días luminosos de primavera para los pueblos de Latinoamérica y el Caribe, cuánto he recordado a Omar Torrijos, al entrañable amigo que nos tendió su mano generosa y solidaria con valentía y sin vacilación alguna y los cubanos no olvidaremos jamás, que cuando otros dudaban o se atemorizaban ante las presiones y amenazas del Imperio, Omar Torrijos fue firme y fue fiel, aun en las más difíciles circunstancias, y proclamó el derecho de Cuba a su plena soberanía e independencia y a otorgarse libremente el camino escogido por su pueblo. Por eso dijo en una de las sesiones del Consejo de Seguridad de la ONU celebradas en Panamá en 1973: “Cada hora de aislamiento que sufre el hermano pueblo de Cuba, constituyen 60 minutos de vergüenza hemisférica”.
Hoy cuando se produce este acto de justicia con la Revolución Cubana, con la patria de Martí y de Fidel, de tal forma que se logró el propósito de que Cuba no fuera excluida de la Cumbre, dado el prestigio y autoridad de que goza en Latinoamérica y el Caribe y porque como bien dijo Cristina Fernández —la presidenta de la hermana República Argentina— Cuba está aquí porque luchó por más de 60 años con una dignidad sin precedentes…, Cuba está aquí porque fue conducida y dirigida por líderes que no traicionaron su lucha y fueron parte de ella, Cuba está aquí por esas razones y no porque apretó la mano de alguien, el recuerdo de Torrijos se hace más vigente que nunca.
No olvidemos que Torrijos pertenece a la legión de próceres y pensadores de nuestra América, cuyas acciones e ideas sirven de fundamento a los nuevos caminos de la Revolución en el siglo XXI, y hoy se ve claro que esta es la cantera principal para las grandes transformaciones culturales e ideológicas que necesita el mundo en esta centuria. Es que los vínculos históricos entre Panamá y Cuba han trascendido el pasar de los tiempos, pensemos que algunos de los más relevantes patriotas cubanos estuvieron en ese territorio, como son los casos de Máximo Gómez y Antonio Maceo, que fueron trabajadores en las obras de construcción del Canal y, luego, José Martí, que también cruzó por tierras panameñas, o Fidel cuando se dirigía al Congreso Estudiantil de Colombia, en 1948, o nuestro Guerrillero Heroico, el Comandante Ernesto Che Guevara, cuando como joven médico constataba las dramáticas realidades de nuestros pueblos.
Recordemos que uno de sus méritos más sobresalientes es que, procedente de las fuerzas armadas, rompió la vieja tradición reaccionaria de sometimiento de los militares latinoamericanos al imperialismo yanqui; y hoy lo estamos viendo, porque ya cada vez se hace más difícil que el Imperio pueda utilizar a los militares latinoamericanos para los golpes de Estado en nuestra América y este camino se abrió con figuras como la de Torrijos y Velazco Alvarado y, ese camino creció sin límites hasta llegar, desde luego, a la figura sin par del Comandante Hugo Chávez. Por eso, cuando pensamos en Bolívar, Martí, o en muchos de los grandes hombres de América, tenemos que pensar también en Omar Torrijos.
Bien conocemos que el rescate de la soberanía panameña sobre la Zona del Canal y sobre esa vía interoceánica, fue una lucha histórica de ese pueblo hermano, que culminó exitosamente bajo su dirección. De manera firme y audaz, inteligente y consecuente, Torrijos condujo las más difíciles y complejas negociaciones, lo que concitó una verdadera ola de solidaridad en América Latina, el Caribe y en el mundo entero y, asimismo, fue capaz en esa favorable coyuntura internacional de lograr los tratados que pusieron fin a ese enclave colonial en el mismo corazón de América. Aquellas luchas históricas por el Canal que él protagonizó, costaron el sacrificio y la sangre de los panameños de varias generaciones y en ellas se destacaron especialmente sus estudiantes. Él mismo, desde sus días estudiantiles y juveniles en Veraguas, hizo suya la causa nacional y la llevó adelante a lo largo de toda su fructífera vida de combatiente.
Él fue el más grande de los hombres de este pequeño país, al que logró proyectar, como nunca antes, en el escenario mundial. Desde entonces Panamá dejó de ser el simple emplazamiento y enclave de un Canal yanqui en la cintura de América y comenzó a brillar con luz propia en la lucha por la soberanía sobre la llamada Zona del Canal.
El general Omar Torrijos Herrera, el insigne patriota panameño, el líder indiscutible de ese pueblo hermano, el defensor irreductible y victorioso de su soberanía, el impulsor como nadie de su desarrollo económico y social, el amigo y compañero de todos los pueblos del Tercer Mundo en sus luchas por la liberación nacional y, muy en particular, el amigo y compañero de la Revolución Cubana, falleció en un sospechoso accidente de aviación el 31 de julio de 1981; en varias versiones de las causas que dieron lugar al fatal siniestro se afirmaba que los instrumentos de la nave aérea habían sido interferidos desde tierra, pero esta hipótesis nunca pudo ser confirmada. Qué ejemplo, qué enseñanza la de Torrijos, porque logró algo que no se logra fácilmente, la conquista sobre una posesión extranjera en su propio territorio, la conquista sobre una posesión norteamericana, en paz y sin guerra; las enseñanzas de Torrijos nos hacen sentirnos sumamente honrados porque admiramos a Panamá, admiramos las luchas de los panameños desde los años cuarenta y cincuenta.
Omar Torrijos es uno de los artífices de la nueva realidad que vivimos hoy, su ejemplo y su acción no pudieron ser desaparecidos ni estrellados contra un cerro, su ejemplo y su acción viven y se insertan en esta América Latina y en el Caribe de hoy que es la expresión de sus sueños, sus aspiraciones y sus luchas. Por eso nuestro recuerdo imperecedero y nuestro homenaje, el del pueblo cubano y el de sus amigos Fidel y Raúl, a Omar Torrijos Herrera como figura imprescindible en la historia americana, que participa junto a nosotros de este feliz momento de justicia para el pueblo cubano, su invicta Revolución, Fidel y Raúl, por lo que tanto luchó. Por eso en este minuto de gloria pensamos en él, porque en esta histórica victoria de la Martiana Revolución de Fidel, en la Cumbre de Panamá 2015, el pueblo cubano recuerda al inolvidable general Omar Torrijos con agradecimiento eterno.