Fabrizio Verde www.lantidiplomatico.it
L’ombra della NATO si allunga minacciosa anche sull’America Latina. Dal 2018 infatti la Colombia è entrata a far parte dell’alleanza del nordatlantico in qualità di ‘partner globale’, titolo riservato a quei paesi che secondo lo statuto del blocco occidentale non possono aderire come membri effettivi.
La categoria di “partner globale” è stata utilizzata per avvicinare all’alleanza paesi come Afghanistan, Australia, Iraq, Giappone, Corea del Sud, Mongolia, Nuova Zelanda, Pakistan e Colombia, l’unico stato latinoamericano alleato con la NATO.
Perché la NATO è interessata all’espansione in America Latina? Tramite la Colombia il blocco nordatlantico può agire sulle frontiere colombiane di Venezuela, Brasile, Ecuador e Panama; oltre ad aprirsi le strade per interventi e manovre sugli oceani Pacifico e Atlantico.
Inoltre secondo l’analista argentino Alberto Hustchenreuter, la condizione di “partner globale” ha permesso al governo colombiano di poter ottenere «più informazioni strategiche» da parte delle potenze del nord, rafforzando nel contempo la formazione e il «prestigio» delle sue forze armate, che possono partecipare alle missioni militari del blocco in altri paesi.
La Colombia è, finora, l’unico paese latinoamericano che ha aderito alla NATO. Nel 2019, la Casa Bianca, ancora sotto l’amministrazione di Donald Trump, aveva cercato di avvicinare il Brasile al blocco, con Jair Bolsonaro al potere. Alla fine, il gigante sudamericano è rimasto nella categoria di ‘importante alleato non-NATO’, una designazione non ufficiale del blocco ma riconosciuta dagli Stati Uniti.
In questa lista c’è anche l’Argentina, che ha firmato un accordo con gli Stati Uniti nel 1998, quando Carlos Menem (1989-1999) era presidente dell’Argentina. Menem ha fatto un tentativo di essere incorporato come “membro associato” nel 1999, ma la domanda è stata respinta dalla NATO.
La NATO «si sta proiettando in America Latina con la Colombia come pedina» e «intende conquistare il mondo estendendosi ulteriormente nell’Europa orientale».
Questo è quanto affermato dal ministro della Difesa venezuelano, il generale Vladimir Padrino López.
Attraverso il suo account sul social network Twitter, il dirigente bolivariano ha denunciato la «presenza sempre più determinata di mezzi militari e navali nella nostra area di influenza».
La NATO risulta essere molto attiva anche in questo quadrante perché intenzionata a contrastare l’influenza crescente di paesi come Russia e Cina.
Proprio la Russia starebbe riflettendo con i suoi alleati nella regione se schierare truppe e attrezzature militari come risposta alle attività del blocco nordatlantico ai confini con la Russia in Europa orientale e per aumentare la sicurezza di paesi nel mirino di Washington come Cuba e Venezuela.