Con nemici così…

Carlos Cabrera, oltre a lavorare a Cibercuba, ha avuto una carriera politica molto bella, come sindaco di un piccolo paese spagnolo, carriera che si è bruscamente interrotta quando è stato condannato a quattro anni di reclusione e a pagare una somma di 65000 euro, per il reato di malversazione. Così sono i quadri della controrivoluzione

Michel E. Torres Corona  www.granma.cu

La controrivoluzione, in questi giorni, non alza la testa. Lo sappiamo tutti ed è normale che il cubano medio si rallegri: uno ha già abbastanza problemi per preoccuparsi, per di più, di quella gente. Il dollaro in rialzo, l’inflazione che non cede, i trasporti difficili, quasi impossibili, tutto questo nel bel mezzo di un picco pandemico… beh, che la controrivoluzione continui senza alzare la testa.

Perché questa “tregua sterile”? Perché non riescono a fare qualcosa che valga la pena?

Una semplice spiegazione sarebbe che sono demoralizzati. Molti hanno messo tutte le uova nel paniere dell’11 luglio, che non ha ottenuto i risultati sperati, e quando le rivolte e i saccheggi non sono riusciti a distruggere la governabilità, hanno fatto appello al pacifismo. Così è nata l’iniziativa 15N, che neppure si è concretizzata e ha lasciato allo sbando tutti i suoi “leader”: ora quasi nessuno di quella grande squadra vuole  ricordarsi quella data.

Forse è questa demoralizzazione che li porta a passare più tempo a combattersi che a fare propaganda sovversiva. O inventando progetti puerili come il “governo ombra” di Cuba proxima.

Per coloro che non conoscono, questa “organizzazione”, che ha tra i suoi membri sia il drammaturgo che ha guidato il 15N (fino a quando ha abbandonato El Morro) che l’ex terrorista Orlando Gutiérrez Boronat, si autoproclama un “centro studi” per analizzare le questioni legali e politiche a Cuba, promuovendo la nota “transizione democratica” del paese.

Angustiati dal ridicolo del loro “governo ombra”, hanno rilasciato una dichiarazione, molto seriamente, dicendo che il titolo pubblicato da un media controrivoluzionario, loro alleato naturale, non era del tutto accurato. La cosa curiosa è che il suo “vicepresidente” non è niente di più e niente di meno che Carlos Cabrera, giornalista di Cibercuba, il media che ha pubblicato la nota.

Carlos Cabrera, oltre a lavorare a Cibercuba, ha avuto una carriera politica molto bella, come sindaco di un piccolo paese spagnolo, carriera che si è bruscamente interrotta quando è stato condannato a quattro anni di reclusione e a pagare una somma di 65000 euro, per il reato di malversazione. Così sono i quadri della controrivoluzione

Con tali antecedenti, non sorprende che i “leader della transizione democratica” a Cuba passino la vita a litigare l’un l’altro sui fondi,  a recriminarsi e ad accusarsi a vicenda di essere agenti della sicurezza cubana, offendersi a vicenda in mille modi, da riva a riva.

L’unica cosa che sono riusciti a fare, ultimamente, è di linciare una popolare cantante cubano. Cercando di mascherare il razzismo, misoginia e cyberbullismo, si presentano come divertenti con una serie di meme (poco simpatici e molto offensivi). Non sono in grado di escogitare nient’altro. L’unica cosa che gli rimane è una frivola presa in giro perché, in fondo, sanno di essere dei perdenti.

Questa è la legione che ci si oppone: malversatori di fondi, vandali, persone che si dedicano solo all’odio e a fomentare la disunione, comici dilettanti: questo è il vero genere di coloro che hanno deciso di fare soldi con la “favola” della “terribile dittatura”.


Con enemigos así…

Carlos Cabrera, además de trabajar en Cibercuba, tuvo una muy hermosa carrera política, como alcalde de un pequeño pueblo español, carrera que terminó de forma abrupta cuando fue sancionado a cuatro años de privación de libertad y a pagar una suma de 65 000 euros, por el delito de malversación. Así son los cuadros de la contrarrevolución

Autor: Michel E. Torres Corona

La contrarrevolución no levanta cabeza por estos días. Todos lo sabemos y es normal que el cubano promedio se alegre: bastante problema tiene uno para, encima, estar preocupándose por esa gente. El dólar subiendo, la inflación que no cede, el transporte difícil, casi imposible, todo ello en medio de un pico pandémico… vaya, que siga la contrarrevolución sin levantar cabeza.

¿A qué se debe esta «tregua infecunda»? ¿Por qué no logran hacer algo que valga la pena?

Una explicación sencilla sería que están desmoralizados. Muchos pusieron todos sus huevos en la canasta del 11 de julio, que no alcanzó los resultados esperados, y cuando los disturbios y los saqueos no lograron destruir la gobernabilidad, apelaron al pacifismo. Así surgió la iniciativa del 15N, que tampoco cuajó, y que dejó en desbandada a todos sus «líderes»: ya casi nadie de ese gran equipo quiere acordarse de esa fecha.

Quizás sea esa desmoralización la que los lleva a pasarse más tiempo peleando entre ellos que haciendo propaganda subversiva. O inventándose proyectos pueriles como el «gobierno en la sombra» de Cuba próxima.

Para los que no la conozcan, esta «organización», que tiene entre sus miembros tanto al dramaturgo que lideró el 15N (hasta que se perdió de El Morro) como al exterrorista Orlando Gutiérrez Boronat, se autoproclama un «centro de estudios» para analizar cuestiones jurídicas y políticas de Cuba, promoviendo la consabida «transición democrática» del país.

Angustiados por el ridículo de su «gobierno en la sombra», lanzaron un comunicado, muy serios ellos, diciendo que el titular publicado por un medio contrarrevolucionario, su aliado natural, no era del todo exacto. Lo curioso es que su «vicepresidente» es nada más y nada menos que Carlos Cabrera, periodista de Cibercuba, el medio que publicó la nota.

Carlos Cabrera, además de trabajar en Cibercuba, tuvo una muy hermosa carrera política, como alcalde de un pequeño pueblo español, carrera que terminó de forma abrupta cuando fue sancionado a cuatro años de privación de libertad y a pagar una suma de 65 000 euros, por el delito de malversación. Así son los cuadros de la contrarrevolución.

Con semejantes antecedentes, no extraña que los «líderes de la transición democrática» en Cuba se pasen la vida disputándose fondos, unos con otros, recriminándose y acusándose de ser agentes de la seguridad cubana, ofendiéndose de mil maneras, de orilla a orilla.

A lo único que han atinado últimamente es a linchar a una popular cantante cubana. Intentando disfrazar el racismo, la misoginia y el ciberacoso, se las dan de graciosos con una sarta de memes (poco simpáticos y muy ofensivos). No son capaces de idear nada más. Lo único que les queda es la burla frívola porque, en el fondo, se saben perdedores.

Esa es la legión que nos adversa: malversadores de fondos, vándalos, gente que solo se dedica al odio y a fomentar la desunión, comediantes amateurs: esa es la verdadera calaña de aquellos que han decidido hacer negocio con la «fábula» de la «terrible dictadura».

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