Contro Cuba la guerra è totale

Arthur Gonzalez. https://heraldocubano.wordpress.com

Dato il fallimento della politica di guerra economica, commerciale e finanziaria imposta dagli USA 63 anni fa che, nonostante rendere molto difficile la vita al popolo cubano, non ha saputo smantellare il sistema socialista né disincantare i suoi abitanti, ora gli yankee si lanciano a fondo contro il turismo, per essere la principale fonte di ingressi, e più recentemente hanno avviato una guerra agli eventi culturali e contro gli artisti, per impedire che si conosca sul campo la vera Cuba e non quella fabbricata con il milionario finanziamento per campagne  comunicative che mentono sulla realtà.

Dall’anno scorso sono state esercitate forti pressioni contro artisti e intellettuali che intendono visitare la Perla delle Antille, minacciandoli di rescindere i loro contratti per esibizioni a Miami e contro le case discografiche.

Molti artisti cubani hanno sofferto di questa politica all’essere privati dei loro visti e della cancellazione dei concerti negli USA per non aver rilasciato dichiarazioni contro la Rivoluzione, ma ciò non è bastato alla mafia cubana con sede a Miami e hanno ampliato la guerra contro gli artisti internazionali.

La Biennale dell’Avana è una di quelle vittime, con la campagna e le pressioni che ha sviluppato, da Miami, l’agente della CIA Tania Brugueras, per impedirne il successo, influenzando anche importanti musicisti affinché non partecipassero al famoso Festival del Jazz dell’Avana, ma ha non ha dato risultati.

La più recente azione è far fallire il prossimo festival San Remo Music Awards che si terrà a Cuba, con la partecipazione di artisti cubani e stranieri, ricattando coloro che accettino di partecipare con la minaccia di chiudergli i contratti negli USA e in altri paesi europei.

Come risultato di tale linea d’azione nemica e della guerra mediatica condotta dalle reti sociali, finanziata con fondi federali yankee, i cantanti del duo spagnolo di musica pop flamenca Andy & Lucas, Álex Ubago, lo spagnolo Carlos Torres, come il messicano Kalimba, hanno annullato la loro partecipazione al San Remo Music Awards Fest all’Avana, con l’argomento del loro “rifiuto delle dittature militari, del loro sostegno alla libertà, del non appoggiare un regime che mette in prigione i bambini e affamare il suo popolo”, dichiarazioni che evidentemente hanno seguito un copione redatto dagli USA, per le loro simili linee di messaggio, di fronte al timore di perdere il contratto per prossimi concerti nella città di Miami.

Alcuni artisti dell’isola, invitati ad esibirsi nell’ambito del programma del Festival, tra cui il cantautore cubano Raúl Paz e la rapper Tel Mari, hanno declinato la partecipazione, adducendo che non sapevano di essere nel programma e che nessuno li aveva contattati.

Raúl Paz ha annunciato un concerto l’11 febbraio al Real Café Miami e Tel Mari è residente in Canada, dove lavora regolarmente, il che potrebbe essere il vero motivo per non perdere quei mercati, dopo che l’influencer Alexander Otaola ha dispiegato una crociata per attaccare gli artisti che partecipino al Festival. Due anni fa si è scagliato contro la cantante cubana Haila María Pompié, affinché le annullassero il visto USA e chiudessero i contratti per esibirsi a Miami.

Un’analoga campagna di attacchi è stata condotta contro il duo Gente de Zona e il cantante Decemer Bueno, per le loro esibizioni all’Avana, costringendoli a rilasciare dichiarazioni contro la Rivoluzione o avrebbero perso la possibilità di lavorare a Miami, visto il sostegno che Otaola ha da politici membri della mafia terroristica anticubana della Florida.

Non c’è dubbio, gli hanno torto il braccio ed è per questo che ora si rifiutano di esibirsi in detto Festival, perché dipendono dal mercato di Miami per le loro esibizioni e la commercializzazione dei loro dischi, vendendo le loro anime a coloro che sostengono le azioni terroristiche contro Cuba e intendono uccidere per fame e malattie il popolo cubano mediante il blocco economico, commerciale e finanziario, ripudiato da quasi tutto il mondo.

Come fanno questi artisti ad accettare di cantare a Miami, la capitale della mafia terrorista, che ospita famigerati assassini di persone innocenti a Cuba e in America Latina?

Non sanno che gli USA sono il paese che ha più bambini incarcerati a vita?

Non vogliono lavorare per il popolo cubano, tuttavia si esibiscono in quel paese dove, nel 1953, Joe Ligon, un bambino, fu condannato a due ergastoli e internato in un carcere per adulti per 68 anni. Inoltre, accettano di cantare negli USA, paese che da 43 anni tiene prigioniero in un carcere della Florida, Leonard Pelitier, indiano Sioux nativo degli USA, condannato a due ergastoli consecutivi, per due reati che non hanno mai potuto essere provati, essendo oggi il più vecchio prigioniero di coscienza in America, secondo Amnesty International.

Nelle carceri yankee ci sono 79 minori condannati all’ergastolo, cosa che non menziona Otaola né i media che attaccano ingiustamente Cuba per demonizzarla.

Dove hanno lasciato la loro coscienza coloro che si esibiranno nel paese che assassina cittadini neri, solo per il colore della loro pelle, come il caso di George Floyd, a Minneapolis, maggio 2020 e Breonna Taylor, colpita dalla polizia nel Kentucky, mentre penetravano in casa sua, senza prima bussare alla porta, tra tanti altri cittadini che hanno perso la vita a causa della brutale repressione della polizia yankee?

Perché non rilasciano dichiarazioni contro l’azione della polizia a Minneapolis che, nelle prime ore del 2 febbraio 2022, senza mandato di perquisizione, ha violentemente perquisito l’appartamento di un uomo di colore, sparandogli a morte quando è uscito dalla sua camera da letto con un’arma in mano, presumendo che fossero ladri?

I tanto preoccupati cantanti spagnoli, messicani e cubani, per la situazione a Cuba, non sanno che lo scorso 8 ottobre 2021 la California Highway Patrol ha ucciso a colpi di arma da fuoco il giovane Leonel Chávez, di origine latina, che era disarmato e ha collaborato con quegli agenti quando hanno fermato la sua auto?

Canteranno negli USA nonostante la polizia yankee di Dayton, Ohio, lo scorso ottobre 2021, ha estratto a forza dalla sua auto e trascinato violentemente un uomo di colore paraplegico durante un controllo del traffico?

Dovrebbero sapere che questo fatto è stato denunciato davanti alla National Association for the Advancement of Colored People (NAACP) dopo che un video ha mostrato ai poliziotti che lo tiravano fuori dalla sua auto per i capelli e le braccia in modo brutale.

Non c’è niente di meglio di un giorno dopo l’altro. La vita si incaricherà di dimostrare la verità e la dignità di un popolo, che soffre sanzioni per non vendersi agli yankee.

Saggio José Martí nell’affermare: “Sono alcuni i venduti e molti i venali; ma con uno sbuffo dell’onore si possono respingere coloro che, per abitudine di gregge o per appetito di lenticchie, lasciano le file non appena sentono la frusta che li chiama”.


Contra Cuba la guerra es total

Por Arthur González.

Ante el fracaso de la política de la guerra económica, comercial y financiera impuesta por Estados Unidos hace 63 años, la cual, a pesar de hacerle muy difícil la vida al pueblo cubano, no ha podido desmontar el sistema socialista ni desencantar a sus habitantes, ahora los yanquis se lanzan a fondo contra el turismo, por ser la fuente fundamental de ingresos, y más recientemente iniciaron una guerra sobre los eventos culturales y contra los artistas, para evitar que se conozca en el terreno la verdadera Cuba y no la fabricada con el millonario financiamiento para campañas comunicacionales que mienten sobre la realidad.

Desde el año pasado se llevaron a cabo fuertes presiones contra los artistas e intelectuales que pretendan visitar la Perla de las Antillas, amenazándolos con rescindirle contratos para actuaciones en Miami y sobre las disqueras.

Muchos artistas cubanos sufrieron esa política al ser privados de sus visas y la cancelación de conciertos en Estados Unidos por no hacer declaraciones en contra de la Revolución, pero eso no fue suficiente para la mafia cubana radicada en Miami y ampliaron la guerra contra artistas internacionales.

La Bienal de la Habana es una de esas víctimas, con la campaña y presiones que desarrolló desde Miami, la agente CIA Tania Brugueras, a fin de evitar el éxito de la misma, influyendo también sobre importantes músicos para que no asistieran al famoso Festival de Jazz de la Habana, pero no le dio resultado.

La más reciente acción es hacer fracasar el próximo festival San Remo Music Awards Fest a efectuarse en Cuba, con la participación de artistas cubanos y extranjeros, chantajeando a los que acepten participar con la amenaza de cerrarle contratos en Estados Unidos y otros países europeos.

Como resultado de esa línea de acción enemiga y la guerra mediática desplegada por las redes sociales, financiada con fondos federales yanquis, los cantantes del dúo español de música pop flamenca Andy & Lucas, Álex Ubago, el también español Carlos Torres, así como el mexicano Kalimba, cancelaron su participación en el San Remo Music Awards Fest en La Habana, bajo el argumento de su “rechazo a dictaduras militares, su apoyo a la libertad, no apoyar a un régimen que mete niños presos, y hace pasar hambre a su pueblo”,  declaraciones que evidentemente siguieron un guión elaborado desde Estados Unidos, por sus similares líneas de mensaje, ante el temor de perder el contrato de próximos conciertos en la ciudad de Miami.

Algunos artistas de la Isla, invitados a actuar como parte del programa del Festival, entre ellos el cantautor cubano Raúl Paz y la rapera Tel Mari, declinaron participar aduciendo que no sabían que estaban en el programa y nadie había contactado con ellos.

Raúl Paz tiene anunciado un concierto el 11 de febrero en el Real Café Miami y Tel Mari es residente en Canadá donde trabaja regularmente, lo que puede ser la verdadera razón para no perder esos mercados, después que el influencer Alexander Otaola desplegara una cruzada para atacar a los artistas que participen en el Festival. Hace dos años él arremetió contra la cantante cubana Haila María Pompié, para que le cancelaran su visa norteamericana y el cerraran los contratos para actuar en Miami.

Similar campaña de ataques desarrolló contra el dúo Gente de Zona y el cantante Decemer Bueno, por sus actuaciones en La Habana, obligándolos a hacer declaraciones contra la Revolución o perderían su posibilidad de trabajar en Miami, dado el apoyo que Otaola tiene de políticos miembros de la mafia terrorista anticubana de Florida.

No hay dudas, les torcieron el brazo y por eso ahora se niegan a actuar en dicho Festival, porque dependen del mercado de Miami para sus actuaciones y comercializaciones de sus discos, vendiendo su alma a quienes apoyan las acciones terroristas contra Cuba y pretenden matar de hambre y enfermedades al pueblo cubano mediante el Bloqueo económico, comercial y financiero, repudiado por la casi totalidad del mundo.

¿Cómo estos artistas aceptan cantar en Miami, capital de la mafia terrorista, que acoge a connotados asesinos de personas inocentes en Cuba y América Latina?

¿No saben que Estados Unidos es el país que tiene más niños encarcelados de por vida?

No quieren trabajar para el pueblo cubano, sin embargo, actúan en aquel país donde en 1953 Joe Ligon, siendo un niño, fue condenado a dos cadenas perpetuas e internado en una prisión de adultos durante 68 años. Además, aceptan cantar en Estados Unidos, país que desde hace 43 años tiene preso en una cárcel de Florida a Leonard Pelitier, indio sioux nativo de Estados Unidos, condenado a dos cadenas perpetuas consecutivas, por dos crímenes que jamás se le pudieron probar, siendo hoy el preso de conciencia más antiguo de América, según Amnistía Internacional.

En cárceles yanquis hay 79 menores de edad condenados a cadena perpetua, algo que no menciona Otaola ni los medios de prensa que injustamente atacan a Cuba para satanizarla.

¿Dónde dejaron la conciencia esos que actuarán en el país que asesina a ciudadanos negros, solo por el color de su piel, como el caso de George Floyd, en Minneapolis, mayo del 2020 y Breonna Taylor, a quien la policía disparó en Kentucky, mientras penetraban en su vivienda, sin antes sin llamar a la puerta, entre muchos otros ciudadanos que han perdido la vida por la represión brutal de la policía yanqui?

¿Por qué no hacen declaraciones contra la actuación policial en Minneapolis, que durante la madrugada del pasado 02 de febrero 2022, sin orden de registro, allanaron violentamente el apartamento un hombre negro, matándolo a tiros cuando salió de su dormitorio con un arma en la mano, al presumir que eran ladrones?

¿Los tan preocupados cantantes españoles, mexicano y cubanos por la situación de Cuba, no saben que el pasado 8 de octubre 2021, la Patrulla de Caminos de California, mató a tiros al joven Leonel Chávez, de origen latino, quien estaba desarmado y cooperó con esos agentes cuando detuvieron su auto?

¿Cantarán en Estados Unidos a pesar de que la policía yanqui de Dayton, Ohio, el pasado octubre 2021, sacó a la fuerza de su auto y arrastró violentamente a un hombre negro parapléjico, durante un control de tránsito?

Deberían saber que ese hecho ha sido denunciado ante la Asociación Nacional para el Progreso de las Personas de Color (NAACP, por sus siglas en inglés) después de que un video mostró a los policías sacándole de su auto por el pelo y los brazos de forma brutal.

No hay nada mejor que un día tras otro. La vida se encargará de demostrarles la verdad y dignidad de un pueblo, que sufre sanciones por no venderse a los yanquis.

Sabio José Martí al afirmar: “Son algunos los vendidos y muchos los venales; pero de un bufido del honor puede echarse atrás a los que, por hábito de rebaño o el apetito de las lentejas, se salen de las filas en cuando oyen el látigo que los convocan”.

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