Nelle ultime settimane si è visto un incremento di fatti con l’uso della violenza da parte di trafficanti internazionali di persone, ponendo in pericolo l’integrità fisica degli emigranti irregolari e dei combattenti del Ministero degli Interni.
Nel pomeriggio del 1 marzo le Truppe Guarda Frontiere hanno notato un motoscafo che si avvicinava alla costa nord di Cayo Coco, (Ciego de Ávila), raccoglieva un gruppo di persone e partiva poi verso nordovest.
Un’unità di superficie delle Truppe Guarda Frontiere è riuscita a raggiungere il motoscafo a 11 miglia da Cayo Coco, nelle acque territoriali cubane, quando l’imbarcazione illegale si è fermata per apparenti problemi tecnici.
I passeggeri hanno cominciato a lanciarsi nell’acqua e l’equipaggio del mezzo navale cubano si è mobilitato immediatamente per salvarli. Il motoscafo intanto è ripartito.
Durante le manovre marittime successive, il motoscafo e la nave dei Guarda Frontiera, di portata simile, si sono scontrati.
Come risultato, tre persone che erano rimaste a bordo dell’imbarcazione illegale hanno sofferto lesioni e una grave è morta nel tragitto d’evacuazione verso terra.
In totale sono stati riscattati nel mare 21 emigranti irregolari, quattro donne e 17 uomini.
Come parte della cooperazione esistente con organi omologhi dell’area, ci sono stati scambi in tempo reale con il vincolo del Servizio dei Guardacoste con sede nell’ambasciata degli Stati Uniti a L’Avana.
Nelle ultime settimane si è visto un incremento di fatti con l’uso della violenza da parte di trafficanti internazionali di persone, ponendo in pericolo l’integrità fisica degli emigranti irregolari e dei combattenti del Ministero degli Interni.
Di fronte a questi fatti Cuba ratifica che continua a puntare su un’emigrazione regolare, ordinata e sicura.
Le autorità competenti continuano le investigazioni per un totale chiarimento dei fatti.