Dopo che una delegazione statunitense ha incontrato il Presidente Nicolas Maduro un gruppo di Senatori capeggiati da Marco Rubio ha presentato una proposta di legge per impedire l’importazione di petrolio dal Venezuela e dall’Iran.
Alla ricerca di nuovi fornitori per sostituire il petrolio russo l’amministrazione di Joe Biden ha incontrato il Presidente venezuelano Maduro lo scorso sabato. Nella riunione di cui Maduro ha dato conto durante un discorso televisivo lunedì è stata affrontata anche la spinosa questione petrolifera. Infatti è stata messa sul piatto la possibilità da parte degli Stati Uniti di tornare ad acquistare greggio dal paese sud americano che per anni è stato sottoposto a sanzioni economiche proprio dagli stessi Stati Uniti.
In questo quadro di possibili revisioni delle relazioni diplomatiche tra i due paesi l’acerrimo nemico del Venezuela e di Cuba , il Senatore Marco Rubio assieme ad un gruppo di membri della camera alta, ha presentato una proposta di legge per impedire che il paese nord americano possa acquistare greggio dal Venezuela ed in previsione anche dall’Iran.
La proposta di legge, denominata “Legge di prevenzione contro l’appacificamento sbagliato e del finanziamento dei regimi destabilizzatori” è stata presentata, oltre che da MarcoRubio, anche dai Senatori Dan Sullivan, Steve Daines, Kevin Cramer, Roger Marshall, Thom Tillis, John Hoeven, Rick Scott e James Lankford, secondo un comunicato stampa dell’ufficio del senatore della Florida. Questa legge, se approvata, impedirebbe agli Stati Uniti di ricorrere al petrolio venezuelano ed iraniano per rimpiazzare quello proveniente dalla Russia dopo che Joe Biden ha recentemente impedito la sua importazione.
Rubio ha criticato il fatto che l’amministrazione Biden scelga di “riavvicinarsi alle dittature in Iran e Venezuela in cambio di petrolio e false promesse”. Scrive a tale proposito su Twitter il Senatore della Florida che “Se Biden farà un patto con Maduro per il petrolio di cui non abbiamo bisogno, avrà condannato il Venezuela a vivere sotto una dittatura narco-socialista per una generazione e avrà dato un enorme impulso al regime di Cuba”, aggiunge poi “che “In nessun caso dovremmo incanalare denaro nelle mani di dittatori e narcoterroristi che sono anche alleati di Vladimir Putin”.
Sulla stessa linea Sullivan ha descritto un possibile accordo tra gli Stati Uniti ed il Venezuela e l’Iran, che non è stato confermato da nessuna delle parti, come un “suicidio della sicurezza nazionale”.
Hoeven ha affermato che invece di concludere accordi, gli Stati Uniti “devono mantenere la pressione” su queste due nazioni” e “non allentare le sanzioni sulla loro principale fonte di entrate”.
Dopo aver elogiato la precedente amministrazione statunitense di Donald Trump per aver reso gli Usa “indipendenti dal punto di vista energetico” e aver aumentato le sanzioni petrolifere contro alcune nazioni, i senatori hanno insistito per aumentare la produzione locale. “Il presidente deve smettere di implorare questi dittatori per più petrolio e gas e invece espandere la produzione di energia qui negli Stati Uniti”, ha detto Sullivan.
Da parte sua Rubio ha affermato che “gli Stati Uniti sono fortunati ad avere un’abbondante fornitura di petrolio e gas naturale”, che dovrebbe essere utilizzato e ha osservato che tale energia “è più pulita e offre buoni posti di lavoro ai lavoratori americani”. “Basta basta: è ora di portare a casa la produzione di energia”, ha sottolineato Rubio secondo quanto riportato da RT.
In risposta al possibile cambiamento nelle relazioni diplomatiche tra i due paesi il governo di Nicolas Maduro ha liberato due cittadini statunitensi reclusi nelle carceri venezuelane per spionaggio. Il cambiamento di posizione degli Stati Uniti non va considerato come una conversione di Joe Biden sulla strada di Caracas ma va visto come la logica conseguenza della necessità per il paese nord americano di rimpiazzare il petrolio russo. Per necessità si può anche cambiare idea in barba a tutti i principi.
Dal lato venezuelano invece il riavvicinamento potrà essere usato, spero, per esigere l’abbandono delle politiche sanzionatorie statunitensi che hanno reso negli ultimi anni la vita del popolo venezuelano difficile.
Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info