Queste misure, mai usate nei confronti delle molteplici invasioni degli Stati Uniti a numerosi paesi, sono anche un attentato alla cultura, in questo caso, amplificato al punto dell’inquisizione medievale contro la letteratura russa e altre manifestazioni artistiche, una sorta di neobarbarie inconcepibile nella presunta cultura europea.
Grazie alla censura contro Russia Today (RT), Sputnik e altri media russi, l’unico racconto che sembra esistere è quello di Washington.
Insieme alla NATO, gli Stati Uniti si sono autoproclamati giudici della verità mondiale e le loro piattaforme etichettano i profili dei giornalisti che lavorano per i media di origine russa, ma anche di giornalisti indipendenti e di personale tecnico che ha fornito servizi in subappalto. Nessuno ha osato fare una cosa simile con la CNN e la Fox News quando hanno reso possibile la disinformazione che culminò con il massacro di un milione di persone in Iraq, Afghanistan, Libia e in un caos sanguinoso che persiste ancora. Come se non bastasse, hanno applicato alla Russia restrizioni di visibilità e di posizionamento mediatico nei motori di ricerca di Internet che mantengono un oligopolio quasi assoluto, tutti manipolati da San Francisco.
La nostra vocazione pacifica, la nostra solidarietà con le vittime del conflitto, impone anche di allertare su questa guerra contro l’informazione, contro il giornalismo onesto e contro la cultura, una guerra che annienta concetti e valori conquistati da tutta l’umanità
Il mondo sta affrontando più di una guerra e il nostro rifiuto di accettarle deve includerle tutte. La disinformazione è un crimine contro la cultura, e nelle attuali circostanze favorisce l’apogeo del neofascismo e di altri mali.
7 marzo 2022
Presidenza Nazionale dell’Unione dei Giornalisti di Cuba