Brian Wilson, censurato eroe della pace
Brian Wilson è stato un ufficiale dell’aviazione USA durante la guerra del Vietnam. Gli orrori vissuti hanno cambiato il suo modo di pensare e la sua vita. Si è convertito in un attivista per la pace e, per anni, l’FBI e la CIA lo hanno indagato come “terrorista”.
Durante gli anni ’80, il Nicaragua ha sofferto una terribile guerra sporca da parte del governo di Ronald Reagan e Wilson si è unito alla solidarietà con la Rivoluzione sandinista.
Il 1 settembre 1987, ha preso parte ad un’azione di resistenza non violenta in California, fuori dalla Naval Weapons Station di Concord. Si è seduto sui binari per fermare un treno con armi destinate ai Contras nicaraguensi.
Cinquanta attivisti, testimoni a sostegno dell’atto, avevano ipotizzato il suo arresto per disobbedienza civile, come stabilito dalla legge.
Ma non prevedevano che il treno accelerasse la sua velocità. Il conduttore aveva ricevuto un ordine espresso: non fermarsi. Il convoglio ha distrutto le gambe di Wilson, che le ha perse per sempre. Ha sofferto 19 fratture ossee e craniche.
L’attivista ha poi ricevuto la Medaglia Augusto César Sandino. E, molto recentemente, nel 2020, è stato nuovamente decorato nell’Assemblea Nazionale del Nicaragua, come “esponente vivente del sacrificio per la pace” e “contro la politica interventista dell’imperialismo yankee”.
Ma Brian Wilson non è mai invitato a trasmissioni televisive, né negli USA né in Europa. Né interessa a giornali come il New York Times. Perché il suo messaggio non è cambiato in questi 35 anni: il governo USA –lui sostiene- è il più grande pericolo per la pace, la sovranità e la democrazia nel mondo.
Brian Wilson, censurado héroe de la paz
Brian Wilson fue oficial de la Fuerza Aérea de EEUU en la guerra de Vietnam. Los horrores vividos cambiaron su forma de pensar y su vida. Se convirtió en un activista por la paz y el FBI y la CIA lo investigaron, durante años, por “terrorista”.
Durante la década de los años 80, Nicaragua sufrió una terrible guerra sucia por parte del Gobierno de Ronald Reagan, y Wilson se unió a la solidaridad con la Revolución Sandinista.
El 1 de septiembre de 1987, tomó parte en una acción de resistencia no violenta en California, a las afueras de la Estación Naval de Armas de Concord. Se sentó en las vías para detener un tren con armas destinadas a la Contra nicaragüense.
Cincuenta activistas, testigos de apoyo al acto, tenían asumido su arresto por desobediencia civil, tal como establecía la ley.
Pero no preveían que el tren acelerara su velocidad. El conductor había recibido una orden expresa: no detenerse. El convoy destrozó las piernas de Wilson, que las perdió para siempre. Sufrió 19 fracturas de huesos y de cráneo.
El activista recibió entonces la Medalla Augusto César Sandino. Y, muy recientemente, en 2020, fue de nuevo condecorado en la Asamblea Nacional de Nicaragua, como “exponente vivo de sacrificio por la paz” y “contra la política intervencionista del imperialismo yanqui”.
Pero Brian Wilson jamás es invitado a los platós de televisión, ni de EEUU ni de Europa. Tampoco es de interés de diarios como The New York Times. Porque su mensaje no ha cambiado en estos 35 años: el Gobierno de EEUU –sostiene- es el mayor peligro para la paz, la soberanía y la democracia en el mundo.