Il Parlamento Italiano ospita gli oppositori che vogliono destabilizzare Cuba

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Nel bel mezzo di un conflitto doloroso tra Russia e Ucraina, che minaccia una grave crisi economica e una possibile terza guerra mondiale, osserviamo il totale allineamento del governo italiano con le posizioni NATO articolate dall’Occidente.

In questo contesto, solo pochi giorni fa, abbiamo appreso la triste notizia che alcuni parlamentari italiani nella Commissione Permanente dei Diritti Umani, dove si intendeva analizzare l’impegno dell’Italia nei confronti della comunità internazionale per la promozione e la tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni, hanno dato voce agli oppositori cubani residenti all’estero Rosa María Paya -leader del progetto Cuba Decide- e ai fratelli Marco Antonio e Julio Antonio Rodríguez Pellitero -Presidente e Segretario Generale dell’Associazione Cubana per la Democrazia-.

La petizione presentata al Parlamento Europeo, dove viene denunciata una presunta violazione dell’Accordo di Dialogo Politico e Cooperazione tra Cuba e l’Unione Europea (PDCA), chiedendone la sospensione, nonché la nomina di un Rappresentante Speciale Europeo incaricato di sovrintendere all’attuazione di questo Accordo non è altro che un nuovo rilancio delle pretese degli avvocati di Pellitero, che, dall’inizio del 2022, hanno fatto pressioni sull’UE con questi obiettivi.

Guardando indietro, troviamo precedenti risalenti a gennaio, quando gli avvocati di Pellitero hanno intentato una causa in un procedimento giudiziario contro la Commissione Europea per “omissione” dell’Accordo di Dialogo Politico tra Bruxelles e L’Avana. Allo stesso modo, a febbraio, le organizzazioni del Consiglio Europeo-Cubano e ancora una volta l’Associazione Cubana per la Democrazia hanno esortato il parlamento lituano a “comunicare formalmente” la sua decisione di non ratificare il PDCA tra l’UE e Cuba. E come se non bastasse, i loro nomi compaiono anche in una lettera inviata alla catena Radiotelevisione Italiana Spa (RAI) il cui intento era proprio quello di boicottare la manifestazione Cuba del Premio Musicale Sanremo, che si sarebbe tenuta nell’isola dal 5 al 10 aprile.

Niente di ciò che fanno riesce a sorprenderci. Le azioni della cosiddetta “società civile” – che altro non è che un’opposizione mal pagata dal governo degli Stati Uniti – cercano di ripensare l’isola con valori occidentali basati sui presunti “principi di libertà di espressione e di manifestazione”.  Per raggiungere questi obiettivi devono dare al mondo un’immagine di ingovernabilità e violazione dei diritti fondamentali.

La domanda è: come riuscirci?

La risposta si trova nel mese di luglio dello scorso anno, quando si sono svolte manifestazioni pubbliche sfociate in recenti decisioni giudiziarie che hanno condannato severamente alcuni manifestanti. Come è noto, il tutto è stato orchestrato dagli USA con il sostegno dei soliti circoli controrivoluzionari, che hanno cercato di destabilizzare il Paese approfittando delle difficoltà causate dalla pandemia e dalle carenze economiche causate dal blocco che dura da più di sessant’anni.

Idee come la mancanza di libertà, la negazione dei diritti umani, la repressione e la sofferenza di una dittatura, sono gli elementi esposti dall’opposizione cubana in tutti gli scenari internazionali, includendo purtroppo questo nuovo tentativo davanti al Parlamento italiano.

Tuttavia, è vergognoso che i nostri parlamentari si siano prestati per scopi così vili, dimostrandosi in totale contraddizione con il profondo sentimento di gratitudine del popolo italiano verso il popolo cubano. I nostri cittadini conoscono in prima persona i valori di solidarietà promossi dal governo cubano, che, nel mezzo della difficile pandemia di Covid-19 in Italia, ha inviato disinteressatamente brigate mediche nelle zone più colpite del nostro Paese, dimostrando così l’efficacia delle politiche di tutela della salute difese dall’isola caraibica.

I legami che uniscono i nostri popoli vanno al di là di quelli citati nell’area della salute. Cuba e l’Italia hanno rapporti storici di convivenza, fratellanza e mutua cooperazione. Eventi come questo, avvenuti il giorno ??19 in Parlamento, provocano un forte senso di vergogna.

Mentre tutto questo accade, gli Stati Uniti finanziano attraverso la NED un progetto contro Cuba, Nicaragua, Venezuela e Bolivia. Nel caso cubano si chiama “Isola della Prigione” e l’obiettivo è espellere Cuba dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Il progetto fa parte di una strategia di epurazione che scaturisce del recente voto contro la Russia che lascia il Consiglio dei diritti umani e nel caso cubano il suo principale promotore è Orlando Gutiérrez Boronat, leader dell’organizzazione terroristica del Direttorato Democratico Cubano (DDC), con sede a Miami, che ha chiesto più volte al governo Usa di intervenire militarmente a Cuba.

Il DDC è un canale della nota lobby anticubana Cuban-American National Foundation (FNCA) che ha ricevuto pubblicamente 650.000 dollari dalla NED nel 2021. Il progetto “Isola della Prigione” non è proprio della DDC ma fa parte di una strategia globale del Dipartimento di Stato nordamericano e in Europa opera attraverso le ONG “Center for a Free Cuba”, “Cuban Human Rights Observatory” e “Cuban Prisoners Defend”.

La Commissione per i diritti umani è usata come arma politica, oggi contro la Russia o Cuba, domani contro qualsiasi Paese considerato “pericoloso”.

È davvero preoccupante e deprimente che il Parlamento italiano si presti a manovre di questo tipo. È necessario mobilitarsi per fermare l’espansione della guerra fredda e ripensare la cooperazione e il dialogo tra Cuba e l’Europa, dialogo storico che oggi i gruppi controrivoluzionari intendono sabotare.

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