Il tentativo USA di escludere Cuba dal Vertice delle Americhe, recentemente denunciato dal ministro degli Esteri Bruno Rodríguez Parrilla, è un’altra azione nell’escalation aggressiva dell’amministrazione Biden contro la rivoluzione cubana.
di Omar Rafael García Lazo Fonte: Al Mayadeen
Traduzione e aggiunte: GFJ
Nell’attuale contesto internazionale, dove l’egemonia USA si sta erodendo, questa azione conflittuale sembra paradossale, e si allontana sempre di più dall’appello del presidente messicano Manuel López Obrador a costruire una nuova relazione tra gli USA e l’America Latina.
Tuttavia, nella sua paranoia strategica di evitare qualsiasi spostamento regionale verso l’integrazione, la Casa Bianca punta a ricreare uno scenario di tensione nell’emisfero con diversi punti focali, tra cui Cuba.
Il democratico Biden è determinato a isolare l’isola delle Antille dalla regione, specialmente quando un piano sanitario regionale sotto la guida USA sarà oggetto di discussione al Vertice delle Americhe.
Dall’amministrazione di Donald Trump, il fermo obiettivo di Washington è stato quello di screditare il sistema sanitario cubano, la sua vocazione alla solidarietà e le sue capacità scientifiche. Distruggere il simbolismo di questa enorme conquista rivoluzionaria, e allo stesso tempo ridurre al minimo possibile le entrate di Cuba dall’esportazione di medicinali e servizi medici, è ormai diventata un’ossessione yankee.
Questa campagna, che ha incluso la pressioni diplomatiche contro i governi della regione e di altre parti del mondo, cerca di costruire nuovi “argomenti” con la vecchia e ritrita accusa di violazione dei diritti umani, questa volta puntando nientemeno che sulla “schiavitù” degli operatori sanitari cubani da parte del governo rivoluzionario.
Questa formula di “violazione dei diritti umani” tenta ora di darsi credito attraverso un insieme articolato di interventi mirati all’espulsione di Cuba dal Consiglio dei Diritti Umani.
L’emigrazione sarà un altro tema discusso al prossimo Vertice negli Stati Uniti. Dal 1959, l’emigrazione è stata usata dalle amministrazioni statunitensi come arma politica, economica e sociale contro l’isola.
L’incoraggiamento permanente dell’emigrazione illegale con incentivi destinati solo ai cubani, combinato con il rafforzamento del blocco e il rifiuto di facilitare l’emigrazione legale e ordinata, compongono un’equazione cinica e criminale che Biden sostiene. Questa volta il piano ha incluso la pressione sui governi della regione per rendere ancora più difficile il transito attraverso i loro territori.
Biden e la sua squadra sperano di mantenere la politica fallimentare di inasprire la situazione e aumentare la pressione, nella speranza che gli effetti combinati del blocco, della pandemia e della guerra in Europa generino un maggiore caos economico sull’isola e portino alla tanto attesa esplosione sociale, animati dai fatti dell’11 luglio.
Desideri VS realtà
Mentre gli USA mantengono la loro politica aggressiva e ostile, a Cuba il presidente Miguel Diaz-Canel sta guidando il popolo in quella che ha chiamato “resistenza creativa“.
Il primo segretario del Partito Comunista di Cuba ha sottolineato che non si tratta solo di resistere, ma di andare avanti grazie al talento, alla capacità, allo sforzo e all’intelligenza del popolo cubano.
In un recente incontro con militanti comunisti nella capitale, Diaz-Canel ha fatto un’analisi dettagliata della situazione nel paese, dei piani degli Stati Uniti e del corso delle strategie politiche, sociali ed economiche della rivoluzione.
Il senso critico, la profondità ideologica e la capacità tattico-strategica della nuova direzione rivoluzionaria cubana si sono ulteriormente distinti in questa analisi, anche se erano già stati confermati dai trionfi di questa nuova generazione di dirigenti che, insieme al popolo, tengono alta la bandiera del socialismo.
Le vittorie materiali ottenute dalla Rivoluzione Cubana negli ultimi due anni, tra cui quelle contro il COVID-19, il blocco e il “golpe morbido” statunitense di luglio, saranno simboleggiate dalla straordinaria marcia dei lavoratori che è stata convocata per il primo maggio.
La Plaza de la Revolución della capitale, come quelle di ogni provincia del paese, accoglierà milioni di cubani in una delle più grandi e sentite manifestazioni di coesione e unità rivoluzionaria.
Il mondo sarà testimone della forza di un popolo e della sua Rivoluzione decisi a non arrendersi di fronte alle scarsità, tanto meno di fronte alle minacce. Cuba, al di là delle bugie e delle angherie che subisce, vive e lavora per un paese più sovrano, prospero e socialista.