C’erano stati l’11 luglio e il 15 novembre e poi è arrivato il 1 maggio

Roberto Cursi  www.lantidiplomatico.it

Cuba l’11 luglio era finita su tutti i media del mondo, soprattutto su quelli occidentali, per le manifestazioni di protesta iniziate per le carenze di beni alimentari e energia elettrica causati dal duro blocco economico, commerciale e finanziario a cui è sottoposta da sessanta anni, diventato ancor più crudele con l’amministrazione Trump e tutt’oggi continua con Biden. Poi c’è stato il 15 novembre, con il tentativo di ripetere le proteste, e ora abbiamo rivisto i cubani in piazza per il 1° maggio.

Le proteste dell’11 luglio sono state anche teatro del protagonismo di alcuni cubani che, contestando il governo, hanno compiuto violenze, saccheggi e atti vandalici in varie località del Paese.

Su queste proteste si sono consumati fiumi d’inchiostro annunciando l’imminente fine del sistema socialista cubano per volontà del suo popolo che si stava ribellano ad una “crudele e oppressiva dittatura”.

In quei giorni ho scritto abbastanza su quelle proteste, sulla loro strumentalizzazione dei media e delle tante fake news che le hanno accompagnate, e quindi non mi ripeto.

Sull’onda dell’attenzione mediatica su Cuba, ancora non spenta del tutto dalla giornata dell’11 luglio, l’intelligence USA, senatori del Congresso americano e la comunità anticastrista di Miami, avevano organizzato per il 15 novembre una marcia nell’Isola.

Il loro intento era voler dimostrare al mondo intero che quelle proteste avvenute in estate erano solo l’inizio di una più seria opposizione al governo dell’Isola, pronta a scendere di nuovo in piazza nelle varie città per ribellarsi a quello che gli organizzatori definiscono un sistema socialista “oppressivo, illiberale e violatore dei diritti umani”, contro il quale speravano di vedere in strada decine di migliaia di cubani a dimostrarlo.

Anche in questo caso non mi ripeto nel dire come sono andate le cose, avendo scritto più di un articolo al riguardo.

Ma la grande occasione per il popolo cubano per dimostrare al mondo intero quanta voglia abbia di liberarsi da una dittatura “crudele e oppressiva” e di rovesciare il loro sistema socialista per approdare ad una liberal democrazia, gliel’ha data la giornata del 1° maggio, come dimostrano queste immagini:

https://www.youtube.com/watch?v=hGSAJbiH5xE

Anche questi che seguono sono video, ma sono veramente piccole “pillole” per capire ancora meglio.

In questo video ci sono immagini dei cortei delle più importanti città di Cuba, con brevi frasi rubate a chi sfilava tra la folla.

In questo si ascoltano commenti di stranieri che hanno partecipato ai cortei. Nell’occasione sono arrivati a Cuba circa duemila tra leader sindacali, attivisti sociali e di organizzazioni di solidarietà, rappresentando 73 differenti Paesi per celebrare la Festa del Lavoro insieme ai cubani.

Davanti a questa folla oceanica presente in ogni città cubana, e mai vista in nessun altro corteo al mondo per il 1° maggio, si è dovuta arrendere addirittura “Euronews”, mettendo questo titolo al suo video: “La parata del Primo Maggio torna a Cuba con un imponente atto politico”.

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Articolo sull’11 luglio: “La dittatura dell’algoritmo”. L’hastag #SOSCUBA e le menzogne dei media

Articolo sul 15 novembre: “Cuba, l’oppositore Yunior García diserta le manifestazioni del 15 Novembre”.

Epilogo del 15 novembre: “Desaparecido? No, turista a Madrid. Cuba, il triste epilogo dell’oppositore Yunior Garcia

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