Norelys Morales Aguilera – Blog “Isla mía”
Che cosa deve imparare Cuba dalle elezioni in Europa o negli USA?
Questa domenica 19 aprile si sono svolte a Cuba le chiamate “elezioni parziali”, in cui si eleggono i delegati/e alle assemblee municipali del Potere Popolare.
Ma i media internazionali ci ripetono ancora una volta che queste elezioni a Cuba non servono, non sono legittime.
E certamente le elezioni a Cuba hanno carenze importanti:
La prima è che nessun candidato/a è pagato da una qualche entità, né necessita denaro per presentarsi alle elezioni.
Due, che ogni cittadino/a ha il diritto di eleggere e di essere eletto. Qualsiasi: non è necessario militare in un’organizzazione o avere l’appoggio di ricchi imprenditori.
Tre. A Cuba, davanti all’immagine che trasmettono i media, i cosiddetti “oppositori” -o “dissidenti”- sì possono candidarsi. Solo devono passare un difficile processo: essere proposti dal popolo, in assemblee aperte, nel loro quartiere. Di fatto, in queste recenti elezioni due “dissidenti” -tra più di 27000 candidati in tutto il paese- ottennero arrivare alle elezioni, anche se, alla fine, le hanno perse. E non gli è successo assolutamente nulla.
Quattro. Nelle elezioni a Cuba non intervengono partiti, né vi è propaganda elettorale. Si pubblica ed espone, esclusivamente, la biografia professionale e politica delle persone proposte nelle assemblee di quartiere. Neppure si permette ai mezzi di comunicazione di promuovere un qualsiasi candidato.
E cinque. Quel delegato/a che non soddisfa il mandato del popolo che l’ha proposto ed eletto, può essere revocato, in qualsiasi momento, in un’assemblea di quartiere.
Queste sono alcune delle carenze dell’imperfetta democrazia cubana. Lacune che la separano dall’ideale della democrazia occidentale, estesa in tutto il mondo grazie alla protezione e salvacondotto di banche, eserciti della NATO e dei mezzi di comunicazione.
E’ che Cuba, certamente, ha molto da imparare …
¿Qué debe aprender Cuba de las elecciones en Europa o EEUU?
Cubainformación TV – Basado en un texto de Norelys Morales Aguilera – Blog “Isla mía”.-
Este domingo 19 de abril se celebraban en Cuba las llamadas “elecciones parciales”, en las que se elegían delegadas y delegados a las asambleas municipales del Poder Popular.
Pero los medios internacionales nos repiten una y otra vez que estas elecciones de Cuba no sirven, no son legítimas.
Y, ciertamente, las elecciones de Cuba tienen carencias importantes:
La primera, que ningún candidato o candidata es pagado por entidad alguna, ni necesita dinero para presentarse a la elección.
Dos, que todo ciudadano o ciudadana, tiene derecho a elegir y ser elegido. Cualquiera: no es necesario militar en una organización o poseer el respaldo de ricos empresarios.
Tres. En Cuba, frente a la imagen que transmiten los medios, los llamados “opositores” –o “disidentes”- sí pueden postularse. Solo deben pasar un engorroso trámite: ser propuestos por el pueblo, en asambleas abiertas, en su vecindario. De hecho, en estas recientes elecciones dos “disidentes” –entre más de 27.000 candidatos en todo el país- consiguieron llegar a las elecciones, aunque, finalmente, las perdieron. Y no les ha pasado absolutamente nada.
Cuatro. En las elecciones de Cuba no intervienen partidos, ni existe propaganda electoral. Se publica y expone, exclusivamente, la biografía profesional y política de las personas propuestas en las asambleas barriales. Tampoco se permite a los medios de comunicación promover a candidato alguno.
Y cinco. Aquel delegado o delegada que no cumpla el mandato del pueblo que le propuso y eligió, puede ser revocado, en cualquier momento, en una asamblea vecinal.
Estas son algunas de las carencias de la imperfecta democracia cubana. Carencias que la separan del ideal de democracia occidental, expandida por todo el mundo gracias a la protección y salvoconducto de bancos, ejércitos de la OTAN y medios de comunicación.
Y del que Cuba, sin duda, tiene tanto que aprender…