Messaggio del Presidente Díaz-Canel al Vertice dei Popoli

La solidarietà non è solo un principio inseparabile della pratica rivoluzionaria. È l’arma più formidabile per quelli che credono nel potere delle masse, nella forza tellurica dei popoli mobilitati e nella lotta ispiratrice per la giustizia sociale

Caro Manolo, compagne e compagni che partecipano al Vertice del Popoli:

Non mi sono sbagliato quando ho detto che non sarei andato al Vertice delle Americhe, ma che la voce di Cuba ci sarebbe stata.

Voi siete la nostra voce. La Rivoluzione lo ha sempre messo in chiaro: dove i governi ci negano la parola, il popolo sarà lì a rappresentarci, a parlare per noi.

Così è stato dai tempi del Ministero delle Colonie, governi spinti dall’impero perché rompessero con Cuba e fossero obbedienti all’ordine del padrone, con l’onorevole eccezione del Messico.

Da questa intesa nasce l’ICAP, l’Istituto Cubano dell’Amicizia con i Popoli.

La solidarietà non è solo un principio inseparabile della pratica rivoluzionaria. È l’arma più formidabile per quelli che credono nel potere delle masse, nella forza tellurica dei popoli mobilitati e nella lotta ispiratrice per la giustizia sociale.

Ovunque ci siano popoli in lotta, ci sarà sempre Cuba. E ovunque sia Cuba, ci saranno popoli in lotta.

La lotta che condividiamo oggi viene dai secoli scorsi ed è costata il sangue dei migliori figli della Patria Grande. È contro il tentativo di ri-colonizzazione del potente vicino nelle nostre terre in America. È contro lo spirito della Dottrina Monroe che continua ad essere la guida politica degli Stati Uniti ed il fulcro politico per la nostra regione.

È contro le politiche imperiali di sanzioni e punizioni per i governi che non vi si sottomettono. È contro la pretesa dei politici statunitensi di costituirsi come poliziotti e giudici supremi, determinati a decretare chi dovrebbero essere i nostri governanti e persino la nostra società civile.

Cuba è stata la prima nazione latinoamericana esclusa dalle alleanze emisferiche per insubordinazione all’impero. Altri ci avevano già provato e hanno imposto loro golpe di stato, dittature, terrore transnazionale come l’operazione Condor.

Hanno espulso Cuba dall’OSA, l’hanno separata dal suo ambiente naturale, hanno finanziato le invasioni e tuttora finanziano diverse aggressioni contro la Rivoluzione. Siamo gli onorevoli sopravvissuti a 60 anni di blocco e per la vergogna di questo potente impero, 30 volte più grande della nostra Isola, siamo tra i paesi dell’emisfero con i migliori tassi di istruzione, salute e proprio sviluppo scientifico.

Oggi Venezuela, che è solidale, è anche punito con arroganza, e gli rubano i suoi fondi monetari, i suoi beni all’estero ed ignorano il suo governo legittimo. E si gettano ferocemente sul collo del Nicaragua, che tante volte nella storia hanno cercato di conquistare ed una volta sono riusciti a sottometterlo con una dittatura fortemente sponsorizzata da Washington.

I popoli lo sanno. I popoli hanno memoria. I popoli, che hanno prodotto il Vertice che l’impero voleva impedire, ed anche i governi degni che non hanno creduto la denuncia ed hanno parlato anche per noi, tutti capiscono che se dove prima c’era una nazione castigata, ora ce ne sono tre, domani saranno dieci, ma se la gente si schiera, il gigante delle sette leghe che percorre il cielo ingoiando i mondi non passerà.

Grazie a questa comprensione, il IX Vertice delle Americhe non sarà esattamente ciò che intendevano i suoi organizzatori. La solidarietà era presente anche dove non era invitata, dove non la volevano.

Per questo vi chiedo di condividere i miei più sinceri ringraziamenti ai governi della regione che si sono fermamente opposti all’esclusione di Cuba, Venezuela e Nicaragua dal Vertice delle Americhe.

Il nostro speciale riconoscimento è dovuto al Presidente Andrés Manuel López Obrador del Messico, al Primo Ministro di Saint Vincent e Grenadine Ralph Gonsalves, ai Presidenti della Bolivia Lucho Arce e dell’Honduras Xiomara Castro, ed ai tanti altri leader e capi dei Caraibi e dell’America Latina, delegazioni che durante il Vertice stesso hanno respinto l’esclusione di Cuba ed il blocco criminale contro il nostro popolo.

Gli Stati Uniti non sono il nemico. Gli Stati Uniti dei lavoratori, dei nativi e degli immigrati, anch’essi esclusi, non una volta ma ogni giorno, dall’impero spietato del mercato, quegli Stati Uniti che ci presentate, ribelli e contestatori, decisi e solidali, non sono e non lo saranno mai i nemici.

Grazie, fratelli e sorelle, per rendere noto quello che i poderosi hanno voluto censurare e nascondere per tanto tempo. 

Grazie per dare voce agli esclusi. Grazie per dipingere di speranze l’orizzonte. Grazie per ratificarci nuovamente che un mondo migliore è possibile.

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