Aborto, casa e salute negli USA: una scuola di diritti umani per Cuba

José Manzaneda, coordinatore di Cubainformacion

La scorsa settimana, in Texas (USA), 53 migranti sono morti per asfissia all’interno di un camion. Provenivano da diversi paesi centroamericani (1), della cui situazione sociale o politica non leggiamo, negli articoli, una sola parola. Nel camion non c’erano, -benché avrebbero potuto esserci, senza dubbio – migranti provenienti da Cuba. Allora sì verremmo a sapere delle difficoltà economiche che li hanno portati ad emigrare (2)?

Salida, località del Colorado (USA), ha revocato il divieto di dormire all’interno dei veicoli (3). Con uno scopo, ovviamente… imprenditoriale. Così, ristoranti e aziende turistiche non rimarranno più senza personale, che lasciava la città perché non poteva pagare gli alti affitti.

Negli USA ci sono centinaia di aree urbane dove vivono, in baracche e tende, migliaia di senzatetto. A Oakland, California, una località di 400000 abitanti, più di 4000 vivono per strada (4). Il 70% sono neri.

Un recente studio della Yale University segnala che, se fosse esistito un sistema sanitario pubblico per tutti, solo in un anno della pandemia, 2020, negli USA si sarebbero salvate 220000 vite (5). Dello studio ne veniamo a conoscenza, naturalmente, attraverso media alternativi (6) … o russi. E un piccolo confronto, che neppure leggerete sulla “stampa seria”. A Cuba la vaccinazione anti-Covid è quasi totale (7) e 21 punti percentuali superiore rispetto a quella USA (8), paese che presenta un tasso di mortalità quattro volte superiore a quella dell’Isola bloccata (9).

Conclusione: gli USA sono una scuola di diritti umani per paesi come Cuba. Lo confermeranno i camerieri del Colorado che vivono in auto, i senzatetto di Oakland o le famiglie di coloro che sono morti per non poter pagare un’assicurazione medica.

O le donne, dopo la decisione della Corte Suprema di abolire l’aborto come diritto costituzionale (10), che ha già lasciato il posto al suo divieto totale in gran parte del Paese (11). Naturalmente, acquistare e portare armi continuerà ad essere un diritto costituzionale intoccabile (12). Un altro contrasto che non leggeremo: a Cuba, da 60 anni, l’aborto è libero e viene praticato in modo sicuro e gratuito in ospedali pubblici (13).

Il bilancio della repressione poliziesca contro le recenti proteste in Ecuador è stato di cinque manifestanti morti (14). Uno di questi, a causa dello sparo di un fumogeno, a bruciapelo, direttamente al cervello (15) (16). Ma non pochi media ci hanno parlato di “manifestazioni violente” (17). Gli stessi che, un anno fa, hanno qualificato come “manifestazioni pacifiche” (18) le turbe che, a Cuba, hanno tirato pietre ad agenti di polizia e assaltato e distrutto proprietà pubbliche (19). Alejandro Sanz, Juanes, Yotuel Romero e altri artisti hanno lanciato, allora, nelle reti sociali, un “SOS Cuba” (20). E, da Miami, il suo sindaco ha chiesto un intervento militare USA (21). Avete letto, ora, qualche “SOS Ecuador”, un paese che è stato in stato di emergenza per settimane?

E un “SOS Colombia”? Perché dal 2018 ci sono stati, in quel paese, 261 massacri. 930 attivisti e dirigenti sociali sono stati assassinati per la loro azione politica di opposizione al governo di Iván Duque (22). Alcuni anni prima, durante la presidenza del suo capo politico, Álvaro Uribe, l’esercito aveva assassinato 6400 civili innocenti, falsi positivi, i cui cadaveri erano presentati come membri uccisi della guerriglia (23). Jaime Coral, un ex militare, ha riconosciuto, pochi giorni fa, di aver ucciso 54 innocenti, sotto la pressione dei suoi superiori (24). Ma già sapete… “SOS Cuba”.

Per capire cos’è la pluralità informativa, abbiamo la copertura dell’ultimo vertice della NATO a Madrid. Dibattiti senza una sola persona contraria all’Alleanza Atlantica. Televisioni, radio e giornali ripetondo in coro, come nel Nodo franchista, la propaganda di guerra contro la Russia (25). Neppure una delle dichiarazioni di Daniela Ortiz, artista che ha chiesto di rimuovere le sue opere dal Museo Reina Sofia come protesta per ospitare un evento ufficiale della NATO (26)? Non sognatelo neppure. Ma immaginate che l’artista fosse cubana e che avesse deciso di rimuovere la sua opera dal Museo Nazionale di Belle Arti dell’Avana. Quanti microfoni avrebbe per raccogliere le sue dichiarazioni?

Cantanti contrari al governo cubano, come Pablo Milanés (27) e Carlos Varela (28), hanno appena tenuto grandi concerti all’Avana, con l’infrastruttura e la diffusione del Ministero della Cultura. A Miami, invece, decine di artisti dell’isola non possono dare concerti, per il peccato di non manifestarsi contro la Rivoluzione (29). Il salvacondotto per superare il periodo sanzionatorio e revocare il veto? Umiliarsi, chinare la testa, rinnegare il passato e unirsi al coro fanatico dell’estrema destra. Così hanno fatto Gente de Zona e Descemer Bueno (30). Ma dove c’è libertà artistica, non lo dimenticate, è negli USA, non a Cuba.

“Non si tratta di musica, si tratta di libertà”: è il titolo di un reportage del quotidiano USA Today sulle proteste del luglio 2021 a Cuba (31). Se provate a leggerlo oggi, vedrete che, come altri 22 testi della giornalista Gabriela Miranda, è stato ritirato, dopo che si è scoperto che le sue fonti erano inventate (32). Ma continuiamo a credere e ad avere fiducia nella stampa libera, nei diritti e ovviamente… nella NATO.

Aborto, vivienda y salud en EEUU: una escuela de derechos humanos para Cuba

José Manzaneda, coordinador de Cubainformación

La pasada semana, en Texas (EEUU), 53 migrantes murieron por asfixia, en el interior de un camión. Procedían de varios países de Centroamérica (1), sobre cuya situación social o política no leemos, en las notas, ni una sola palabra. En el camión no había –aunque podía haber habido, sin duda- migrantes de Cuba. ¿Verdad que entonces sí nos enteraríamos de las penurias económicas que les hicieron emigrar (2)?

Salida, localidad de Colorado (EEUU), ha levantado la prohibición de dormir en el interior de los vehículos (3). Con un fin, por supuesto… empresarial. Así, los restaurantes y empresas de turismo ya no se quedarán sin personal, que se iba de la ciudad por no poder pagar sus elevados alquileres.

En EEUU, hay centenares de áreas urbanas donde habitan, en chozas y tiendas de campaña, miles de personas sin hogar. En Oakland, California, una localidad de 400 mil habitantes, más de 4.000 viven en la calle (4). El 70 % son personas negras.

Un reciente estudio de la Universidad de Yale señala que, de haber existido un sistema de salud pública universal, solo en un año de la pandemia, 2020, en EEUU se habrían salvado 220 mil vidas (5). Del estudio nos enteramos, por supuesto, por medios alternativos (6)… o rusos. Y una pequeña comparación, que tampoco leerán en la “prensa seria”. En Cuba, la vacunación anti-Covid es casi total (7) y 21 puntos porcentuales superior a la de EEUU (8), país que presenta una letalidad cuatro veces superior a la de la Isla bloqueada (9).

Conclusión: EEUU es una escuela de derechos humanos para países como Cuba. Se lo confirmarán los camareros de Colorado que viven en autos, las personas sin techo de Oakland, o las familias de quienes han muerto por no poder pagar un seguro médico.

O las mujeres, tras la decisión de la Corte Suprema de abolir el aborto como derecho constitucional (10), que ya ha dado paso a su prohibición total en gran parte del país (11). Eso sí, comprar y portar armas seguirá siendo un derecho constitucional intocable (12). Otro contraste que no leeremos: en Cuba, desde hace 60 años, el aborto es libre y se realiza de manera segura y gratuita en hospitales públicos (13).

El saldo de la represión policial contra las recientes protestas en Ecuador fue de cinco manifestantes muertos (14). Uno de ellos, por el disparo de una bomba de humo, a quemarropa, directa al cerebro (15) (16). Pero no pocos medios nos hablaron de “manifestaciones violentas” (17). Los mismos que, hace un año, calificaron como “manifestaciones pacificas” (18) a las turbas que, en Cuba, apedrearon a policías y asaltaron y destruyeron propiedades públicas (19). Alejandro Sanz, Juanes, Yotuel Romero y otros artistas lanzaron entonces, en las redes sociales, un “SOS Cuba” (20). Y, desde Miami, su alcalde pidió una intervención militar de EEUU (21). ¿Han leído ahora algún “SOS Ecuador”, un país que ha estado bajo estado de excepción durante semanas?

¿Y un “SOS Colombia”? Porque desde 2018 ha habido en ese país 261 masacres. 930 activistas y líderes sociales han sido asesinados por su acción política opositora al gobierno de Iván Duque (22). Unos años antes, en la presidencia de su jefe político, Álvaro Uribe, el ejército asesinó a 6.400 civiles inocentes, falsos positivos, cuyos cadáveres eran presentados como miembros abatidos de la guerrilla (23). Jaime Coral, un ex militar, reconocía, hace unos días, que asesinó a 54 inocentes, presionado por sus superiores (24). Pero ya saben… “SOS Cuba”.

Para entender qué es la pluralidad informativa tenemos la cobertura de la última cumbre de la OTAN en Madrid. Tertulias sin una sola persona contraria a la Alianza Atlántica. Televisiones, radios y diarios repitiendo a coro, como en el Nodo franquista, la propaganda de guerra contra Rusia (25). ¿Siquiera unas declaraciones de Daniela Ortiz, artista que pidió retirar sus obras del Museo Reina Sofía en protesta por albergar este un acto oficial de la OTAN (26)? Ni lo sueñen. Pero imaginen que la artista fuera cubana, y que hubiera decidido retirar su obra del Museo Nacional de Bellas Artes de La Habana. ¿Cuántos micrófonos tendría para recoger sus declaraciones?

Cantantes opuestos al gobierno de Cuba, como Pablo Milanés (27) y Carlos Varela (28), acaban de dar grandes conciertos en La Habana, con la infraestructura y la difusión del Ministerio de Cultura. En Miami, por contra, decenas de artistas de la Isla no pueden dar conciertos, por el pecado de no manifestarse contra la Revolución (29). ¿El salvoconducto para pasar el periodo de sanción y levantar el veto? Humillarse, agachar la cabeza, renegar del pasado y unirse al coro fanático de la ultraderecha. Así lo hicieron Gente de Zona y Descemer Bueno (30). Pero donde hay libertad artística, no lo olviden, es en EEUU, no en Cuba.

“No se trata de música, se trata de libertad”: es el titular de un reportaje del diario USA Today, sobre las protestas de julio de 2021 en Cuba (31). Si tratan de leerlo hoy, verán que, como otros 22 textos de la periodista Gabriela Miranda, ha sido retirado, tras descubrirse que sus fuentes fueron inventadas (32). Pero sigamos creyendo y confiando en la prensa libre, en los derechos humanos y ¿cómo no?… en la OTAN.