Bolivia: sovranità economica, paese stabile e inflazione più bassa della regione

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La Bolivia gode di ottima salute. Con il ritorno al governo del MAS il paese ha ripreso a crescere e ad applicare quella politica economica conosciuta come ‘Evonomics’, il cui regista è stato l’attuale presidente Luis Arce, che sotto la presidenza di Evo Morales ha portato la Bolivia a crescere costantemente e migliorare le condizioni di vita materiali della popolazione. Una politica basata principalmente sugli investimenti pubblici, il rafforzamento del mercato interno e la redistribuzione della ricchezza ai settori sociali più vulnerabili.

Erano invece bastati pochi mesi di governo golpista per distruggere quanto costruito in anni di governo socialista del MAS, con un paese piombato in crisi economica, la povertà estrema che tornava a far capolino e il collasso sanitario causato dal Covid.

La ripresa della Bolivia, avvenute grazie al governo socialista e che prosegue nonostante la congiuntura internazionale non facile è confermata dall’agenzia Bloomberg che riporta come numero crescente di argentini detiene i propri risparmi nella valuta boliviana (Bolivianos), anziché nel dollaro statunitense.

La Bolivia ha il tasso di inflazione più basso della regione e la sua moneta stabile è il risultato di una politica monetaria prudente del governo socialista del Paese.

L’inflazione annuale dell’Argentina ha raggiunto il 50,9% nel 2021 e la costante svalutazione della sua moneta ha costretto molti a conservare i propri risparmi in forme diverse, che in passato includevano dollari USA, oro e persino criptovalute. Tuttavia, una recente legge ha limitato l’accesso ai dollari USA, inducendo molti nel nord del Paese ad acquistare Bolivianos, la moneta boliviana che ha mantenuto un valore stabile rispetto al dollaro per oltre un decennio.

Il viceministro delle Autonomie della Bolivia, Alvaro Ruiz, ha accolto con favore la notizia, affermando: “Nel nord dell’Argentina non risparmiano in dollari o in pesos, ma in Bolivianos. Siamo orgogliosi di avere un nostro modello economico, progettato dal nostro presidente Luis Arce, con una moneta forte, stabilità economica e certezza del futuro. La Bolivia è un Paese forte e dignitoso!”.

Secondo un rapporto di fine anno del FMI, l’inflazione accumulata dalla Bolivia nel 2021 è stata solo dello 0,51%. Il portale Kawsachun News ha discusso con l’economista Mike Gemio di come il governo di Luis Arce abbia raggiunto questo risultato:

«L’aspetto più importante è la “bolivianizzazione” dell’economia, ovvero la sovranità economica. Soprattutto sulla politica monetaria. Alcuni Paesi optano per l'”indipendenza” della Banca Centrale, ma in realtà l’apparato economico deve funzionare secondo una linea politica concordata e dal 2006 con Evo Morales siamo riusciti a farlo con risultati positivi. La sovranità economica ci ha dato la libertà di fissare i tassi di interesse e di controllare l’offerta di moneta per garantire che non si generino pressioni inflazionistiche.

Un altro fattore importante è la sicurezza alimentare. Le aziende statali hanno svolto un ruolo fondamentale in questo senso, ad esempio abbiamo l’EMAPA che controlla i prezzi dei beni di base e immagazzina scorte di prodotti come il grano e la carne bovina che possono essere rilasciate in momenti strategici per correggere i prezzi in caso di problemi alla catena di approvvigionamento. Anche il Ministero dello Sviluppo Rurale svolge un ruolo chiave attraverso il supporto tecnico agli agricoltori, i sussidi e l’aiuto agli agricoltori per il trasporto e lo stoccaggio. Tutte queste sono politiche statali volte a garantire che il prezzo dei prodotti alimentari di base non aumenti, e le statistiche dimostrano che ciò ha avuto successo.

Il terzo fattore è la nazionalizzazione dell’energia in Bolivia. Grazie alla nazionalizzazione del gas e ai sussidi alla pompa, possiamo garantire che i prezzi del carburante non aumentino. L’opposizione in Bolivia si oppone a questa politica e vuole che ripristiniamo il modello di libero mercato che in questo momento sta portando all’aumento dei prezzi in altri Paesi».

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