Il mondo si trova nel bel mezzo di una crisi energetica. Per essere più precisi il mondo occidentale si trova nel bel mezzo di una crisi energetica che promette di avere effetti devastanti sulle economie di quei paesi che hanno deciso di aderire alle folli sanzioni contro la Russia.
A tal proposito un paese che da anni soffre per le medesime sanzioni draconiane che adesso vengono imposte alla Russia, come il Venezuela, si dichiara disposto di esportare tutti i prodotti necessari per superare l’attuale crisi energetica globale.
“Dico all’Europa e all’Unione europea, e al presidente degli Stati Uniti Joe Biden: ‘Il Venezuela è qui’. Il Venezuela sarà sempre qui e il nostro petrolio e il nostro gas saranno sempre presenti per stabilizzare il mondo e aiutarlo”, ha affermato il presidente bolivariano durante un evento presso la Petrocedeño, una filiale di Petróleos de Venezuela (PDVSA) nello Stato di Anzoátegui.
Nel suo discorso Maduro ha affermato che, con l’attuale conflitto in Ucraina, il Venezuela è diventato sempre più importante nell'”equazione energetica e nella stabilità economica del mondo” e ha avvertito che con l’arrivo dell’inverno nell’emisfero settentrionale la crisi di approvvigionamento potrebbe essere “tragica e spaventosa”.
“Confermo all’Europa e agli Stati Uniti che il nostro Paese è pronto con petrolio e gas per stabilizzare e aiutare il mondo. Il Venezuela è pronto e preparato a esportare i nostri prodotti in tutti i mercati che lo richiedono”, ha sottolineato in un messaggio su Twitter.
Queste dichiarazioni arrivano mentre crescono i disaccordi tra i leader europei e alcuni alti funzionari che mettono in guardia dalle conseguenze della crisi sul continente, soprattutto in vista dell’alta inflazione nell’eurozona e delle difficoltà energetiche di fronte al taglio delle forniture di gas russo che Mosca collega a problemi tecnici esacerbati dalle sanzioni contro di essa oltre al ridicolo tetto al prezzo di petrolio e gas a cui pensano in maniera unilaterale i paesi occidentali.
Su questo punto la Russia ha una posizione abbastanza chiara: non venderà le proprie risorse naturali a quei paesi che decideranno di porre un tetto massimo unilaterale ai prezzi di acquisto.
Il ministro dell’Energia russo Nikolay Shulginov, secondo quanto riporta Ria Novosti, ha dichiarato in un’intervista: “La Russia non venderà gas o petrolio ai Paesi che fanno compromessi sui prezzi, l’idea è essenzialmente una collusione di cartello da parte dei Paesi occidentali”.
Tornando al Venezuela, Caracas ha risorse naturali in abbondanza e come ha ribadito Maduro il paese è pronto a tornare ad esportare il proprio petrolio ed anche il gas. Ovviamente i paesi occidentali dovranno rimuovere blocchi e sanzioni criminali che hanno imposto al paese nella vana speranza di provocare la caduta di Maduro e di conseguenza della Rivoluzione Bolivariana.