una nuova tappa nelle relazioni Iran-Venezuela
Geraldina Colotti
“Presto, nei terreni circostanti, e con l’aiuto della Repubblica Islamica dell’Iran e altri investitori, costruiremo il primo Parco scientifico-tecnologico del Venezuela, nelle immediate vicinanze dell’Istituto di Investigazioni Scientifiche, e che sarà sostenuto dalla Legge delle Zone Economiche Speciali per dare impulso alla Rivoluzione Bolivariana”. Così, il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, si è espresso nel corso dell’Expo Fiera Scientifica, Tecnologica e Industriale Iran-Venezuela, che ha aperto i battenti al pubblico nel Poliedro di Caracas tra il 16 e il 19 settembre.
Maduro suole dichiarare spesso: “siamo verità”. Vuol dire che, come faceva Chavez, il governo mantiene le promesse, rendendo conto al popolo delle sue scelte. Per questo, il presidente ha disposto di incorporare nel Consiglio Superiore di Economia tutti i settori industriali e produttivi del paese, per il recupero del parco industriale, per risollevare la produzione nazionale messa alle corde dalle misure coercitive unilaterali, per soddisfare le necessità di consumo interno e avanzare nel processo di esportazione per generare divisa.
I rappresentanti e le rappresentanti dei 17 motori produttivi dell’Agenda Economica Bolivariana, nello sviluppo del Piano di Economia per il periodo 2022-2024 sono pertanto costantemente convocati a uno sforzo collettivo che, come riconoscono gli organismi internazionali, sta dando i suoi frutti, giacché l’economia venezuelana è quella che crescerà di più nel continente.
“Le porte del Venezuela sono aperte agli investimenti”, ha detto il presidente nei suoi diversi interventi di fronte ai settori produttivi: ai quali ha dato conto dei risultati del viaggio “euro-asiatico”, compiuto a giugno per consolidare il ruolo del paese – che custodisce le prime risorse al mondo di petrolio, di oro, eccetera – nello scacchiere internazionale. Un ruolo di importanza sia economica che geopolitica, nel contesto del conflitto in Ucraina, che vede il Venezuela come punto di equilibrio nella costruzione di un mondo multicentrico e multipolare.
Un ruolo evidenziato dall’appoggio ricevuto dal Venezuela di fronte alle misure coercitive unilaterali imposte dagli USA e dai loro alleati, contro il cui rinnovo ha levato la voce la Russia, colpita da analoghe misure. Il Sottosegretario di Stato nordamericano, Brian Nichols, ha infatti dichiarato in Senato l’intenzione di intensificare le “sanzioni” contro il Venezuela se non si riprende il dialogo con l’opposizione in Messico.
Il viceministro per l’America del Nord, Carlos Ron, ha respinto al mittente le minacce, ribadendo che il Venezuela è un paese sovrano che non cede alle pressioni di nessun estorsore. Ron ha denunciato che, “nel suo discorso Nichols ha ammesso che il sequestro del diplomatico Alex Saab e quello dell’aereo Emtrasur, bloccato in Argentina, anche come ritorsione nei confronti di alcuni piloti iraniani presenti – fa parte dell’aggressione al Venezuela”.
Il presidente ha ribadito lo stesso concetto nell’ambito della Fiera scientifica, tecnologica e Industriale, che segna una nuova tappa nelle relazioni tra Caracas e Teheran, con la partecipazione di 300 imprese venezuelane e 80 iraniane, sulle 14.000 complessive di cui dispone il paese persiano.
Dagli anni di Chavez, il Venezuela ha sottoscritto oltre 300 accordi di cooperazione commerciale, industriale, finanziari, petroliferi e di infrastruttura. In questo caso, l’Iran assicurerà appoggio nella creazione di un parco industriale, fornendo consulenze in materia commerciale, energetica, sanitaria, tecnologica, scientifica, alimentare e nei trasporti. Il Venezuela conta di servirsi dell’esperienza iraniana. Un paese che, nonostante il blocco economico-finanziario a cui è stato sottoposto da quarant’anni, ha sviluppato in maniera indipendente la scienza, la tecnologia e l’economia.
Maduro e il presidente iraniano Ebrahim Raisi, che ha assunto l’incarico il 3 agosto del 2021, si sono incontrati in 5 occasioni, la più recente a giugno, durante il viaggio compiuto dal presidente venezuelano. L’importanza degli incontri bilaterali che si sono tenuti nell’ambito della Fiera è stata sottolineata dalla presenza dei vicepresidenti, Delcy Rodriguez (economia e finanza) e Tareck el Aissami (Petrolio). Venezuela e Iran sono fondatori dell’Opec. Presenti anche il ministro degli Esteri, Carlos Faria, e quello dei Trasporti, Ramón Velásquez, considerato che dall’Iran verranno importati i componenti di trattori e veicoli ad alto rendimento e poco consumo, per essere assemblati in Venezuela dall’impresa VeneIran. Determinante anche l’intervento della ministra di Scienze e Tecnologia, Gabriela Jiménez, che aveva accompagnato Maduro nel suo viaggio in Iran, a giugno. Jiménez ha mostrato a Maduro alcune delle macchine automatizzate usate in campo sanitario, sottolineando come l’Iran sia il paese che occupa il quarto posto al mondo nel settore delle nanotecnologie, e che potrà fornire al Venezuela nell’ambito degli accordi firmati. La ministra ha poi ricordato l’alto numero di donne venezuelane presenti ai più alti livelli nel settore scientifico, in controtendenza con i bassi numeri presenti nei paesi capitalisti. Per l’occasione, il presidente ha letto l’elenco dei 16 studenti che, all’ultimo anno del liceo, raccoglieranno l’invito a recarsi in Iran per un corso di scienza e tecnologia, fra il 1 e il 10 di ottobre.
Quindi, riferendosi al vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), che si è tenuto a Samarcanda, in Uzbekistan con la partecipazione di Cina e Russia, ha detto: “Il secolo XXI è quello dell’integrazione, del mondo multipolare, multicentrico, a dispetto dell’arroganza Usa. È giunto il tempo dei popoli, della cooperazione, della pace, del diritto a esistere e a svilupparsi”, ha aggiunto, riaffermando il ruolo del Venezuela in questa prospettiva.