Cade il “Muro di Miami”

Max Castro http://www.contrainjerencia.com

illeana-ros-lehtinen obama raulQualcosa di divertente è accaduto a circa tre dozzine di repubblicani di destra guidati da Ileana Ros-Lehtinen, quando erano in procinto di approvare una risoluzione per revocare la decisione di Obama di togliere Cuba dalla lista degli stati sponsor del terrorismo: hanno fallito.


Questa è una notizia. In ‘Progreso Semanal’, Sarah Stephens, una veterana attivista di un cambiamento nella politica USA verso Cuba, ha recentemente scritto sulle ragioni tecnico-legali, alle quali ha alluso Ros-Lehtinen per cercare di spiegare il motivo per cui lei ha deciso di non insistere sulla risoluzione. Stephen fa un buon lavoro scoprendo le evidenti contraddizioni nella versione di Ileana. Insomma, la vera storia sembra essere che loro non hanno ottenuto i voti necessari ed hanno inventato una scusa per salvare le apparenze ed evitare la vergogna di una sconfitta in pieno Congresso.

Nell’articolo, Stephens, aggiunge un interessante pezzo nel rompicapo che circonda la straordinaria ed improvvisa  trasformazione della politica USA verso Cuba. Ma c’è una storia più importante che segnala e simboleggia il declino di Ros-Lehtinen: il rapido e quasi totale collasso, di quella che una volta era l’invincibile lobby della destra anti-Castro.

Perché e come crollò più velocemente del Muro di Berlino è qualcosa che non sono riuscito a decifrare completamente, anche se ho qualche ipotesi che condividerò più avanti in questo articolo. Qui voglio porre il collasso della lobby e l’uscita di Cuba dalla lista terrorista nel quadro della politica generale e di vecchia data USA verso Cuba.

Il più sorprendente riguardo la politica USA verso Cuba è come si è mantenuta nonostante la pura irrazionalità di molti dei suoi componenti specifici. Gli USA creano una stazione televisiva che trasmette per Cuba (TV Marti) e si scopre che il governo cubano può interferire con facilità il segnale e nessuno, a Cuba, la vede. Tuttavia, a prescindere da ciò, il governo USA continua consegnando milioni di dollari, per mantenerla in onda, anno dopo anno.

Dite che è irrazionale? Ma ogni volta che qualcuno, al Congresso, ha cercato di rimuoverlo, la lobby anti-Castro impazziva e la lobby usciva vincente.

radio-y-tv-martiLa storia di Radio Marti si differenza nei dettagli, ma non nella sostanza. In questo caso, il segnale spesso arrivava, ma non c’era abbastanza gente ad ascoltarla per   giustificare l’enorme costo. Inoltre, l’emittente era lastricata da molti problemi come la mancanza di obiettività, clientelismo e lotte burocratiche interne.

L’idea stessa che la nemesi di Cuba, nel nord, possa finanziare e dirigere un mezzo di comunicazione caratterizzato da obiettività è assurda. Ponete questa emittente a Miami e mettete una maggioranza degli esuli a dirigerla e scompare il poco di credibilità che potrebbe avere. E’ una pazzia. Ma questo non ha impedito che la lobby degli esiliati si opponesse a chiuderla e, incredibilmente, avendola vinta.

Salvador Dalí ha titolato uno dei suoi dipinti “La resistenza del carattere”. La storia surreale della politica USA nei confronti di Cuba potrebbe essere chiamata “La resistenza dell’irrazionalità”. La lobby dell’esilio ha svolto un ruolo significativo nel mantenere viva la demenza.

Al di là della sua irrazionalità, c’è un altro aspetto degli USA abrogandosi il diritto di catalogare Cuba come sponsor del terrorismo. Non è solo falso, ma anche oltraggioso.

Sono passati decenni da quando Cuba sostenne l’insurrezione armata, soprattutto in America Latina. Inoltre, Cuba ha sostenuto movimenti guerriglieri, non terroristi. Alcuni di questi movimenti e leader considerati terroristi guidarono genuini movimenti di liberazione nazionale e divennero icone mondiali. Mi basta solo menzionare un nome per dimostrare la mia tesi: Nelson Mandela.

Gli USA, al contrario, sponsorizzarono governi e militari che assassinarono un arcivescovo, violentarono ed uccisero diverse suore USA ed assassinarono un numero di insegnanti gesuiti. Per non parlare dei 200000 indios massacrati dai militari del Guatemala che contavano sull’appoggio USA.

Stato sponsor del terrorismo? Si guardino allo specchio. La carità comincia da casa.

Concludo con alcune osservazioni, in nessun modo conclusive, sul collasso della lobby della destra. Per lungo tempo, la maggior parte dei membri della classe politica USA ha considerato la politica verso Cuba una pazzia o, almeno, un anacronismo. Ma per cambiarla sarebbe stato necessario implicarsi con la lobby cubana, un gruppo di figuri, alcuni dei quali sono persone estremamente malvagie, come Frank Calzón e i fratelli Diaz-Balart, tra gli altri. E poi c’è la Florida e la politica delle elezioni presidenziali, sommata ad una diabolica alleanza di repubblicani e democratici dello stato che si sono uniti per costituire un gruppo di arcieri per impedire che qualsiasi colpo contro le sanzioni si convertisse in successo.

Quando dò conferenze sul tema, qualifico tutto questo campo di potere che mantenne in vigore lo status quo su Cuba come “Muro di Miami”. Ora un urbanista di Miami sta cercando di costruire una mostruosità di edificio con recinzioni che, si dice, raggiungerà il cielo. Che voli o no, o che si costruisca. Ma il Muro di Miami, questo edificio, è stato demolito.

Nonostante il Muro di Miami, l’opposizione ad una politica tanto irrazionale, inefficace e consolidata, come questa, cresce col tempo. ObamaCastroRubioileanarosTuttavia, a misura che si avvicina ad essere una massa critica, c’è bisogno di qualcosa di più per scatenare la reazione a catena a cui stiamo assistendo ora. Quel qualcosa è la volontà e le capacità politiche.

I negoziati con Cuba, in particolare, sono stati eseguiti con straordinaria discrezione e saggezza, non solo dalle due parti, ma anche da terzi di classe mondiale, fondamentalmente, il papa. Che i colloqui tenutisi tra i responsabili delle grandi burocrazie – di Cuba, USA e del Vaticano – potessero essere effettuate in segreto per così tanto tempo è una storia sorprendente che si deve scrivere.

Infine, nonostante i miei precedenti dubbi, devo dire che alla fine Barack Obama ha realizzato; ha fatto molto di ciò che ha inizialmente promesso. Gli USA non solo stanno parlando con Cuba, ma anche con l’Iran. Immaginate questo.

Obama, quasi ho perso la fiducia. Scusi. E grazie.

Histórico: Cae el “Muro de Miami”

Max Castro

Algo gracioso sucedió a aproximadamente tres docenas de republicanos de derecha liderados por Ileana Ros-Lehtinen cuando estaban en vías de aprobar una resolución para revocar la decisión de Obama de sacar a Cuba de la lista de estados patrocinadores del terrorismo. Fracasaron.

Esa es una noticia. En Progreso Semanal, Sarah Stephens, una veterana activista a favor de un cambio en la política norteamericana hacia Cuba, escribió recientemente acerca de las razones técnico-legales a las que aludió Ros-Lehtinen para tratar de explicar por qué ella decidió no seguir insistiendo en la resolución. Stephen hace un buen trabajo descubriendo las evidentes contradicciones en la versión de Ileana. En suma, la verdadera historia parece ser que ellos no consiguieron los votos necesarios e inventaron un pretexto para guardar las apariencias y evitar la vergüenza de una derrota en el pleno del Congreso.

El artículo de Stephens agrega una interesante pieza al rompecabezas que rodea la extraordinaria y súbita transformación en la política de Estados Unidos hacia Cuba. Pero hay una historia mayor que señala y simboliza el retroceso de Ros-Lehtinen: el rápido y casi total colapso del una vez invencible lobby derechista anti Castro.

Por qué y cómo se derrumbó más rápidamente que el muro de Berlín es algo que no he logrado descifrar por completo, aunque tengo algunas hipótesis que compartiré más adelante en esta columna. Aquí quiero poner el colapso del lobby y la salida de Cuba de la lista terrorista en el contexto de la política norteamericana general y de larga data hacia Cuba.

Lo más sorprendente acerca de la política norteamericana hacia Cuba es cómo se mantuvo a pesar de la pura irracionalidad de tantos de sus componentes específicos. Estados Unidos crea una emisora de televisión que transmite para Cuba (TV Martí) y resulta que el gobierno cubano puede interferir con facilidad la señal y nadie en Cuba la ve. Sin embargo, independientemente de eso, el gobierno de EE.UU. continúa entregando millones de dólares para mantenerla en el aire años tras año.

¿Dicen ustedes que es irracional? Pero cada vez que alguien en el Congreso intentó eliminarlo, el lobby anti Castro enloquecía y el lobby se salía con la suya.

La historia de Radio Martí se diferencia en los detalles, pero no en su esencia. En este caso, la señal a menudo llegaba, pero no había suficiente gente escuchándola como para justificar el enorme costo. Además, la emisora estaba lastrada por múltiples problemas, como falta de objetividad, amiguismo y luchas burocráticas internas.

La noción misma de que la némesis de Cuba en el Norte pueda financiar y dirigir un medio de comunicación caracterizado por la objetividad es absurda. Sitúen esta emisora en Miami y pongan a una mayoría de exiliados a dirigirla y desaparece la poca credibilidad que pudiera tener. Es una locura. Pero eso no impidió que el lobby de los exiliados se opusiera a cerrarla o, increíblemente, saliéndose siempre con la suya.

Salvador Dalí tituló uno de sus cuadros “La resistencia del carácter”. La historia surrealista de la política norteamericana hacia Cuba pudiera llamarse “La resistencia de la irracionalidad”. El lobby del exilio desempeñó un papel significativo en mantener viva la demencia.

Más allá de su irracionalidad, hay otro aspecto de Estados Unidos abrogándose el derecho de catalogar a Cuba como patrocinadora del terrorismo. No solo es falso, sino también indignante.

Han pasado décadas desde que Cuba apoyó la insurrección armada, fundamentalmente en Latinoamérica. Además, ellos apoyaron a movimientos guerrilleros, no a terroristas. Algunos de esos movimientos y líderes considerados terroristas encabezaron genuinos movimientos de liberación nacional y se convirtieron en iconos mundiales. Solo necesito mencionar un nombre para demostrar mi tesis: Nelson Mandela.

Estados Unidos, por el contrario, patrocinó a gobiernos y militares que asesinaron a un arzobispo, violaron y mataron a varias monjas norteamericanas, y asesinaron a un número de profesores jesuitas. Para no mencionar a los 200 000 indios masacrados por los militares guatemaltecos que contaban con el apoyo de EE.UU.

¿Estado patrocinador del terrorismo? Mírense al espejo. La caridad empieza por casa.

Terminaré con unas pocas observaciones, de ninguna manera conclusivas, acerca del colapso del lobby derechista. Durante mucho tiempo, la mayoría de los miembros de la clase política norteamericana han considerado la política hacia Cuba una locura o, como mínimo, un anacronismo. Pero para cambiarla hubiera sido necesario enredarse con el lobby de Cuba, un hatajo de matones, algunos de cuyos miembros son gente extraordinariamente malvada, como Frank Calzón y los hermanos Díaz-Balart, entre otros. Y además está la Florida y la política de las elecciones presidenciales, sumados a la alianza profana de republicanos y demócratas del estado que se unieron para servir como un grupo de arqueros para tratar de impedir que cualquier disparo contra las sanciones se convirtiera en gol.

Cuando imparto conferencias sobre el tema, califico a todo este campo de poder que mantuvo vigente el statu quo acerca de Cuba de “el Muro de Miami”. Ahora un urbanista de Miami está tratando de construir una monstruosidad de edificio de vallas que se dice que llegará al cielo. Eso puede que vuele o no, o que se construya. Pero el Muro de Miami, ese edificio, ha sido demolido.

A pesar del Muro de Miami, la oposición a una política tan irracional, ineficaz y consolidada como esta crece con el tiempo. Sin embargo, incluso a medida que se acerca a ser una masa crítica, se necesita algo más para desatar la reacción en cadena de que somos testigos ahora. Ese algo es voluntad y habilidad políticas.

Las negociaciones de Cuba en particular se realizaron con extraordinaria discreción y sabiduría, no solo por cada parte, sino también por terceros de clase mundial, fundamentalmente el papa. Que las conversaciones realizadas por los jefes de vastas burocracias –la de Cuba, Estados Unidos y el Vaticano– pudieran llevarse a cabo en secreto durante tanto tiempo es una historia sorprendente que se debe escribir.

Por último, a pesar de mis dudas anteriores, debo decir que al final Barack Obama cumplió. Ha hecho mucho de lo que prometió inicialmente. EE.UU. no solo está hablando con Cuba, sino también con Irán. Imagínense eso.

Obama, casi perdí la fe. Lo siento. Y gracias.

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