Tre settimane fa il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, ha criticato le attuali funzioni della OSA e prima aveva già richiamato a sostituirla con un altro organismo regionale.
Riferendosi a questo ente anti democratico ha rimato: «La OEA, que cosa más fea», da una canzone del cantautore cubano Carlos Puebla. ( in italiano si potrebbe tradurre: «La OSA che cosa schifosa».
Ma l’OSA, disgraziatamente esiste sempre e la sua funzione d’avanzata nei piani d’intervento USA nella regione, costituisce il primo punto dell’agenda in qualsiasi scenario.
Il 6 ottobre è iniziata a Lima, in Perù, l’Assemblea generale di questa nefasta istituzione anti latinoamericana con la partecipazione del segretario di Stato USA, Antony Blinken, come per far sì che nessuno dimentichi che la OSA è un’ appendice della politica USA contro la regione».
Blinken, sapendo che il segretario generale, Luis Almagro, non gode più del minimo prestigio per guidarla, ha marcato la sceneggiatura in questa assemblea.
Lui e Almagro hanno cercato d’imporre la presenza di un inviato dell’impostore venezuelano Juan Guaidó, in rappresentazione del Venezuela, paese che, per dignità, è uscito due anni fa dall’organizzazione.
Quattro governi hanno alzato la mano a favore: USA, Canada, Paraguay e Guatemala, mentre altri 19 si sono opposti.
Ma purtroppo, non ottenendo il quorum necessario di 23 voti contrari necessari, i quattro si sono imposti ai 19 – che democrazia!- e il rappresentante di Guaidó, anche se non ha partecipato mantiene il suo status di delegato del Venezuela.
Questa sconfitta per l’inviato di Washington e per il suo buffone, Luis Almagro, non ha inciso a quanto sembra sull’atteggiamento di Guaidó, che ha ringraziato coloro che «hanno assunto l’impegno con la democrazia»accettando il suo rappresentante nell’istituzione.
L’agenzia spagnola EFE, sempre attenta a quello che avviene nei Forum della OSA, ha citato il Segretario di Stato USA quando ha chiesto ai paesi della regione di condannare in forma inequivocabile i regimi autoritari di Nicaragua, Cuba e Venezuela».
Blinken nell’occasione ha anche attaccato la Russia ed ha chiesto a tutti i paesi lì rappresentati di condannare il Governo di Mosca per le sue azioni in Ucraina.