Il 18° Forum della società civile cubana contro il blocco ha condannato inequivocabilmente la politica criminale del governo USA contro il popolo della più grande delle Antille, considerandola il più lungo regime, nella storia, di misure coercitive unilaterali imposto contro un Paese.
Nella dichiarazione finale dell’incontro, che si è svolto venerdì 28 ottobre nella sala Che Guevara della Casa de las Américas e che ha visto la partecipazione di Abel Prieto Jiménez, presidente di questa prestigiosa istituzione, i rappresentanti di vari settori della società civile hanno denunciato l’enorme danno causato a Cuba, pari a 154.217,3 milioni di dollari ai prezzi attuali, e l’incalcolabile danno umano e psicologico causato a diverse generazioni.
“Rifiutiamo e denunciamo l’inasprimento opportunistico del blocco durante la battaglia dell’intera nazione contro la pandemia COVID-19”, si legge nella Dichiarazione approvata dai partecipanti al conclave, in cui sono state presentate varie esperienze degli effetti di questa politica sulla vita di diversi settori della società.
“Ripudiamo l’intensificazione di questa politica criminale sotto l’amministrazione Trump, che ha applicato un totale di 243 nuove misure con l’obiettivo di soffocare l’economia nazionale”, si legge al punto 4 della dichiarazione, che denuncia anche che l’amministrazione Biden continua ad applicare rigorosamente la politica illegale del blocco.
Nelle sue osservazioni introduttive, Norma Goicochea, presidente dell’Associazione cubana delle Nazioni Unite, ha affermato che l’impatto del blocco statunitense contro Cuba è brutale e colpisce la vita dei cubani, oltre a trasgredire i diritti dei cittadini statunitensi, dei cubani che vivono in quel Paese e di molti altri che sono vittime delle misure extraterritoriali applicate dal governo del Nord.
“In ognuna delle questioni che affronteremo qui, ci sono prove della trasgressione delle risoluzioni delle Nazioni Unite”, ha detto e ha invitato a unirsi al clamore che chiede la cessazione di questa politica criminale.
Durante la sessione del 18° Forum, sono state ascoltate testimonianze sconvolgenti sugli effetti del blocco in settori quali la sanità pubblica, le associazioni di disabili, la gestione non statale e la concessione di assistenza umanitaria al popolo cubano.
Nel dibattito, l‘impatto del blocco sulla battaglia contro il COVID-19, il dottore in Scienze Tays Hernández García, capo del Dipartimento di Proteine Chimeriche del Dipartimento di Immunologia e Immunoterapia del Centro di Immunologia Molecolare, ha parlato delle reali limitazioni nell’acquisizione di reagenti per il processo di creazione di vaccini cubani e come in alcuni casi, a causa della persecuzione di qualsiasi transazione relativa a Cuba, alcuni di essi abbiano impiegato fino a 9 mesi per raggiungere il Paese.
Esperienze simili sono state raccontate dai medici Eduardo Rivas Estany, presidente della Società Cubana di Cardiologia e Chirurgia Cardiovascolare; Jorge Juan Marinello, presidente della Società Cubana di Oncologia, Radioterapia e Medicina Nucleare e Albia Pozo Alonso, direttrice della Rivista Cubana di Pediatria, che hanno tutti concordato sul fatto che il blocco è un atto genocida che ha colpito la salute del popolo cubano.
Osvaldo Domínguez, vicepresidente di ACLIFIM ed esperto di diritti umani, a nome degli 80.000 membri dell’organizzazione, ha descritto i molteplici effetti causati in tutti questi anni e ha detto: “Il blocco pesa sulle spalle delle famiglie, ma pesa di più su quelli che hanno persone con disabilità, motivo per cui Cuba starebbe meglio senza il blocco”.
Anche Jorge Luis Cala Ledesma, presidente dell’Associazione Nazionale Ciechi (ANCI) e Ana María Mejías Rodríguez, in rappresentanza dell’ANSOC, hanno condiviso le loro esperienze di limitazioni nell’accesso ad attrezzature, tecnologie, software e altri input necessari per il loro lavoro quotidiano.
I partecipanti hanno anche appreso gli ostacoli incontrati da alcune forme di gestione non statale, attraverso le testimonianze di Pedro Fuentes, proprietario dell’Empresa de Producción de Materiales de Construcción (BBIVO) e Javier Barza, rappresentante dell’azienda Dofleiny.
Il blocco e l’elaborazione e la concessione di aiuti umanitari al popolo cubano hanno chiuso la sessione con la partecipazione del dottor Enrique Alemán, presidente del progetto socio-culturale Quisicuaba e della Federazione degli Spiritisti dell’Avana, e del reverendo Joel Ortega Dopico, presidente del Consiglio delle Chiese di Cuba.
Fonte: Cubaperiodistas
Traduzione: italiacuba.it