Iroel Sánchez https://lapupilainsomne.wordpress.com
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Questo 8 maggio si compiono 80 anni da che fu assassinato il rivoluzionario cubano Antonio Guiteras, con l’internazionalista venezuelano Carlos Aponte, giungendo a Cuba dopo aver vissuto l’epopea di Augusto Cesar Sandino contro i marines yankee.
Il Comandante Che Guevara qualificò Guiteras come “il più puro combattente antimperialista”. In omaggio a questo “uomo coraggioso”, ripubblico il prologo che, nel 2009, feci per la biografia che scrisse, su Antonio Guiteras, lo scrittore Paco Ignacio Taibo II e già ho condiviso qui nel 2011.
Incorporiamo i video delle due parti che Paco gli ha dedicato nella serie “I nostri”, che attualmente trasmette TeleSUR”.
“Io solo scrivo di rivoluzionari. I reazionari scrivano della loro gente, io solo di gente di sinistra” sono recenti parole dell’autore di questo libro. Dopo aver biografato il Che e Pancho Villa, Paco Ignacio Taibo II ha accettato la sfida di un libro su Antonio Guiteras che è anche scrivere della Rivoluzione del 30 a Cuba, sui personaggi che l’hanno segnata o che,a partire da essa, entrarono nella vita del nostro paese in un modo o nell’altro. E’ certamente appassionante, questa storia di un periodo convulso e decisivo della nostra storia, raccontato con l’attrattiva del romanzo che non consente respiro.
Accanto al combattente antimperialista che secondo le parole di Fidel “voleva fare ciò che noi abbiamo fatto e cadde come sono caduti molti altri rivoluzionari, perché si gettò a fare quello che noi stiamo facendo oggi” appaiono qui personaggi leggendari come Julio Antonio Mella, Pablo de la Torriente Brau e Rubén Martínez Villena. Le loro vite luminose si fondono qui con l’origine del sinistro ruolo di Fulgencio Batista nella storia di Cuba e la sua precoce alleanza con gli interessi USA. Taibo ottiene anche un acutissimo ritratto dell’ambasciatore Sumner Welles, mette a nudo il mediazionismo delle forze reazionarie e rivela il ruolo, nell’ombre, di una figura come Jorge Manach, ideologo filofascista ABC, che tanto abilmente seppe utilizzare, in quei giorni, il suo status di laureato Harvard.
Forse uno dei passaggi più illuminanti è quello che ci racconta la notte in cui la codardia di Ramon Grau San Martin perdonò le cospirazioni di Batista nel Ambasciata yankee. Le profetiche parole di Guiteras: “Quelli che si perdonano oggi, ci uccideranno domani”, non smette di rabbrividirci.
Il libro allude, più volte, alle contraddizioni tra le diverse forze rivoluzionarie e soprattutto la mancanza di comunicazione tra il Partito Comunista e Guiteras e all’incomprensione verso l’enorme ruolo rivoluzionario che questo giocava nel Governo dei Cento Giorni. Le critiche di Raul Roa e Blas Roca di queste incomprensioni, che cita lo stesso Taibo, insieme al racconto del confronto tra Villena e gli inviati dell’Internazionale Comunista, spiegano la sfida che nella lotta contro concezioni estranee alle nostre realtà dovettero affrontate, allora, i militanti comunisti e le altre forze rivoluzionarie. A proposito di questa problematica, Carlos Rafael Rodriguez, affermava nel 1970: “Quando, nel 1934, l’Internazionale Comunista raccomandò ai comunisti cubani di distinguere tra il nazional-riformista Grau San Martin ed il nazional-rivoluzionario Guiteras, aveva ragione e solo un settarismo, originato anche nella politica mantenuta dall’Internazionale Comunista fino a poco prima, aveva portato i comunisti cubani a non apprezzare le evidenti differenze”.
I rivoluzionari cubani possono non condividere approcci dell’autore sulla nostra storiografia, o la disinvoltura con cui affronta alcune figure o eventi del tempo, a noi cari, ma almeno due grandi e molto utili conclusioni traiamo da questa opera: l’imprescindibilità dell’unità dei rivoluzionari nella lotta per il socialismo e la sovranità nazionale ed il carattere inconciliabile di tale lotta con l’imperialismo USA.
La Rivoluzione cubana, trionfante nel 1959, conquistò il potere per gli oppressi, affrontò l’imperialismo USA e lo sconfisse, perché ha imparato la lezione dei fallimenti passati e articolò e consolidò sotto la guida di Fidel, l’unità dei rivoluzionari nel processo per realizzare il programma anti-imperialista della giustizia sociale per il quale lottò e morì Antonio Guiteras. La chiarissima e coraggiosa idea che un movimento che non sia antimperialista a Cuba, non è Rivoluzione, ora non è più solo assunta in questa isola, ma sempre più i popoli dell’America Latina la fanno Governo.
Perciò mai è stata più opportuna una biografia. Speriamo nel fatto che è scritta da un autore del prestigio di Paco Ignacio Taibo II contribuisca alla sua diffusione in tutto il nostro continente. Oggi, con l’arrivo di un nuovo governo alla Casa Bianca, vale la pena ricordare che furono gli ambasciatori, a Cuba, del Roosevelt del Buon Vicino e del New Deal coloro che cospirarono contro il governo dei Cento Giorni ed incoraggiarono la repressione e l’ascesa di Batista.
In questi giorni, in cui nuove legislazioni proclamano i diritti postergati alle maggioranze, per secoli, e dalle ambasciate USA non cessano d’incoraggiare che rubino, ai popoli, le loro vittorie, arriva questo libro. Discutiamo con lui, impariamo da lui, in modo critico, come sicuramente farebbe Mella, Pablo, Ruben e lo stesso Guiteras, sapendo che il suo protagonista è, come ha detto il Che, il più puro combattente antimperialista.
Gennaio 2009
* Prologo a ‘Tony Guiteras. Un hombre guapo’, Paco Ignacio Taibo II, Casa Editrice di Scienze Sociali, L’Avana 2009
El más puro luchador antimperialista
Iroel Sánchez
Este 8 de mayo se cumplen 80 años de que fuera asesinado el revolucionario cubano Antonio Guiteras junto al internacionalista venezolano Carlos Aponte, llegado a Cuba después de vivir la gesta de Augusto César Sandino contra los marines yanquis.
El Comandante Che Guevara calificó a Guiteras como “el más puro luchador antimperialista”. En tributo a este “hombre guapo”, republico el prólogo que en 2009 hice para la biografía que escribiera sobre Antonio Guiteras el escritor Paco Ignacio Taibo II y que ya compartiera aquí en 2011.
Incorporamos los videos de las dos partes que Paco le dedicara en la serie “Los nuestros” que actualmente transmite TeleSUR”.
“Yo solo escribo de revolucionarios. Los reaccionarios que escriban de su gente, yo solo de gente de izquierda”, son palabras recientes del autor de este libro. Luego de biografiar al Che y a Pancho Villa, Paco Ignacio Taibo II ha asumido el reto de un libro sobre Antonio Guiteras que es también escribir sobre la Revolución del 30 en Cuba, sobre los personajes que la marcaron o que a partir de ella entraron en la vida de nuestro país en un sentido o en otro. Es, sin duda, apasionante, este relato de un período convulso y decisivo de nuestra historia, contado con la garra de la novela que no permite respiro.
Junto al luchador antimperialista que en palabras de Fidel “quería hacer lo que nosotros hemos hecho y cayó como han caído otros muchos revolucionarios, porque se lanzó a hacer lo que nosotros estamos haciendo hoy”, aparecen aquí personajes legendarios como Julio Antonio Mella, Pablo de la Torriente Brau y Rubén Martínez Villena. Sus vidas luminosas se unen aquí con el origen del siniestro papel de Fulgencio Batista en la historia de Cuba y su temprana alianza con los intereses norteamericanos. Taibo logra también un agudísimo retrato del embajador Sumner Welles, desnuda el mediacionismo de las fuerzas reaccionarias, y revela el rol en las sombras de una figura como Jorge Mañach, ideólogo del filofascista ABC, que tan hábilmente supo utilizar en aquellas jornadas su condición de graduado de Harvard.
Quizá uno de los pasajes más aleccionadores es el que nos cuenta la noche en que la cobardía de Ramón Grau San Martín perdonó las conspiraciones de Batista en la embajada yanqui. Las proféticas palabras de Guiteras: “Los que se perdonan hoy, nos matarán mañana”, no dejan de estremecernos.
El libro alude en varias ocasiones a las contradicciones entre las distintas fuerzas revolucionarias y especialmente a la incomunicación entre el Partido Comunista y Guiteras, y a la incomprensión hacia el enorme papel revolucionario que éste jugaba dentro del Gobierno de los Cien Días. Las críticas de Raúl Roa y Blas Roca de estas incomprensiones, que cita el propio Taibo, junto al relato del enfrentamiento entre Villena y los enviados de la Internacional Comunista, explican el desafío que en lucha contra concepciones ajenas a nuestras realidades tuvieron que enfrentar entonces los militantes comunistas y otras fuerzas revolucionarias. Acerca de esta problemática, Carlos Rafael Rodríguez, afirmaría en 1970: “Cuando en 1934 la Internacional Comunista recomendó a los comunistas cubanos distinguir entre el nacional-reformista Grau San Martín y el nacional-revolucionario Guiteras, tenía razón, y sólo un sectarismo originado también en la política mantenida por la Internacional Comunista hasta poco tiempo antes, había llevado a los comunistas cubanos a no apreciar las evidentes diferencias”.
Los revolucionarios cubanos podemos no compartir enfoques del autor sobre nuestra historiografía, o el desenfado con que aborda algunas figuras o hechos de la época, entrañables para nosotros, pero al menos dos grandes y muy útiles conclusiones extraeremos de esta obra: lo imprescindible de la unidad de los revolucionarios en la lucha por el socialismo y la soberanía nacional, y el carácter irreconciliable de esa lucha con el imperialismo norteamericano.
La Revolución Cubana, triunfante en 1959, conquistó el poder para los oprimidos, se enfrentó al imperialismo norteamericano y lo derrotó, porque aprendió las lecciones de los fracasos anteriores y articuló y consolidó, bajo la guía de Fidel, la unidad de los revolucionarios en el proceso de realizar el programa antimperialista de justicia social por el que luchó y murió Antonio Guiteras. Su clarísima y valiente idea de que un movimiento que no sea antimperialista en Cuba, no es Revolución, ya no es sólo asumida en esta isla, sino que cada vez más los pueblos de América Latina la hacen Gobierno.
Por eso, nunca fue más oportuna una biografía. Ojalá el hecho de que esté escrita por un autor del prestigio de Paco Ignacio Taibo II contribuya a su difusión por todo nuestro continente. Hoy, ante la llegada de un nuevo gobierno a la Casa Blanca, vale la pena recordar que fueron los embajadores en Cuba del Roosevelt del Buen Vecino y el New Deal los que conspiraron contra el Gobierno de los Cien Días y alentaron las represiones y el ascenso de Batista.
En estos días, en que nuevas legislaciones proclaman los derechos postergados a las mayorías durante siglos, y desde las embajadas norteamericanas no cesan de alentarse conspiraciones que les roben a los pueblos sus victorias, llega este libro. Discutamos con él, aprendamos de él, críticamente, como seguramente harían Mella, Pablo, Rubén y el propio Guiteras, sabiendo que su protagonista es, como dijera el Che, el más puro luchador antimperialista.
Enero de 2009
*Prólogo a Tony Guiteras. Un hombre guapo, de Paco Ignacio Taibo II, Editorial de Ciencias Sociales, La Habana 2009