Discorso pronunciato da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, nelle conclusioni del Decimo Periodo Ordinario delle Sessioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare nella sua IX Legislatura, nel Palazzo delle Convenzioni, il 14 dicembre del 2022, “Anno 64º della Rivoluzione”
Caro Generale d’ Esercito Raúl Castro Ruz, leader della Rivoluzione Cubana;
Caro Esteban Lazo, Presidente dell’Assemblea Nacional del Poder Popular;
Care depútate e cari deputati;
Invitati:
È in questa sessione dell’attuale Legislatura che il Presidente della Repubblica rende conto del suo lavoro. Lo assumo con tutta la responsabilità e con la convinzione che ho dell’importanza del meccanismo della resa dei conti per il rafforzamento dell’istituzionalità, una veglia permanente del comando della Rivoluzione che ci precede e ci guida, in particolare del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz.
La resa dei conti a tutti i livelli è un meccanismo che dobbiamo perfezionare, sistematizzare, sviluppare con rigore davanti al popolo con trasparenza e come una via per superarci, perfezionare il lavoro di direzione alla ricerca di risultati di maggior impatto nella società.
Accetto questa responsabilità con impegno e dedizione proteggendo l’unità e assumendo la continuità da una prospettiva dialettica in difesa della Rivoluzione e del suo passo nel cammino della costruzione socialista.
Per farlo commenterò elementi del contesto in cui viviamo, anche elementi della politica estera e del momento in cui abbiamo sviluppato questa politica, le valutazioni sulle situazioni che abbiamo vissuto e delle quali, ovviamente, mi considero il principale responsabile.
Mi sento obbligato a reiterare previamente alcune considerazioni rispetto allo scenario nel quale ho disimpegnato le mie responsabilità, pieno di sfide e avversità che ci hanno impedito d’avanzare come ci eravamo proposti.
Spero che nessuno lo riceva come giustificazione o lamentela.
È stato un anno sicuramente complicato nello scenario internazionale e che succede ad altri due anni a loro volta estremamente complicati.
Il conflitto militare in Europa ha generato nuovi problemi e ha aggravato molti di quelli già esistenti in un mondo castigato da crecenti disuguaglianze, per l’assenza di un impegno reale per far fronte alle minacce contro l’ambiente, per gli effetti socio economici e sanitari sempre presenti della pandemia della COVID-19 e le loro conseguenze per i prezzi degli alimenti, delle medicine, il trasporto, la logistica e i rifornimenti essenziali dei paesi in via di sviluppo.
È uno scenario minacciato inoltre dal nocivo impegno imperialista di pretendere di dividere il mondo e generare esclusioni e stigmatismi, e a questo si somma la perniciosa tendenza di abusare dello sproporzionato potere economico e finanziario degli Stati Uniti per applicare la coercizione economica come strumento preferito della politica estera.
Avanziamo nelle relazioni con la nostra regione, dove i cambi sperimentati hanno reso possibile l’arrivo al governo di forze politiche impegnate con progetti orientati alla giustizia sociale e alla difesa della sovranità, convinti dell’importanza dell’integrazione e della difesa di una regione di pace, unita e solidale.
Questi cambi avvengono mentre la realtà economica e sociale mostra livelli allarmanti di povertà, disoccupazione e d’esclusione che, nel tempo, favoriscono l’ascesa delle forze politiche d’estrema destra e taglio fascista, che cercano di fermare l’avanzata dei movimenti progressisti impegnati con gli interessi e le necessità delle maggioranze.
L’evento continentale ed escludente convocato dagli Stati Uniti a Los Ángeles è terminato come un fallimento politico e una dimostrazione dell’isolamento che soffre la politica imperialista di questo paese nella regione che José Martí chiamò Nuestra America.
È stato un colpo duro per la OSA e la sua cupola istituzionale attuale, la cui mancanza di prestigio non ha paragone.
Approfitto per reiterare la gratitudine ai paesi che hanno condannato l’esclusione di Cuba da questo incontro, lo hanno denunciato ed hanno anche condannato la politica del blocco rafforzato.
È anche un anno di avvenimenti importanti della politica estera cubana che ha reclamato costanza, pensiero e azioni rigorose nel rispetto dei principi e delle tradizioni della politica estera della nostra Rivoluzione.
Abbiamo mantenuto la stretta concertazione politica e di cooperazione con la fraterna Repubblica Bolivariana del Venezuela. Reiteriamo il nostro fermo appoggio alla Rivoluzione Bolivariana e chavista e all’unione cívico-militare bolivariana presieduta dal nostro fraterno Nicolás Maduro Moros, che ringrazio per l’opportuno e reiterato appoggio, per aver contribuito ad affrontare i disastri e gli incidenti che ci hanno colpito quest’anno.
Cuba ha consolidato le relazioni con il Messico, e questo è stato ratificato con la visita del suo Presidente al paese.
Approfitto per ringraziare gli indimenticabili gesti di solidarietà di Andrés Manuel López Obrador, del suo popolo e del suo Governo di fronte agli incidenti e ai disastri naturali che ha affrontato il nostro popolo.
Reitero, nello stesso tempo la solidarietà con lo Stato Plurinazionale della Bolivia e del suo presidente Luis Arce, di fronte ai tentativi di destabilizzazione promossi e orchestrati dalle forze della destra.
Saluto da qui il Comandante Daniel Ortega Saavedra e ratifico la solidarietà con il suo Governo e la volontà di stringere le relazioni bilaterali in aree di mutuo interesse.
Inoltre identifichiamo aree di cooperazione di beneficio reciproco con la Repubblica Argentina.
Per questo, salutiamo e ringraziamo il suo presidente e la vice presidente, Alberto Fernández e Cristina Fernández de Kirchner.
Riannodare gli sforzi di pace in Colombia è un impegno encomiabile e una rivendicazione della posizione degna e giusta assunta da Cuba in difesa del Diritto Internazionale e degli impegni assunti per aiutare questa fraterna nazione latino americana.
Abbiamo mantenuto la disposizione di continuare come garanti del Tavolo del Dialogo Colombia – ELN.
Nel caso degli Stati Uniti la caratteristica fondamentale e definitiva del vincolo bilaterale continua ad essere il blocco economico come arma di coercizione crudele, illegittima e immorale, che costituisce l’ostacolo fondamentale per il disimpegno della nostra economia.
È evidente l’aperta politica di sovversione, con i tentativi di destabilizzazione del nostro paese con il supporto di decine di milioni di dollari del bilancio federale, assieme alla tolleranza di fronte a coloro, dal territorio degli USA orientano, finanziano e anche addestrano individui per far sì che commettano azioni violente contro Cuba. Tutto questo lo abbiamo denunciato direttamente per canali diplomatici e in forma pubblica.
Pochi giorni fa il Governo degli Stati Uniti ha dato una mostra addizionale della condotta disonesta della sua politica estera, designando Cuba come paese nel quale – presumono- si persegue la religiosità.
È un’ulteriore falsità espressa da un governo che non incontra giustificazioni per proseguire con il suo sistema di misure economiche coercitive, il più ampio e prolungato mai conosciuto nella storia.
Nonostante tutto questo abbiamo fatto dei passi avanti molto discreti, indirizzati a incamminare la cooperazione bilaterale per il compimento degli accordi migratori e anche in altre aree di priorità dei due paesi.
Pochi mesi fa, dopo l’incendio nella Base dei Supertanqueros di Matanzas, il Governo degli Stati Uniti ci ha offerto alcuna consulenza tecnica. Abbiamo accettato e ringraziato Abbiamo anche accettato l’offerta di un centinaio di uniformi per pompieri con il corrispondente equipaggiamento di protezione,che sono giunte la scorsa settimana e si stanno distribuendo tra le brigate del Corpo dei Pompieri
Ugualmente ci hanno offerto materiali valutati in 2 milioni di dollari dopo il passaggio dell’uragano Ian che ha colpito Pinar del Río, nel settembre scorso. Come nel caso di Matanzas, è stato un aiuto offerto senza condizioni per cui abbiamo ringraziato e accettato.
Il nostro obiettivo continua ad essere la promozione di vincoli più ampi con questo paese e il suo popolo, che include circa 2 milioni di persone d’origine cubana o loro discendenti.
Manteniamo la disposizione di costruire una relazione rispettosa e reciprocamente benefica, con il totale rispetto del Diritto Internazionale, delle prerogative sovrane di ogni parte.
Il Governo degli Stati Uniti conosce tutto questo dato che lo abbiamo espresso direttamente e pubblicamente.
I vincoli con i paesi di CARICOM si consolidano.
Abbiamo appena celebrato il 50º anniversario di quel avvenimento storico del 8 dicembre del 1972, quando quattro paesi dei Caraibi sfidarono i precetti della Dottrina Monroe e si disposero a formalizzare le relazioni diplomatiche con Cuba.
Erano Barbados, Guyana, Giamaica e Trinidad y Tobago.
Quel passo, nel momento di più grave isolamento promosso dall’imperialismo contro Cuba, ha marcato una pietra miliare nella regione e nella storia della politica estera cubana.
Il VIII Vertice Caricom-Cuba ha confermato la vigenza del legato del Comandante in Capo, continuato dal Generale d’Esercito, nelle relazioni con ei Caraibi, che si basano nella fraternità, la cooperazione e il rispetto, ed ha segnalato la volontà comune d’avanzare nei piani d’integrazione e sviluppo.
La Comunità dei Caraibi ha ratificato il suo appoggio al reclamo per l’eliminazione del blocco imposto dagli Stati Uniti a Cuba, così come l’eliminazione dell’Isola dalla spuria lista degli Stati patrocinatori del terrorismo.
Abbiamo reiterato la solidarietà con il fraterno popolo portoricano e il suo diritto all’auto determinazione.
Ci animano i processi politici che iniziano in Brasile, Colombia e Honduras. La nostra regione reclama indipendenza e giustizia sociale.
Le recenti visite in Algeria, Russia, Turchia e Cina, in risposta agli inviti dei loro governi e all’interesse di promuovere e consolidare i vincoli con questi paesi, politici ed economico-commerciali. Consideriamo trascendenti i loro risultati.
Nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la comunità internazionale si è pronunciata nuovamente contro il blocco economico degli Stati Uniti, ratificando il rotondo isolamento d’una politica tanto crudele quanto ingiusta.
Siamo molto coscienti che la natura polarizzata e alienata della politica statunitense può far sì che il blocco economico si prolunghi per molti altri anni.
Per questo è prioritario unire gli sforzi e la creatività popolare per risolvere i problemi più spinosi, affrontare i limiti e imboccare il rombo dello sviluppo.
Assumiamo la responsabilità di denunciare questa politica crudele e disumana in ogni opportunità e in ogni scenario.
Compagne e compagni:
Abbiamo favorito il più ampio esercizio legislativo per far sì che nel minor tempo possibile si promulghino le leggi che sviluppano i contenuti della Costituzione.
Questa legislatura è la migliore espressione di questo esercizio per l’elevato numero di leggi approvate in ogni sessione, e spicca il processo che ha condotto all’approvazione del Codice delle Famiglie, in referendum, dopo un’ampia consultazione popolare.
Questo esercizio, un’altra prova del carattere democratico del sistema socialista cubano, ha messo in evidenza l’ampio consenso sociale su temi molto complessi e diversi è stato realizzato nel mezzo della più difficile situazione economica e nel peggiore momento dell’acuta crisi elettro-energetica, che stiamo già superando.
Sotto un uragano di carenze e difficoltà, il popolo ha votato ed ha approvato il Codice, dando mostra di un’elevata e inequivoca coscienza sociale, che si è espressa con assoluta trasparenza e pulizia nelle più recenti elezioni per i delegati delle assemblee municipali del Potere Popolare.
Nella sessione che si conclude oggi sono state approvate quattro leggi che rinforzeranno l’ordine costituzionale de paese con un ruolo determinante nell’ambito economico e sociale della nazione. Corrisponderà ugualmente alla prossima legislatura affrontare l’arduo lavoro legislativo e formare dagli inizi un nuovo Cronogramma che dia risposte alla nostra domanda normativa.
Compatrioti:
Queste sessioni dell’Assemblea sono state particolarmente tese e intense, discutendo i problemi della difficile quotidianità cubana.
Ognuno di voi, come ogni cubano e cubana, ha la propria percezione di questi problemi e senza dubbio non conosco un patriota che si mantenga al margine delle angustie e degli sforzi per far sì che il paese riesca a superate le sfide colossali di un’economia bloccata e super bloccata da coloro che si sono autonominati padroni delle finanze e dei mercati del mondo, ma anche dalle inefficienze e gli ostacoli generati dalla nostra mancanza di perizia e dai nostri errori.
Dire che l’economia transita in una situazione complessa dove si combinano l’indurimento del blocco, gli effetti della pandemia e l’inflazione internazionale, tra vari fattori avversi è la realtà, è innegabile. Ma non risolve. Dobbiamo cercare delle uscite, innovare e rompere l’assedio.
Nel Piano dell’Economia per il 2023, che ha spiegato il Ministro davanti a voi, si definiscono obiettivi che risultano di vitale importanza per affrontare tutti i problemi già diagnosticati dell’economia nazionale, così come per continuare ad avanzare nella creazione delle capacità e dell’ambiente che permettano di progredire con maggior efficacia e rapidità.
Le misure approvate con questo fine devono creare le condizioni per avanzare con maggior dinamismo se s’implementano con rapidità, senza freni, sempre identificando i rischi per minimizzare i loro impatti.
Non è un segreto che negli ultimi anni sono avvenuti importanti squilibri macro economici come risultato della perdita delle entrate in divisa, gli elevati deficit fiscali, l’incremento delle entrate di persone naturali senza appoggio produttivo, la parziale dollarizzazione dell’economia e la debole risposta produttiva per generare l’offerta di beni e servizi, tra l’altro.
Questi squilibri si esprimono principalmente nei livelli d’inflazione, scarsa offerta, svalutazione e non convertibilità della moneta nazionale, fenomeni che hanno prodotto un deterioramento sostanziale del potere d’acquisto delle entrate dei lavoratori e dei pensionati, e delle condizioni di vita della popolazione.
Il miglioramento del benessere del popolo necessita la riattivazione delle capacità produttive nazionali e la captazione di un livello di divise che garantiscano l’incremento graduale, ma sostenuto dell’offerta di beni e servizi e questo non sarà possibile senza la correzione, dentro determinati limiti, degli squilibri macro economici segnalati.
In questo senso il Piano dell’Economia presentato e approvato concepisce l’implementazione di un Programma di Stabilità Macroeconomica che suppone una trasformazione essenziale nella gestione macroeconomica e nel coordinamento tra il Piano, il Bilancio dello Stato e la Programmazione Monetaria.
Questo Programma di Stabilità Macroeconomica necessita l’articolazione, la conciliazione degli obiettivi a medio tempo con urgenze a breve tempo, per maneggiare adeguatamente i conflitti, soprattutto quelli con impatti di distribuzione e sociali.
Secondo i suoi disegnatori e altri esperti, un programma di questo tipo non fomenta da solo la crescita economica, ma pone le basi per far sì che il resto delle politiche di carattere settoriale, come la trasformazione produttiva o lo sviluppo locale, siano effettive e compiano i loro obiettivi.
Come ha spiegato il Ministro, il Piano e il Bilancio dello Stato per il 2023 gettano luci; ma realizzare le mete implica lavorare duramente, innovare e applicare l’economia circolare e aumentare la competitività delle nostre produzioni.
D’altra parte è necessario continuare a implementare misure che garantiscano che l’impresa statale esercita veramente il suo ruolo come soggetto economico principale del Modello di Sviluppo Economico e Sociale.
È imprescindibile realizzare le esportazioni progettate nel Piano per poter coprire le importazioni minime necessarie all’economia con l’obiettivo d’assicurare i livelli di produzione che si pianificano e costituiscono la fonte fondamentale della crescita del 15% della circolazione al minuto delle merci.
Altri impegni come l’attenzione alle comunità e alle persone in situazioni di vulnerabilità, il transito definitivo del sussidio ai prodotti alle persone per cominciare la vera trasformazione sociale, applicando una messa a fuoco non assistenzialista, formano parte del necessario perfezionamento della società e devono essere una priorità nel 2023.
Il 2023 dev’essere un anno migliore, ma ottenerlo domanda più di un piano integrale. Esige scuotersi di dosso l’inerzia, eliminare i pasticci e superare l’auto compiacenza. (Applausi).
Ho fiducia nel lavoro creativo e innovatore di coloro che devono rispondere per questi impegni in un tempo che già non si misura con l’orologio, ma per le urgenze che provoca e il logoramento dopo una dura lotta di più di 60 anni contro un assedio criminale e inaccettabile.
Cari compatrioti:
Affrontare un’avversità dopo un’altra avversità, come nei tre fatti più terribili dell’anno, ossia gli incidenti del Hotel Saratoga della Base dei Supertanqueros e il devastante uragano Ian, in parallelo con il blocco rinforzato e i costosi effetto di una pandemia che ci ha paralizzato economicamente per due anni, non è stato motivo di scoraggiamento o smobilitazione.
Quello che abbiamo sofferto ci obbliga a superarci.
In ogni confronto con la difficoltà si producono apprendimenti, si ottiene una crescita e si guadagna in esperienza per affrontare i momenti difficili con decisione, con l’equanimità necessaria per soppesare ogni passo e ogni azione.
L’ho già detto una volta: se moltiplicano la forza e la fiducia nella vittoria quando si ha una storia straordinaria che spinge i tuoi passi e un popolo eroico dando ed esigendo di più.
Lo voglio dire oggi davanti a voi che rappresentate il popolo di Cuba e a tutti quelli che ci ascoltano: provo un’enorme insoddisfazione per non essere stato capace d’ottenere dalla conduzione del paese i risultati necessari al popolo cubano per realizzare la desiderata e attesa prosperità. (Applausi prolungati). Ma credo nella direzione collettiva ed ho agito e attuerò come un fedele seguace e difensore di quanto accordato nell’Ottavo Congresso del nostro Partito.
Nella mia condizione di Presidente della Repubblica, come servitore pubblico, ho vegliato per il rispetto della Costituzione, per il compimento della legalità socialista e per mantenere un vincolo permanente con il popolo del quale sono parte.
Convinto della natura popolare del sistema politico cubano, di questa qualità che ci distingue, ho insistito sulla promozione del perfezionamento del Sistema del Potere Popolare, per propiziare più democrazia e partecipazione.
Il socialismo necessita una cittadinanza attiva e il coinvolgimento popolare in tutte le sfere.
Con questa premessa, in ogni visita realizzata nei territori, in ogni incontro con differenti settori della società nel lavoro quotidiano dalla Presidenza, insisto sull’importanza d’ascoltare il popolo e governare in conseguenza.
Ed è in funzione di questo obiettivo che faccio appello agli apporti della scienza e dell’innovazione, specialmente le scienze sociali, che contribuiscono molto al consolidamento della democrazia socialista.
Così, assieme a differenti gruppi di esperti, accademici e specialisti, analizziamo come generare più ambiti di partecipazione per perfezionare i meccanismi e gli strumenti democratici.
La partecipazione popolare è essenza della democrazia e senza non è possibile il socialismo. Dobbiamo privilegiare le differenti forme di controllo popolare senza implicare il detrimento del controllo amministrativo.
In virtù di queste convinzioni, abbiamo propiziato lo sviluppo di diversi programmi orientati a cercare soluzioni per i nostri più acuti problemi economici e social, e tra loro: il Programma di Sovranità alimentare e di Educazione Nutrizionale; la Strategia per ottenere la stabilità del Sistema Elettrico Nazionale, lo scontro ai piani di sovversione politico-ideologica del nemico, lo sviluppo della Strategia per controllare l’epidemia della COVID-19, l’ implementazione del Sistema di Gestione del governo basato in Scienza e Innovazione, i programmi sociali che sono orientati a diminuire le disuguaglianze sociali, le situazioni di vulnerabilità in funzione dell’avanzamento della donna e contro la discriminazione razziale.
Insisto che è imprescindibile spazzare via la burocratizzazione che si è installata in molti spazi, ambiti e dimensioni del Governo e dell’amministrazione, che non possiamo continuare a consentire.
Credo fermamente che ogni legge che si approverà qui sarà più legittima nella misura in cui più persone parteciperanno alla sua elaborazione. Abbiamo stimolato maggiori livelli di partecipazione nei processi di creazione normativa.
In questi anni, dalla direzione dello Stato, abbiamo orientato l’approfondimento dello studio e dell’analisi dei diritti umani, convinti che siamo un sistema garante di questi diritti e della dignità umana che li sostenta, nonostante il permanente sforzo dei nemici di Cuba di stabilire una mitologia di menzogne e diffamazione attorno al tema.
Rifiuto d’accettare la demonizzazione del socialismo, particolarmente nel tema dei diritti umani, perché il socialismo è, per essenza, un sistema orientato alla conquista della maggior giustizia sociale possibile. Mostrarlo come un sistema nemico delle libertà e dei diritti politici è negare le sue motivazioni e la sua essenza.
L’Ideale socialista considera sempre insufficiente quello che si fa per la protezione integrale dei diritti umani.
In Cuba c’interessa approfondire in questo ideale, prendendo i nostri valori come riferimenti e consolidando la nostra democrazia.
Ma una democrazia coerente con le nostre necessità e domande. Una democrazia socialista, genuina, non importata. Una democrazia cubana! (Applausi.)
Cos’è la Rivoluzione cubana dal suo primo giorno senza questo?
Un’infaticabile ricerca della giustizia, una lotta senza tregua per i diritti, cominciata generando l’accesso universale e gratuito ai servizi pubblici che erano stati storicamente limitati o negati per le maggioranze, goduti oggi da tuti i cubani.
Ovviamente non abbiamo conquistato già tutta la giustizia.
Orientiamo gli sforzi e le azioni verso questo elevato proposito, coscienti che sarà sempre necessario fare di più.
Per questo durante la nostra gestione segnaliamo la necessità di ottenere maggiori livelli d’educazione, cultura cívica, formazione cittadina, decenza e comunicazione sociale, che risultano indispensabili per formare coscienza nei diritti umani nel sistema socialista.
Intendiamo che non avremo maggiori garanzie per il suo sostegno e per la difesa della coscienza cittadina che tutto quello che abbiamo oggi è il risultato di secoli di lotta dell’umanità per i suoi diritti.
Il nostro caso come nazione è inoltre il frutto di 150 anni di lotta con il machete e con il fucile, con le idee e la dignità per una Cuba indipendente, sovrana, umanista e solidale e per sempre socialista (Applausi).
Questo è quello che abbiamo e che ci sostiene.
Se apprendiamo le più dure lezioni dell’anno che termina, possiamo disporci ad affrontare in migliori condizioni l’anno che sta per cominciare.
Le mie insoddisfazioni sono personali.
Riconoscerle mi aiuta a rendere visibili le strade per superarle.
In queste strade ci sono le sole forze capaci di affrontare e vincere ogni sfida e le menziono: il Governo, il più sfidato di tutti a innovare e a creare; gli organi del Potere Popolare municipi e nelle provincie, convocati a fare il salto definitivo sui limiti attuali; i legislatori, elementi chiave nella spinta di quanto approviamo e accordiamo; le organizzazioni politiche e di massa, a completare il circolo delle forze con la più alta partecipazione cittadina.
Le soddisfazioni sono collettive.
Mi affermo in queste per ringraziare Fidel e Raúl e la generazione storica che ci ha educato nell’ottimismo di fronte alle avversità. Grazie per tutta la forza con cui ci nutre la Rivoluzione che voi avete forgiato! (Applausi)
Al nobile y bravo popolo cubano, gratitudine infinita e le nostre felicitazioni nel 65º Anno della Rivoluzione Cubana! (Applausi.)
Venga la speranza!
Hasta la Victoria Siempre!
Discurso pronunciado por Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primer Secretario del Comité Central del Partido Comunista de Cuba y Presidente de la República, en las conclusiones del Décimo Periodo Ordinario de Sesiones de la Asamblea Nacional del Poder Popular en su IX Legislatura, en el Palacio de Convenciones, el 14 de diciembre de 2022, “Año 64 de la Revolución”
Querido General de Ejército Raúl Castro Ruz, líder de la Revolución Cubana;
Querido Esteban Lazo, Presidente de la Asamblea Nacional del Poder Popular;
Queridas diputadas y queridos
diputados;
Invitados:
Corresponde en esta sesión de la actual Legislatura que el Presidente de la República rinda cuentas de su labor. Lo asumo con entera responsabilidad y con la convicción que tengo de la importancia del mecanismo de la rendición de cuentas para el fortalecimiento de la institucionalidad, que fue un desvelo permanente del liderazgo de la Revolución que nos precede y guía, y en particular del General de Ejército Raúl Castro Ruz.
La rendición de cuentas, a todos los niveles, es un mecanismo que debemos perfeccionar, sistematizar, desarrollar con rigor ante el pueblo, con transparencia y como una vía para superarnos y perfeccionar la labor de dirección, en busca de resultados de mayor impacto en la sociedad.
Acepto esta responsabilidad con compromiso y entrega, protegiendo la unidad y asumiendo la continuidad desde una perspectiva dialéctica, en defensa de la Revolución y de su rumbo en el camino de la construcción socialista. Para hacerlo, comentaré elementos del contexto en que vivimos, elementos también de la política exterior y en el momento en que hemos desarrollado esa política, y valoraciones sobre las situaciones que hemos estado viviendo y de las cuales, por supuesto, me considero el principal responsable.
Me siento obligado a reiterar previamente algunas consideraciones respecto al escenario en que he desempeñado mis responsabilidades, preñado de desafíos y adversidades que nos han impedido avanzar como nos propusimos. Espero que nadie lo reciba como justificación o queja.
Ha sido un año marcadamente complicado en el escenario internacional y que sucede a dos años también extremadamente complicados.
El conflicto militar en Europa ha generado nuevos problemas y agravado muchos de los ya existentes en un mundo castigado por crecientes desigualdades, por la ausencia de compromiso real para hacer frente a las amenazas contra el medio ambiente, por los efectos socioeconómicos y sanitarios aún presentes de la pandemia de COVID-19, y sus consecuencias para los precios de los alimentos y las medicinas, el transporte, la logística y los requerimientos esenciales de los países en desarrollo.
Es un escenario amenazado, además, por el nocivo empeño imperialista de pretender dividir al mundo y generar exclusiones y estigmatizaciones, a lo que se suma la perniciosa tendencia a abusar del desproporcionado poder económico y financiero de los Estados Unidos para aplicar la coerción económica como instrumento preferido de política exterior.
Avanzamos en las relaciones con nuestra región, donde los cambios experimentados posibilitaron la llegada al gobierno de fuerzas políticas comprometidas con proyectos orientados a la justicia social y la defensa de la soberanía, convencidos de la importancia de la integración y la defensa de una región de paz, unida y solidaria.
Suceden estos cambios mientras la realidad económica y social de la región manifiesta niveles alarmantes de pobreza, desempleo, desigualdad y exclusión que, a la larga, favorecen el ascenso de fuerzas políticas de extrema derecha y corte fascista que intentan detener el avance de los movimientos progresistas comprometidos con los intereses y necesidades de las mayorías.
El evento continental y excluyente convocado por los Estados Unidos en la ciudad de Los Ángeles terminó siendo un fracaso político y una demostración del aislamiento que sufre la política imperialista de ese país en la región que José Martí llamó Nuestra América. Constituyó un duro golpe a la OEA y a su dirigencia institucional actual, cuyo desprestigio no tiene comparación.
Aprovecho para reiterar el reconocimiento a los países que rechazaron la exclusión de Cuba de ese evento, lo denunciaron y además condenaron la política de bloqueo recrudecido.
Es también un año de importantes acontecimientos en el ejercicio de la política exterior cubana, lo que ha exigido constancia, pensamiento y riguroso accionar apegado a los principios y tradiciones de la política exterior de nuestra Revolución.
Se mantuvo la estrecha concertación política y cooperación con la hermana República Bolivariana de Venezuela. Reiteramos nuestro firme apoyo a la Revolución Bolivariana y chavista y a la unión cívico-militar bolivariana que preside nuestro hermano Nicolás Maduro Moros a quien agradezco el oportuno y reiterado apoyo para contribuir a enfrentar los desastres y accidentes que nos golpearon este año.
Cuba consolidó las relaciones con México, lo que quedó ratificado con la visita de su Presidente al país. Aprovecho para agradecer los inolvidables gestos de solidaridad de Andrés Manuel López Obrador, de su pueblo y su Gobierno ante los accidentes y desastres naturales que enfrentó nuestro pueblo.
Reitero, al mismo tiempo, la solidaridad con el Estado Plurinacional de Bolivia y su presidente Luis Arce frente a los intentos de desestabilización promovidos y orquestados por fuerzas de derecha.
Saludo desde aquí al Comandante Daniel Ortega Saavedra y ratifico la solidaridad con su Gobierno y la voluntad de estrechar las relaciones bilaterales en áreas de mutuo interés.
También identificamos áreas de cooperación de beneficio mutuo con la República Argentina. Por eso, saludamos y agradecemos a su presidente y vicepresidenta, Alberto Fernández y Cristina Fernández de Kirchner.
La reanudación de los esfuerzos de paz en Colombia es un logro encomiable y una reivindicación de la postura digna y justa asumida por Cuba en defensa del Derecho Internacional y de los compromisos que asumimos para ayudar a esa hermana nación latinoamericana. Mantuvimos la disposición a continuar como garantes de la Mesa de Diálogos Colombia-ELN.
En el caso de los Estados Unidos, la característica fundamental y definitoria del vínculo bilateral continúa siendo el bloqueo económico, como arma de coerción cruel, ilegítima e inmoral, que constituye el obstáculo fundamental para el desempeño de nuestra economía.
También es evidente la abierta política de subversión y los intentos de desestabilizar nuestro país, con el respaldo de decenas de millones de dólares del presupuesto federal, junto a la tolerancia frente a quienes desde territorio de los Estados Unidos orientan, financian y hasta entrenan a individuos para que cometan actos violentos contra Cuba. Todo eso lo hemos denunciado directamente por los canales diplomáticos y de forma pública.
Hace pocos días el Gobierno de los Estados Unidos dio muestras adicionales de la conducta deshonesta de su política exterior al designar a Cuba como un país en el que supuestamente se persigue la religiosidad. Se trata de una falsedad más de un gobierno que no encuentra justificación para proseguir con el sistema de medidas económicas coercitivas más abarcador y prolongado que haya conocido la historia.
Sin embargo, y a pesar de lo anterior, hemos dado pasos muy discretos dirigidos a encaminar la cooperación bilateral para el cumplimiento de los acuerdos migratorios y también en otras áreas de prioridad entre ambos países.
Hace pocos meses, a raíz del incendio en la Base de Supertanqueros de Matanzas, el Gobierno de los Estados Unidos nos ofreció alguna asesoría técnica. La agradecimos y aceptamos. También aceptamos el ofrecimiento de unos cien trajes de bomberos con el correspondiente equipamiento de protección, los que finalmente llegaron al país la semana pasada y se están distribuyendo entre las brigadas del Cuerpo de Bomberos.
De igual modo, nos ofrecieron ayuda material valorada en 2 millones de dólares con motivo del huracán que afectó a Pinar del Río, en septiembre pasado. Al igual que con el caso de Matanzas, fue ayuda ofrecida sin condicionamientos, por lo que también la agradecimos y aceptamos.
Nuestro objetivo sigue siendo promover los lazos más amplios con ese país y su pueblo, que incluye ya a cerca de 2 millones de personas de origen cubano o descendientes de ellas.
Mantenemos la disposición a construir una relación respetuosa y mutuamente beneficiosa, con pleno apego al Derecho Internacional y las prerrogativas soberanas de cada parte. Eso lo conoce el Gobierno de los Estados Unidos, al que se lo hemos expresado directa y públicamente.
Es máxima prioridad aunar los esfuerzos y la creatividad popular en función de resolver los más agudos problemas, enfrentar las limitaciones y encauzar el rumbo del desarrollo, aseguró el Primer Secretario del Comité Central del Partido. Foto: Juvenal Balán
Los vínculos con los países de CARICOM se consolidan. Acabamos de celebrar el aniversario 50 de aquel acontecimiento histórico del 8 de diciembre de 1972, cuando cuatro países caribeños desafiaron los preceptos de la Doctrina Monroe y se dispusieron a formalizar relaciones diplomáticas con Cuba. Fueron ellos: Barbados, Guyana, Jamaica y Trinidad y Tobago. Ese paso, en momentos del mayor aislamiento promovido por el imperialismo contra Cuba, marcó un hito en la región y en la historia de la política exterior cubana.
La VIII Cumbre Caricom-Cuba confirmó la vigencia del legado del Comandante en Jefe, continuado por el General de Ejército, en las relaciones con el Caribe, que se basan en la hermandad, la cooperación y el respeto, y destacó la voluntad común de avanzar en planes de integración y desarrollo.
La Comunidad del Caribe ratificó su apoyo al reclamo por el levantamiento del bloqueo impuesto por Estados Unidos a Cuba, así como la eliminación del país de la espuria lista de Estados patrocinadores del terrorismo.
Hemos reiterado la solidaridad con el hermano pueblo puertorriqueño y su derecho a la autodeterminación.
Nos animan los procesos políticos que se inician en Brasil, Colombia y Honduras. Nuestra región reclama independencia y justicia social.
Las recientes visitas a Argelia, Rusia, Turquía y China respondieron a invitaciones cursadas por sus gobiernos y al interés de promover y consolidar lazos con esos países, tanto políticos como económico-comerciales. Consideramos trascendentes sus resultados.
En la Asamblea General de las Naciones Unidas la comunidad internacional volvió a pronunciarse casi unánimemente en rechazo del bloqueo económico de los Estados Unidos, ratificando el rotundo aislamiento de una política tan cruel como injusta.
Estamos muy conscientes de que la naturaleza polarizada y enajenada de la política estadounidense puede dar lugar a que el bloqueo económico se prolongue por muchos años más. Es por ello de máxima prioridad aunar los esfuerzos y la creatividad popular en función de resolver los más agudos problemas, enfrentar las limitaciones y encauzar el rumbo del desarrollo.
También asumimos la responsabilidad de denunciar esa política cruel e inhumana en cada oportunidad y en cada escenario.
Compañeras y compañeros:
Hemos favorecido el más amplio ejercicio legislativo para que en el menor tiempo posible se promulguen las leyes que desarrollan los contenidos de la Constitución. Esta Legislatura es la mejor expresión de ese ejercicio por el elevado número de leyes aprobadas en cada una de sus sesiones, destacándose el proceso que condujo a la aprobación del Código de las Familias en referendo, después de una amplia consulta popular.
Este ejercicio, que constituyó una evidencia más del carácter democrático del sistema socialista cubano, evidenció el amplio consenso social alrededor de temas muy complejos y diversos; se realizó en medio de la más difícil situación económica y en el peor momento de la aguda crisis electroenergética, que ya vamos superando.
Bajo un huracán de carencias y dificultades el pueblo votó y aprobó el Código, dando muestras de una elevada e inequívoca conciencia social que volvió a expresarse con absoluta transparencia y limpieza en las más recientes elecciones para delegados a las asambleas municipales del Poder Popular.
En la sesión que hoy concluye se aprobaron cuatro leyes que reforzarán el orden institucional del país, con un papel determinante en el ámbito económico y social de la nación.
A la próxima Legislatura le corresponderá, igualmente, enfrentar un arduo trabajo legislativo y conformar desde sus inicios un nuevo Cronograma que dé respuesta a nuestra demanda normativa.
Compatriotas:
Estas sesiones de la Asamblea han sido particularmente tensas e intensas al abordar los problemas de la difícil cotidianidad cubana. Cada uno de ustedes, como cada cubano o cubana, tiene su propia percepción de esos problemas; sin embargo, no conozco a un patriota que se mantenga al margen de las angustias y los esfuerzos para que el país logre superar los colosales desafíos de una economía bloqueada y recontrabloqueada por quienes se han erigido en amos de las finanzas y los mercados del mundo, pero también por ineficiencias y obstáculos generados por nuestra propia impericia y errores.
Decir que la economía transita por una compleja situación donde se combinan el recrudecimiento del bloqueo, los efectos de la pandemia y la inflación internacional, entre otros factores adversos, es lo cierto, lo innegable. Pero no resuelve. Lo que toca es buscar salidas, innovar y romper el cerco.
En el Plan de la Economía para el año 2023, explicado por el Ministro ante ustedes, se definen objetivos que resultan de vital importancia para enfrentar todas las problemáticas ya diagnosticadas de la economía nacional, así como para continuar avanzando en la creación de capacidades y entornos institucionales que permitan progresar con mayor efectividad y rapidez.
Las medidas aprobadas con ese fin deben crear las condiciones para avanzar con mayor dinamismo, si se implementan con celeridad, sin frenos, siempre identificando los riesgos para minimizar sus impactos.
No es secreto que en los últimos años se han producido importantes desequilibrios macroeconómicos como resultado de la pérdida de ingresos en divisas, los elevados déficits fiscales, el incremento de los ingresos de personas naturales sin respaldo productivo, la parcial dolarización de la economía y la débil respuesta productiva para generar oferta de bienes y servicios, entre otros.
Estos desequilibrios se expresan principalmente en los niveles de inflación, escasez de oferta, depreciación e inconvertibilidad de la moneda nacional, fenómenos que han producido un deterioro sustancial del poder adquisitivo de los ingresos de los trabajadores y pensionados y de las condiciones de vida de la población.
La mejora en el bienestar del pueblo requiere de la reactivación de las capacidades productivas nacionales y de la captación de un nivel de divisas que garanticen el incremento gradual, pero sostenido, de la oferta de bienes y servicios, lo cual no será posible sin la corrección, dentro de determinados límites, de los desequilibrios macroeconómicos señalados.
En este sentido, el Plan de la Economía presentado y aprobado concibe la implementación de un Programa de Estabilización Macroeconómica que supone una transformación esencial en la gestión macroeconómica y en la coordinación entre el Plan, el Presupuesto del Estado y la Programación Monetaria.
Ese Programa de Estabilización Macroeconómica requiere de la articulación y conciliación de objetivos de mediano plazo, con urgencias de corto plazo, para manejar adecuadamente los conflictos, particularmente aquellos con impactos distributivos y sociales.
Según sus diseñadores y otros expertos, un programa de este tipo no impulsa por sí solo el crecimiento económico, pero sí sienta las bases para que el resto de las políticas de carácter sectorial, como la transformación productiva o el desarrollo local, sean efectivas y cumplan sus objetivos.
Se multiplican la fuerza y la confianza en la victoria cuando se tiene una historia descomunal empujando tus pasos y un pueblo heroico dando y exigiendo más, expresó Díaz-Canel. Foto: Estudios Revolución
Como explicó el Ministro, el Plan y el Presupuesto del Estado para el año 2023 arrojan luces; pero alcanzar sus metas implica trabajar duro, innovar, aplicar la economía circular, exportar y aumentar la competitividad de nuestras producciones.
Por otra parte, se requiere continuar implementando medidas que garanticen que la empresa estatal verdaderamente ejerza su papel como sujeto económico principal del Modelo de Desarrollo Económico y Social.
Es imprescindible también alcanzar las exportaciones proyectadas en el Plan, para poder respaldar las importaciones mínimas que requiere la economía en el objetivo de asegurar los niveles de producción que se planifican y que constituyen la fuente fundamental del crecimiento del 15 % de la circulación mercantil minorista.
Otras tareas como la atención a las comunidades y a personas en situación de vulnerabilidad, el tránsito definitivo del subsidio a productos al subsidio a personas, para comenzar la verdadera transformación social aplicando un enfoque no asistencialista, forman parte del necesario perfeccionamiento de la sociedad y deben priorizarse el próximo año.
El 2023 debe ser un año mejor; pero lograrlo demanda más que un plan integral. Exige sacudir la inercia, desterrar el burocratismo, quitar más trabas y superar la autocomplacencia (Aplausos). Confío en el trabajo creativo e innovador de quienes deben responder por esas tareas en un tiempo que ya no se mide por el reloj, sino por las urgencias que provoca el desgaste tras una dura lucha de más de 60 años contra un cerco criminal e inaceptable.
Queridos compatriotas:
Enfrentar adversidad tras adversidad, como los tres eventos más terribles de este año, o sea, los accidentes del Hotel Saratoga y la Base de Supertanqueros y el devastador huracán Ian, en paralelo con el bloqueo reforzado y los costosos efectos de una pandemia que nos paralizó económicamente durante dos años, no ha sido motivo para el desaliento o la desmovilización.
Lo que hemos sufrido nos obliga a superarnos. En cada confrontación con la dificultad se producen aprendizajes, se alcanza un crecimiento y se gana en experiencias para asumir los momentos difíciles con decisión, con la ecuanimidad necesaria para sopesar cada paso y cada acción.
Ya lo dije una vez: Se multiplican la fuerza y la confianza en la victoria cuando se tiene una historia descomunal empujando tus pasos y un pueblo heroico dando y exigiendo más.
Quiero decirlo hoy ante ustedes que representan al pueblo de Cuba y a todos los que nos escuchan: siento una enorme insatisfacción por no haber sido capaz de lograr, desde la conducción del país, los resultados
que necesita el pueblo cubano para alcanzar la anhelada y esperada prosperidad (Aplausos prolongados). Pero creo en la dirección colectiva y he actuado y actuaré como fiel seguidor y defensor de lo acordado en el Octavo Congreso de nuestro Partido.
En mi condición de Presidente de la República, como servidor público, he velado por el respeto a la Constitución, por el cumplimiento de la legalidad socialista y por mantener un vínculo permanente con el pueblo, del que soy parte.
Convencido de la naturaleza popular del sistema político cubano, de esa cualidad que nos distingue, he insistido en promover el perfeccionamiento del Sistema del Poder Popular, para propiciar más democracia y participación.
El socialismo requiere de una ciudadanía activa y del involucramiento popular en todas las esferas. Bajo esa premisa, en cada visita realizada a los territorios, en cada encuentro con los diferentes sectores de la sociedad, en el trabajo diario desde la Presidencia, insisto en la importancia de escuchar al pueblo y gobernar en consecuencia.
Es en función de ese objetivo que apelo a los aportes de la ciencia y la innovación, en especial las ciencias sociales, que mucho contribuyen a la consolidación de la democracia socialista. Así, en conjunto con diferentes grupos de expertos, académicos y especialistas, analizamos cómo generar más ámbitos de participación en aras de perfeccionar los mecanismos e instrumentos democráticos.
La participación popular es esencia de la democracia y sin ella no es posible el socialismo. Debemos privilegiar las diferentes formas del control popular, sin que implique ir en detrimento del control administrativo.
En virtud de estas convicciones hemos propiciado el desarrollo de diversos programas orientados a buscar soluciones a nuestros más acuciantes problemas económicos y sociales, entre ellos: el Programa de Soberanía Alimentaria y Educación Nutricional, la Estrategia para lograr la estabilidad del Sistema Eléctrico Nacional, el enfrentamiento a los planes de la subversión político-ideológica del enemigo, el desarrollo de la Estrategia para controlar la epidemia de la COVID-19, la implementación del Sistema de Gestión de gobierno basado en Ciencia e Innovación, y programas sociales que están orientados a disminuir las desigualdades sociales, las situaciones de la vulnerabilidad en función del adelanto de la mujer y contra la discriminación racial.
Insisto en que es imprescindible barrer con la burocratización que se ha instalado en muchos espacios, ámbitos y dimensiones del gobierno y la administración, que no podemos seguir consintiendo.
Creo firmemente que cada ley que aquí se apruebe será más legítima en la medida en que más personas participen en su elaboración. Hemos estimulado mayores niveles de participación en los procesos de creación normativa.
En estos años, desde la dirección del Estado, se ha orientado la profundización del estudio y análisis de los derechos humanos, convencidos de que somos un sistema garante de esos derechos y de la dignidad humana que los sustenta, pese al permanente esfuerzo de los enemigos de Cuba por establecer una mitología de mentiras y difamación en torno al tema.
Me niego a aceptar la satanización del socialismo, particularmente en el tema de los derechos humanos, porque el socialismo es, por esencia, un sistema orientado a conquistar la mayor justicia social posible. Mostrarlo como un sistema enemigo de las libertades y los derechos políticos es negar sus motivaciones y esencia.
El ideal socialista considera siempre insuficiente lo que se haga por la protección integral de los derechos humanos. Y en Cuba nos interesa profundizar en ese ideal, tomando como referente nuestros valores y consolidando nuestra democracia. Pero una democracia coherente con nuestras necesidades y demandas. Una democracia socialista, genuina, no importada. ¡Una democracia cubana! (Aplausos.)
¿Qué es la Revolución Cubana desde su primer día sino eso? Una búsqueda infatigable de la justicia, una pelea sin tregua por derechos, que comenzó generando acceso universal y gratuito a servicios públicos que habían estado históricamente limitados o negados para las mayorías y que hoy disfrutan todos los cubanos.
Por supuesto que no conquistamos ya toda la justicia. Hacia ese elevado propósito orientamos esfuerzos y acciones, conscientes de que siempre será preciso hacer más. Por eso durante nuestra gestión remarcamos la necesidad de alcanzar mayores niveles de educación, cultura cívica, formación ciudadana, decencia y comunicación social, que resultan indispensables para formar conciencia en derechos humanos dentro del sistema socialista.
Entendemos que no habrá mayor garantía para su sostenimiento y defensa que la conciencia ciudadana de que todo lo que tenemos hoy es el resultado de siglos de lucha de la humanidad por sus derechos. Y en nuestro caso como nación es, además, el fruto de más de 150 años de pelea con el machete y con el fusil, con las ideas y con la dignidad por una Cuba independiente, soberana, humanista y solidaria y por siempre socialista (Aplausos).
Eso es lo que tenemos y nos sostiene. Si aprendimos las más duras lecciones del año que termina, podemos disponernos a enfrentar en mejores condiciones el año que está muy cerca de comenzar.
Mis insatisfacciones son personales. Reconocerlas me ayuda a visibilizar los caminos para superarlas. En ello están las únicas fuerzas capaces de enfrentar y vencer cada reto, y los menciono: el Gobierno, más desafiado que todos a innovar y a crear; los órganos del Poder Popular en los municipios y provincias, convocados a dar el salto definitivo sobre sus limitaciones actuales; los legisladores, claves en el empuje a cuanto aprobamos y acordamos; las organizaciones políticas y de masas, a completar el círculo de fuerzas con la más alta participación ciudadana.
Las satisfacciones son colectivas. En ellas me afirmo para agradecer a Fidel, a Raúl y a la generación histórica que nos educaron en el optimismo frente a las adversidades. ¡Gracias por toda la fuerza de la que nos nutre la Revolución que ustedes forjaron! (Aplausos.)
¡Al noble y bravo pueblo cubano, gratitud infinita y nuestras felicitaciones en el Año 65 de la Revolución Cubana! (Aplausos.)
¡Venga la esperanza!
¡Hasta la Victoria Siempre!