Nei territorio indigeno è stato riportato un indice di deforestazione del 157% come parte del fomento dell’amministrazione di Bolsonaro all’illegalità ambientale.
La deforestazione dell’Amazzonia durante il Governo del presidente uscente del Brasile, Jair Bolsonaro, cominciato nel 2019 e che si concluderà tra alcuni giorni, si è incrementata del 94% rispetto agli anni precedenti alla sua gestione, rivela uno studio citato da Telesur.
L’Istituto Socio Ambientale ha assicurato nel suo rapporto annuale che l’amministrazione di Bolsonaro “ha provocato la più forte retrocessione ambientale del secolo, con un aumento del 94% nella deforestazione paragonato agli anni precedenti la sua gestione».
Secondo i dati della ONG, la causa principale del brusco aumento è direttamente relazionata allo smantellamento degli organi di gestione ambientale.
Inoltre ha inciso lo stop alla demarcazione delle terre indigene con le azioni di cessione di grandi estensioni territoriali a imprese multinazionali.
Gli studi, ha indicato Telesur, riportano un indice di deforestazione del 157% nei territori indigeni come parte del fomento dell’amministrazione di Bolsonaro per le illegalità ambientali sui territori ancestrali.
Il bilancio di deforestazione delle Aree Protette nel Governo di Bolsonaro «ha un bilancio disastroso», si legge. “I dati del Prodes mostrano che queste aree soffrono un’intensa pressione e che l’aumento della degradazione forestale nelle terre indigene è giunto al 157%”.