Il vaccino anti-Covid Soberana sviluppato a Cuba ha un’efficacia superiore al 90% e potrebbe essere presto prodotto in Italia per il mercato europeo.
Sono stati pubblicati sulla rivista Lancet Regional Health i risultati dei trial clinici sul vaccino anti-Covid Soberana 2 in combinazione con una terza dose del vaccino Soberana Plus, entrambi sviluppati dall’istituto Finlay dell’Avana (Cuba). La sperimentazione ha coinvolto 44 mila volontari in un periodo in cui a Cuba dominavano le varianti beta e delta del coronavirus. Il vaccino in tre dosi ha dimostrato un’efficacia del 92%, con un margine di incertezza compreso tra l’80% e il 97%. Al test, randomizzato e in doppio cieco secondo gli standard della ricerca farmacologica, hanno partecipato anche ricercatori dell’università di Gand (Belgio) e Teheran (Iran) coordinati dal direttore del Finlay, il vaccinologo Vicente Vérez Bencomo.
IL VACCINO CUBANO dunque ha dimostrato sul campo un’efficacia paragonabile a quella dei più costosi vaccini a mRna, con il vantaggio di poter essere somministrato anche nei neonati. La tecnica impiegata dai ricercatori cubani infatti è la stessa di altri vaccini ben noti, sicuri e già utilizzati anche con il riconoscimento dell’Oms. Soberana è un cosiddetto vaccino «a subunità proteica»: mette l’organismo a contatto con una porzione della proteina esterna del coronavirus – la cosiddetta «spike» – in modo che il sistema immunitario possa riconoscerla e sviluppare anticorpi specifici.
FINORA I VACCINI cubani avevano ricevuto molti elogi, perché uno Stato così piccolo e con un’economia fragile è riuscito in un’impresa medico-scientifica fallita da Stati assai più attrezzati, come la Francia e la stessa Italia. Ma avevano incontrato anche molta diffidenza nella comunità scientifica occidentale. Mentre le prove sull’efficacia dei vaccini occidentali erano state pubblicate su riviste scientifiche prestigiose come New England Journal of Medicine o Lancet, i risultati ottenuti da Cuba non erano stati validati dalle riviste che selezionano gli studi attraverso la peer review – la revisione delle ricerche da parte di esperti indipendenti – le sole ritenute rilevanti dalla comunità scientifica. Questo faceva dubitare della trasparenza dei ricercatori cubani. Invece, «con la pubblicazione su Lancet Regional Health cade anche questo alibi: la ricerca pubblica cubana si è dimostrata all’altezza di quella realizzata dalle industrie private, a costi decisamente superiori, negli Usa e in Europa» spiega il biologo molecolare italiano Fabrizio Chiodo del Cnr, che ha collaborato con l’istituto Finlay nello sviluppo di Soberana.
COME MAI i dati sul vaccino cubano arrivano così tardi e su una rivista meno importante, come Lancet Regional Health? «I ricercatori cubani – spiega Chiodo – hanno sempre divulgato su Internet i propri risultati attraverso la piattaforma aperta medrXiv, quella usata in tutto il mondo per condividere le ricerche ancora prima di pubblicarle sulle riviste. Ma quando si tratta di pubblicare i risultati, le riviste maggiori hanno spesso messo i bastoni fra le ruote a Cuba» spiega Chiodo. «In un caso, una delle riviste più accreditate ci ha messo sei mesi solo per trovare i revisori che valutassero lo studio, rallentando così la pubblicazione. Perciò, dato che stava diventando un ritornello stucchevole, per la sperimentazione del vaccino Soberana si è scelto un compromesso: accettare di pubblicare in tempi ragionevoli, su una rivista magari meno blasonata ma con la peer review. Lancet Regional Health è pur sempre una rivista del gruppo Lancet e applica gli stessi criteri rigorosi nel selezionare le pubblicazioni».
NON È COMUNQUE il primo studio cubano convalidato dalla comunità scientifica ufficiale. Solo sul vaccino Soberana l’Istituto Finlay ha all’attivo 13 pubblicazioni scientifiche su varie riviste. Tra queste, ne spicca una del novembre 2022 sull’International Journal of Infectious Diseases che dimostra la sicurezza del vaccino nei bambini. Cuba è stato il primo paese a vaccinare in sicurezza anche quelli più piccoli. «Oggi il 97% dei bambini cubani al di sopra dei 2 anni è vaccinato contro il Covid» sostiene Chiodo.
LA VERA NOTIZIA è che il vaccino cubano potrebbe a breve essere prodotto in Italia per il mercato europeo. «L’accordo con la società farmaceutica Adienne di Caponago (Monza) sta procedendo. I loro stabilimenti hanno la certificazione di qualità necessaria per l’approvazione del vaccino cubano da parte dell’Agenzia europea del farmaco europea, l’ostacolo che finora ha impedito a Cuba di esportare i vaccini in Europa». Se accadrà davvero, quello cubano sarà il primo vaccino anti-Covid prodotto da un’azienda italiana.
Fonte: Andrea Capocci – il manifesto