Il Gruppo imprenditoriale delle industrie biotecnologiche e farmaceutiche di Cuba (Biocubafarma) ha evidenziato le nuove prove cliniche della sicurezza e dell’effetto terapeutico del vaccino nazionale HeberSaVax, che costituisce una conquista della scienza e dell’innovazione nel Paese nel 2022.
Attraverso Twitter, Biocubafarma ha pubblicato il riconoscimento conferito alle entità che implementano l’immunogeno noto anche come CIGB 247, utilizzato nel trattamento del carcinoma epatocellulare e del cancro ovarico in fase avanzata.
“Le nuove prove cliniche della sicurezza e dell’effetto terapeutico del vaccino HeberSaVax per il trattamento dei tumori del fegato e dell’ovaio sono state un altro risultato della scienza e dell’innovazione nel 2022 che ha ricevuto il riconoscimento di @BioCubaFarma. Congratulazioni!!!”, si legge nel messaggio condiviso dall’organizzazione imprenditoriale.
Tra le istituzioni che partecipano allo sviluppo di HeberSaVax vi sono il Centro di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (CIGB), il Centro di Ricerca Medica Chirurgica (CIMEQ), il Ministero della Salute Pubblica, l’Istituto di Cibernetica, Matematica e Fisica (ICIMAF) e l’Università Centrale Marta Abreu de Las Villas.
Recentemente, in occasione di una riunione di esperti di salute e scienziati con il Presidente Miguel Díaz-Canel, è emerso che HeberSaVax è un prodotto sicuro e tollerabile, con reazioni avverse minime, che è stato concluso dopo 10 anni di immunizzazione continua negli studi clinici.
Il Dr. Francisco Hernández, responsabile clinico dello sviluppo del CIGB 247, ha dichiarato che si tratta di un’alternativa terapeutica cubana sicura e meno costosa di altre esistenti al mondo, a disposizione dei pazienti che soffrono di un problema di salute complesso.
Durante l’incontro è stato riconosciuto che il farmaco cubano ha dimostrato una risposta immunitaria negli esseri umani nel trattamento dell’epatocarcinoma, il quinto tumore più comune al mondo, che causa più di mezzo milione di morti all’anno.
Quando si vede che si raggiunge un tempo di sopravvivenza medio di 11 mesi rispetto al prodotto leader mondiale, il sorafenib (che non supera i sei mesi), non c’è dubbio che si tratta di un’evidenza clinica molto potente”, ha dichiarato Enrique Arús Soler, specialista in gastroenterologia ed epatologia ed endoscopista.
Fonte: CubaSi
Traduzione: italiacuba.it