Coloro che vivono, da 64 anni, della questione controrivoluzionara, arricchendosi e raggiungendo posizioni politiche negli USA, ora corrono a Londra per cercare di trasformare un processo finanziario in politico, il tutto con il preciso obiettivo di danneggiare ulteriormente l’economia cubana, che soffre il peggiore e spietato blocco economico, commerciale e finanziario della storia.
Le immagini pubblicate sulle tv di Miami e le reti sociali mostrano emigrati cubani, finanziati con soldi approvati dal governo yankee per azioni sovversive contro Cuba, in atti di ripudio con grida, parole oscene e insulti contro la delegazione di avvocati cubani e stranieri, presenti nel Tribunale Superiore (TS) di Londra, per il giudizio, iniziato il 23 gennaio 2023, per la causa numero CL-2020-000092 del 18 febbraio 2020 dal titolo “CRF I Limited versus Banco Nazionale di Cuba y Repubblica di Cuba”, per una somma di 72 milioni di $.
La società CRF I Ltd., gruppo di investimento registrato nel paradiso fiscale delle Isole Cayman, ha acquisito, negli ultimi anni, questo debito per conto dei suoi investitori e ora la giudice Sara Cockerill, della Divisione Commerciale del TS di Londra dovrà decidere se sia il legittimo proprietario di quel debito.
In caso di sentenza favorevole alla società CRF I, le consentirebbe di esigere il pagamento del debito e, di fronte ad un rifiuto della parte cubana, potrebbe avviare meccanismi legali per sequestrare i beni di proprietà di Cuba all’estero, a titolo di risarcimento per detto debito.
Per questo motivo, lo scopo delle pressioni politiche sviluppate dai lacchè degli USA è che la giudice accolga la richiesta della società e stimolare altri creditori ad avviare una caccia legale, con l’obiettivo di appropriarsi di tutti i beni cubani all’estero, per risarcire i debiti, situazione che metterebbe in totale crisi l’economia dell’isola, già colpita dalle sanzioni yankee; oltre a mettere in fuga i nuovi investitori stranieri, scenario anelato dagli yankee dal 1960.
Cuba è presente a detto processo con Rodolfo Dávalos Fernández, presidente della Società Cubana di Diritto Commerciale e della Corte Cubana di Arbitraggio Commerciale Internazionale; Juan Mendoza Díaz, professore di Diritto Processuale all’Università dell’Avana e presidente della Società Cubana di Diritto Processuale e l’avvocato Humberto López, insieme a prestigiosi studi legali guidati dallo studio inglese PCB Byrne LLP, con una vasta esperienza nella gestione di questo tipo di querelle.
A rappresentare Cuba c’è anche lo studio britannico Essex Court Chambers, con anni di pratica e massima reputazione nella consulenza e nell’azione in contenziosi legali, sia nel Regno Unito che in altri paesi, su questioni di diritto commerciale e finanziario, dalle controversie bancarie e finanziarie sino alle assicurazioni e riassicurazioni, frode civile, commercio, trasporti marittimi e altri.
Anche lo studio spagnolo Uría Menéndez, per il quale lavora l’avvocata cubana Lourdes Dávalos, è stato assunto dalla parte cubana, tenendo conto della sua esperienza e professionalità che lo hanno fatto riconoscere, per il secondo anno consecutivo in Spagna, come studio dell’anno 2022 e ottenere il premio annuale assegnato dalla società britannica International Financial Law Review, specializzata in tematiche del mercato legale di capitali, societari e finanziari.
Chi finanzia i biglietti, l’alloggio e il vitto dei controrivoluzionari che passano ore a gridare e a portare cartelli, senza andare al lavoro, quando si sa l’attuale crisi economica che sta vivendo l’Europa? Non c’è dubbio che organizzazioni di facciata della CIA, come USAID, NED e altre simili, forniscano le risorse necessarie.
Per dare maggiore visibilità alla montatura contro Cuba, hanno convocato gruppi controrivoluzionari con base in Argentina e Uruguay, per attirare l’attenzione dei partecipanti al VII Vertice della Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (CELAC), riuniti davanti dell’hotel Sheraton, sede dell’evento.
Da Miami hanno dato istruzioni alla cosiddetta “Associazione dei Cubani Liberi” a Montevideo, Uruguay, affinché protestassero davanti all’ambasciata cubana, nonostante questa non abbia relazione con il processo di Londra, ma cercano di richiamare l’attenzione della stampa di destra per ampliare la campagna mediatica.
Per politicizzare il processo e attirare la stampa, i controrivoluzionari sono orientati a usare nelle loro grida parole come: “Abbasso la dittatura”, “che la dittatura paghi il debito che ha acquisito”, “Fateglieli pagare”, “Patria y Vida”, “Assassini e “Libertà per i prigionieri politici”.
Anche a Miami, capitale dei terroristi anticubani e rifugio di ladroni e assassini, si svolge un’analoga campagna mediatica, con l’interesse di fomentare la matrice d’opinione secondo cui “Cuba è uno stato fallito” senza menzionare la crudele e criminale guerra economica, commerciale e finanziaria imposta dagli USA per impedire lo sviluppo dell’economia cubana, come affermato, nel 1999, il Council on Foreign Relations: “L’opposizione degli USA alla Rivoluzione cubana e il sostegno alla democrazia e allo sviluppo in questo emisfero sono riusciti a frustrare le ambizioni cubane di espandere il proprio modello economico e la propria influenza politica”.
L’odio verso una Cuba indomabile si schianterà ancora una volta contro la verità, e gli USA dovranno continuare a sopportare il socialismo a sole 90 miglia dalle sue coste, come simbolo di una sovranità indomabile.
Esattamente José Martí afferma: “Se c’è qualcosa di sacro in ciò che illumina il sole, sono gli interessi della Patria”.
El fin perseguido es estrangular a Cuba
Por Arthur González
Quienes viven del tema contrarrevolucionario desde hace 64 años, enriqueciéndose y alcanzando posiciones políticas en Estados Unidos, ahora corren a Londres para tratar de convertir un juicio financiero en político, todo con el marcado objetivo de afectar más la economía cubana que sufre el peor y despiadado bloqueo económico, comercial y financiero de la historia.
Las imágenes publicadas en las televisoras de Miami y las redes sociales, muestran a emigrados cubanos, financiados con dinero aprobado por el gobierno yanqui para las acciones subversivas contra Cuba, en actos de repudio con gritos, palabras obscenas y ofensas contra la delegación de abogados cubanos y extranjeros, presentes en el Tribunal Superior Londres, por el juicio iniciado el 23 de enero 2023 ante la demanda número CL-2020-000092 del 18 de febrero de 2020, titulada “CRF I Limited versus Banco Nacional de Cuba y República de Cuba”, por una suma de 72 millones de dólares.
La empresa CRF I Ltd., grupo inversor registrado en el paraíso fiscal de Islas Caimán, adquirió en los últimos los años esa deuda en nombre de sus inversores y ahora la jueza Sara Cockerill, de la división Comercial del Tribunal Superior de Londres, deberá decidir si es dueña legítima de esa deuda.
En caso fallar a favor de la empresa CRF I, le permitiría la reclamación del pago de la deuda y ante una negativa de la parte cubana, pudieran iniciar mecanismos legales para embargar los bienes propiedad de Cuba en el exterior, como compensación de dicha deuda.
Por eso, el fin que persiguen las presiones políticas desarrolladas por los lacayos de Estados Unidos, es que la jueza acepte la demanda de la empresa y estimular a otros acreedores a iniciar una cacería legal, con el objetivo de apropiarse de todos los activos cubanos en el extranjero, para indemnizar las deudas, situación que pondría en crisis total a la economía de la Isla, ya resentida por las sanciones yanquis; además de ahuyentar a nuevos inversores extranjeros, escenario anhelado por los yanquis desde 1960.
Cuba está presente en dicho juicio con Rodolfo Dávalos Fernández, presidente de la Sociedad Cubana de Derecho Mercantil y de la Corte Cubana de Arbitraje Comercial Internacional; Juan Mendoza Díaz, profesor de Derecho Procesal de la Universidad de La Habana y presidente de la Sociedad Cubana de Derecho Procesal y el abogado Humberto López, unidos a prestigiosos bufetes de abogados encabezados por la firma inglesa PCB Byrne LLP, con vasta experiencia en el manejo de este tipo de querellas.
También representan a Cuba la firma británica Essex Court Chambers, con años de práctica y máxima reputación en asesorar y actuar en litigios legales, tanto en el Reino Unido como en otros países en temas de derecho comercial y financiero, desde disputas bancarias y financieras, hasta en seguros y reaseguros, fraude civil, comercio, transporte marítimo y otros.
La firma española Uría Menéndez, para la cual trabaja la abogada cubana Lourdes Dávalos, ha sido igualmente contratada por la parte cubana, tomando en cuenta su experiencia y profesionalidad que la hizo ser reconocida, por segundo año consecutivo en España, como la firma del año 2022 y obtener el premio anual otorgado por la firma británica International Financial Law Review, especializada en temáticas del mercado legal de capitales, corporativos y financieros.
¿Quién financia los pasajes, alojamiento y alimentación de los contrarrevolucionarios que permanecen horas gritando y portando carteles, sin asistir al trabajo, cuando es conocida la actual crisis económica que vive Europa? No cabe la menor duda de que organizaciones pantallas de la CIA, como la USAID, la NED y otras similares, aportan los recursos necesarios.
Para darle mayor visibilidad al montaje contra Cuba, convocaron a grupos contrarrevolucionarios radicados en Argentina y Uruguay, a fin de llamar la atención de los participantes en la Séptima Cumbre de la Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños (Celac), al reunirse frente al hotel Sheraton, sede del evento.
Desde Miami impartieron instrucciones a la llamada la “Asociación Cubanos Libres”, en Montevideo, Uruguay, para que protestaran frente a la embajada cubana, a pesar de que esta no tiene relación con el juicio de Londres, pero buscan llamar la atención de la prensa derechista para ampliar la campaña mediática.
Para politizar el juicio y atraer a la prensa, los contrarrevolucionario son orientados a utilizar en sus gritos, palabras como: “Abajo la dictadura”, “que la dictadura pague la deuda que adquirió”, “Háganlos pagar”, “Patria y Vida”, “Asesinos y “Libertad para los presos políticos”.
En Miami, capital de los terroristas anticubanos y refugio de ladrones y asesinos, también se desarrolla similar campaña mediática, con el interés de fomen tar la matriz de opinión de que “Cuba es un estado fallido”, sin mencionar la cruel y criminal guerra económica, comercial y financiera impuesta por Estados Unidos para impedir el desarrollo de la economía cubana, como afirmó en 1999 el Council on Foreign Relations: “La oposición de Estados Unidos a la Revolución cubana y el apoyo a la democracia y al desarrollo en este hemisferio, lograron frustrar las ambiciones cubanas de expandir su modelo económico e influencia política”.
El odio hacia la Cuba indomable se estrellará una vez más contra la verdad, y Estados Unidos tendrá que continuar soportando el socialismo a solo 90 millas de sus costas, como símbolo de una soberanía inclaudicable.
Exacto José Martí al afirmar: “Si hay algo sagrado en cuanto alumbra el sol, son los intereses de la patria”.