Il 2 febbraio si è conclusa a Londra l’udienza della causa intentata da un fondo avvoltoio contro il Banco Nacional de Cuba (BNC) e la Repubblica di Cuba. L’obiettivo di questo procedimento legale è chiaro: il tribunale inglese deve stabilire se l’attore è un legittimo creditore della maggiore delle Antille o meno, ma il giudice britannico potrebbe impiegare mesi per annunciare la sua sentenza.
“La posizione del nostro Paese è che riconosciamo i nostri legittimi debiti e i nostri legittimi creditori. La nostra posizione è innanzitutto quella di riconoscerli, di essere trasparenti, di parlare sempre con i nostri creditori e di cercare condizioni reciprocamente favorevoli per soddisfare questi obblighi”, ha dichiarato il Ministro della Giustizia Oscar Manuel Silvera.
Fin dall’annuncio del processo, è stata condotta una campagna mediatica per screditare il processo. Utilizzando informazioni false e distorte, hanno cercato di posizionare l’opinione pubblica sulla presunta “colpa” di Cuba nel processo.
La parte cubana ha chiarito la sua posizione in merito: Cuba “non ha chiesto al giudice inglese di dimostrare che c’è stata corruzione… perché questo è già stato dimostrato a Cuba”, ha detto Olivera.
Altre accuse mosse dagli avvocati che rappresentano il fondo avvoltoio si riferiscono alle offerte e alle opportunità che essi sostengono di aver dato al governo cubano per negoziare con loro sulla questione oggetto della controversia in tribunale.
Ancora una volta la risposta della parte cubana è stata energica. Il primo vice ministro delle Finanze di Cuba, Vladimir Regueiro, anch’egli presente a Londra per l’udienza, ha dichiarato che L’Avana “è sempre stata disposta a condurre i migliori negoziati per cercare i termini e le condizioni che si adattano alle condizioni attuali della nostra economia” con i creditori “che detengono legittimamente il titolo”.
Nel corso del processo, Cuba ha ribadito di riconoscere i debiti del governo e dei suoi legittimi creditori.
Fonte: Razones de Cuba
Traduzione: italiacuba.it