Questa continua ad essere una battaglia di idee

MarxLenin Valdes

È una guerra e come tale si comporta. Non ci sarà parità nel suo risultato per due parti vincenti, bensì solo un vincente: quello del decoro e dell’umanesimo, o quello della stupidità e della mercificazione

Il fatto che Randy ha analizzato in due articoli su Cubadebate, è anche una rappresentazione volgare e troppo grossolano per esemplificare come si svolge questa guerra di simboli capitalisti, mercantili, colonizzatori della nostra immaginazione e delle nostre menti.

Ma è solo uno dei tanti bordi dai quali il capitalismo e i suoi intellettuali organici (con il perdono di applicare tanta bellezza concettuale a uno spregevole incidente e ai suoi autori) riproducono l’incultura del cattivo gusto, della violenza sociale, del cattivo esempio covertito in referente per alcuni. Ma ce n’è per tutti i “gusti”. Diversifica le sue produzioni affinché non rimanga persona su questo pianeta senza essere raggiunta da qualche oggetto fatto su nostra misura e così, a poco a poco, riformando la nostra soggettività. Sicché i nostri desideri, bisogni, abitudini e aspirazioni hanno ora spazio e soddisfazione solo attraverso la via delle merci e delle sue cose.

Come stiamo andando in questa lotta? Come ci difendiamo nella battaglia delle idee, nella guerra culturale di un sistema egemonico mondiale contro tutti, e in particolare contro Cuba, che si erge, ogni giorno, come esempio vivente di contro-egemonia al sistema imperante?

Come ci difendiamo, ma soprattutto come stiamo “attaccando” questo numero infinito di oggetti che il mercato capitalista moltiplica per espandersi e rafforzarsi, riducendoci e semplificandoci? E se di fronte ad un evento così spregevole accaduto nella capitale, la risposta popolare fosse stata diversa? Tuttavia, per nostra tristezza come popolo, non lo è stata.

Chi ha risposto alla chiamata del denaro? Come l’hanno fatto? Perché? Come lo interpreteremo, per apprendere da esso e sapremo mobilitarci in funzione della formazione e della riproduzione di valori legati al decoro, all’educazione civica, alla dignità umana?

Ci hanno lanciato degli specchietti (come i primi colonizzatori) e noi abbiamo dato loro l’oro (come i nostri antenati). Solo che oggi gli specchietti hanno la forma di denaro, e l’oro che abbiamo regalato ci toglie essenzialmente identità e decoro.

Coincidenze: in questi giorni gli Istruttori d’Arte festeggiano il loro anniversario. “Coraggiosi alfieri della cultura e dell’umanesimo” come li definì Fidel intorno al 2004. Quelli di cui – tra gli altri – abbiamo tanto bisogno per intensificare il nostro lavoro dalle comunità, attraverso l’arte e la cultura. Questa continua ad essere una battaglia di idee, di simboli, di sensi, e soprattutto: di sopravvivenza.


Esta sigue siendo una batalla de ideas

Por: MarxLenin Valdés

Es una guerra y como tal se comporta. No habrá un empate en su resultado para dos bandos ganadores, sino solo uno victorioso: el del decoro y el humanismo, o el de la estupidez y la mercantilización.

El hecho que Randy ha analizado en dos artículos en Cubadebate, es también una representación vulgar y demasiado soez de ejemplificar cómo se lleva a cabo esta guerra de símbolos capitalistas, mercantiles, colonizadores de nuestra imaginación y nuestras mentes.

Pero es apenas, una de las tantas aristas desde las cuales el capitalismo y sus intelectuales orgánicos (con el perdón de aplicarle semejante belleza conceptual, a tan deleznable incidente y sus ejecutores) reproducen la incultura del mal gusto, de la violencia social, del mal ejemplo convertido en referente para algunos. Pero tiene para todos los “gustos”. Diversifica sus producciones para que no quede persona en este planeta sin ser alcanzada por algún objeto hecho a nuestra medida y así poco a poco ir reformando nuestra subjetividad. Para que nuestros deseos, necesidades, hábitos, y aspiraciones ya solo tengan cabida y satisfacción por la senda de las mercancías y sus cosas.

¿Cómo vamos nosotros en esta lucha? ¿Cómo nos estamos defendiendo en la batalla de ideas, en la guerra cultural de un sistema hegemónico mundial contra todos, y específicamente contra Cuba, que se levanta todos los días como ejemplo vivo de contra hegemonía al sistema imperante?

¿Cómo nos defendemos, pero sobre todo, cómo estamos “atacando” este sinfín de objetos que el mercado capitalista multiplica para ampliarse y fortalecerse él, reduciéndonos y simplificándonos a nosotros? ¿Y si ante tan despreciable hecho ocurrido en la capital, la respuesta popular hubiera sido otra? Sin embargo, para nuestra tristeza como pueblo, no lo fue.

¿Quiénes respondieron al llamado del dinero? ¿Cómo lo hicieron? ¿Por qué? ¿Cómo vamos a interpretarlo, para aprender de ello y sabernos movilizar en función de la formación y reproducción de valores afines a la decencia, la educación cívica, la dignidad humana?

Ellos nos lanzaron espejitos (como los primeros colonizadores) y nosotros les entregamos el oro (como nuestros antepasados). Solo que hoy los espejitos tienen forma de dinero, y el oro que dimos se lleva en esencia nuestra identidad y decoro.

Coincidencias: por estos días están de aniversario los Instructores de Arte. “Valientes abanderados de la cultura y del humanismo” como los nombró Fidel hacia el 2004. Los que –entre otros– tanta falta nos hacen para intensificar nuestro trabajo desde las comunidades, a través del arte y la cultura. Esta sigue siendo una batalla de ideas, de símbolos, de sentidos, y sobre todo: de supervivencia.

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