Il ministro cubano del Commercio estero e degli Investimenti, Rodrigo Malmierca Díaz, ha difeso il diritto dei Paesi meno sviluppati a ricevere assistenza internazionale.
Nel suo intervento alla Quinta Conferenza delle Nazioni Unite sui Paesi meno sviluppati (LDC), tenutasi a Doha, in Qatar, e pubblicata dal sito web Cubaminrex, il governo cubano ha sostenuto l’impegno ad aiutare a superare gli ostacoli al loro sviluppo sostenibile, in modo che nessuno dei membri venga lasciato indietro.
È assolutamente inaccettabile che i Paesi meno sviluppati, che sono tra i più vulnerabili, continuino ancora oggi ad avere la capacità produttiva più limitata, uno spazio fiscale insufficiente, abbiano aumentato gli squilibri macroeconomici e sperimentato livelli crescenti di indebitamento esterno, oltre a un minore accesso alle tecnologie, che ostacolano definitivamente il loro sviluppo in tutti i settori”. La metà dei Paesi meno sviluppati ha vissuto un’emergenza alimentare continua per almeno 13 anni consecutivi su un periodo di 42 anni (1981-2022), con gravi ripercussioni anche sul benessere delle loro popolazioni”, ha dichiarato il funzionario cubano.
In qualità di capo della delegazione cubana che partecipa all’incontro, ha denunciato le misure coercitive unilaterali applicate dagli Stati Uniti alle nazioni che non sono di loro gradimento e ha denunciato il blocco economico, commerciale e finanziario che gli Stati Uniti hanno imposto al suo Paese per più di sei decenni.
Ha proposto un’iniziativa in tre fasi: Primo, fornire l’accesso ai vaccini e ai trattamenti Covid-19 a tutti i Paesi meno sviluppati. In secondo luogo, affrontare l’insostenibile onere del debito in molti Paesi meno sviluppati e adottare misure urgenti e necessarie per ridurre la situazione debitoria e infine: “è imperativo che i Paesi sviluppati rispettino i loro impegni di APS. Devono onorare il loro impegno storico di destinare tra lo 0,15 e lo 0,20% del loro PIL all’APS per i Paesi meno sviluppati.
Ha inoltre parlato a nome del Gruppo dei 77 più la Cina, che ha ribadito la sua solidarietà con i Paesi meno sviluppati e ha riaffermato la sua volontà di sostenere con forza l’attuazione del Programma d’azione di Doha nel quadro della cooperazione Sud-Sud e come complemento alla cooperazione rafforzata che deve essere intrapresa dai nostri partner dei Paesi sviluppati.
Per le Nazioni Unite, questo incontro, che è stato rinviato due volte durante la pandemia, rappresenta un’opportunità unica per accelerare lo sviluppo sostenibile dove l’assistenza internazionale è più necessaria e per sfruttare il pieno potenziale dei Paesi meno sviluppati, aiutandoli a progredire verso la prosperità.
Sono presenti i presidenti e i ministri di 33 Paesi africani e 12 dell’Asia-Pacifico, Haiti e Cuba, che rappresenta il Gruppo dei 77, oltre alla Cina come presidente pro tempore.