Coordinato in Cuba un fronte di battaglia contro l’egemonismo della destra in Internet

Unire le volontà per combattere nella territorialità virtuale, marca lo schema del Colloquio Internazionale Patria, auspicato dall’Unione dei Giornalisti di Cuba, con la partecipazione di 60 invitati stranieri e un centinaio di  specialisti nazionali.

L’argentina María Fernanda Ruiz, direttrice di comunicazione del Centro Culturale Kirchner, ha definito il concetto di territorialità digitale come lo spazio di produzione di soggettività, dove si configurano i modi di pensare, sentire e intendere il mondo.

«Lì le grandi corporazioni egemonizzano lo spazio virtuale, dominano lo scenario della comunicazione, rispondono agli interessi delle oligarchie e si distanziano dai nostri popoli».

In questo spazio, ha sostenuto, se configurano scenari diversi, marcati da una profonda  iniquità nella realtà materiale e fisica, realtà presente anche nel genocida blocco economico, commerciale e finanziario imposto a Cuba, perché impedisce il pieno accesso dei cubani a Internet e impedisce di conoscere la verità sull’Isola dei Caraibi agli altri popoli del mondo.

«Affrontiamo immensi e poderosi macchinari maneggiati dalle correnti della destra politica nel mondo, che godono di bilanci finanziari illimitati per portare avanti la loro politica», ha detto, e ha posto come esempio che per appoggiare il colpo di Stato in  Bolivia nel 2019 si crearono 68000 account falsi in Twitter in 24 ore.

Lo stesso è avvenuto in Brasile e Argentina con la manipolazione di dati per favorire i candidati della destra Jair Bolsonaro e Mauricio Macri,  rispettivamente.

«In  questi esempi incontriamo altri modi d’applicare politiche di blocco», ha sostenuto la membro del Comitato Organizzatore del Colloquio Patria, realizzato nella Casa de las Américas de L’Avana, il 13 e 14 marzo.

L’unità e l’organizzazione per produrre sinergie che possano affrontare i macchinari egemonici nelle reti social in Internet, sono alla base, ha sostenuto.

«Risulta imperativo che il Colloquio si proponga d’emergere e che esista un sistema di  lavoro permanente e come parte del quale non dipenda stare riuniti di persona per poter dare continuità, perché il processo è molto vertiginoso. Necessitiamo lavorare  permanentemente in congiunto per combattere questa battaglia, che è quotidiana», ha precisato ancora l’intellettuale argentina.


Díaz-Canel: Combattere le menzogne ha un prezzo e tutti noi lo paghiamo difendendo la verità

 

“Quello che abbiamo iniziato a fondare e costruire l’anno scorso da sinistra, con un numero minore di comunicatori, di comunicatori progressisti, con un’enorme vocazione a trovare soluzioni ai problemi del mondo, si è consolidato in questo incontro che ha avuto un livello di dibattito molto alto”.

Questa è stata la valutazione del Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, durante l’incontro con i partecipanti alla seconda edizione del Colloquio Patria, che si è svolto nelle accoglienti sale del Palazzo della Rivoluzione martedì sera.

Grazie per la vostra presenza a Cuba, ha detto il dignitario, che ha considerato “una vittoria ciò che è stato raggiunto con questa nuova edizione del Colloquio, dove sono state discusse idee molto interessanti”.

Le cause che portano i media al potere dell’impero a promuovere campagne di odio, menzogna e calunnia contro i processi rivoluzionari sono state discusse in modo molto approfondito”, ha riflettuto.

Questo è proprio ciò in cui Cuba ha una grande esperienza, essendo costantemente assediata e tentata di riempire di falsità i media reazionari.

A questo proposito, il capo di Stato ha condiviso con i presenti diversi esempi di incidenti che sono stati manipolati e che, di conseguenza, hanno causato gravi problemi al nostro Paese. È il caso, ha commentato il presidente Díaz-Canel, del “famoso pretesto dei presunti incidenti sonori all’Avana, per cui Trump ha applicato 243 misure per inasprire il blocco su Cuba”.

Nonostante avessimo smentito questa falsità, ha commentato, la “storia continuava a muoversi come una palla di neve che rotola giù da una montagna e diventa sempre più grande”. Oggi la menzogna è stata smontata, ma le 243 misure per inasprire il blocco sono ancora in vigore.

“Combattere contro le menzogne ha un prezzo, e tutti noi lo stiamo pagando difendendo la verità; ma è la cosa più dignitosa che possiamo fare se vogliamo un mondo migliore; è la cosa più rivoluzionaria che possiamo fare per rompere l’egemonismo che vogliono imporci e il colonialismo con cui vogliono conquistarci nei media di oggi”, ha sottolineato il primo segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba.

Per questo motivo, ha detto il leader cubano, a nostro modesto parere, “questa seconda edizione del Colloquio è di enorme valore, e tutte le idee che abbiamo condiviso insieme sono di enorme valore”.

Il problema ora, ha detto, è “come attuare e dare seguito a ciò che è stato discusso”.

Noi, ha assicurato, faremo tutto il possibile, “dalle nostre strutture di partito e di governo, per mettere in atto le proposte, insieme ad altri governi amici, in modo che l’anno prossimo, quando terremo il terzo colloquio, perché ci sarà un Colloquio per la vita, non discuteremo solo di diagnosi, ma analizzeremo il nostro contributo e i risultati ottenuti dalle proposte e la loro attuazione”.

“È un compito difficile, ma lo faremo”, ha detto.

Riferendosi ai concetti di articolazione e decentramento, ampiamente analizzati durante i dibattiti, il Presidente Díaz-Canel ha ritenuto che si tratti di “due concetti che si uniscono e che non devono essere necessariamente separati come opposti”.

In una serata di impegni e di maggiore dialogo, il leader cubano ha parlato ai presenti della necessità di costruire una cultura e un’educazione che preparino il popolo ad affrontare questa importante battaglia; di progettare piattaforme di preparazione politica nella comunicazione e del sostegno che l’Istituto Internazionale di Giornalismo José Martí e le università cubane possono fornire in questo ambito; di preparare coloro che formeranno i futuri professionisti; di rivalutare, riqualificare e difendere sempre i principi della sinistra.

E a questo scopo, ha sottolineato, “lotteremo uniti, e lotteremo come ci ha insegnato il Ché, con la convinzione che lotteremo sempre fino alla vittoria”.

Fonte: CUBADEBATE

Traduzione: italiacuba.it


Dichiarazione finale del Secondo Seminario Internazionale ” Patria “.

 

Il blocco contro Cuba, una politica illegale di asfissia economica promossa e sostenuta dagli Stati Uniti, ha raggiunto un nuovo livello con l’offensiva imperialista digitale. Una delle forme meno visibili di questa situazione è il blocco digitale, che implica molto più di un atto di censura e di esclusione; è una restrizione allo sviluppo individuale e collettivo, alla formazione della cittadinanza, alla partecipazione integrale allo sviluppo umano. Questo blocco opera in entrambe le direzioni, non solo ostacolando l’accesso alla cultura per il popolo cubano, ma anche impedendo al resto del mondo di conoscere le alternative sociali, culturali e politiche basate sulla solidarietà e sulla fratellanza che alimentano la storia cubana.

Per questo motivo, giornalisti, intellettuali, attivisti e politici di 14 Paesi riuniti per due giorni di intenso dibattito al Secondo Colloquio Internazionale “Patria”, tenutosi a L’Avana, invitano i media, le organizzazioni, i governi e le imprese a unirsi nella condanna del blocco, intensificatosi negli ultimi anni, e ad agire a favore di Cuba, del suo popolo e del suo futuro. L’interruzione del blocco non è solo una necessità per Cuba, ma per il diritto internazionale, lo scambio essenziale di tutti i Paesi con un’isola che di fronte a una crisi globale ha fatto tutto il possibile per salvare il suo popolo e aiutare gli altri inviando medici e vaccini.

Proponiamo inoltre di rafforzare le reti di comunicazione dei nostri popoli e di progettare strategie di intervento pubblico di fronte alla proliferazione di campagne di disinformazione e di attacchi contro coloro che militano nei movimenti popolari in America Latina e nei Caraibi, e in generale nel Sud globale. Abbiamo anche concordato di sviluppare un programma completo di ricerca e di educazione politica che ci permetta di comprendere meglio la complessa situazione che stiamo attraversando, come tappa indispensabile della nostra lotta contro l’imperialismo e l’ambizione delle grandi corporazioni dell’informazione.

Il processo di accumulazione capitalista ha portato a una depredazione del mondo che sembra incontrollabile. In questo momento di crisi quasi terminale, in cui la vita è seriamente minacciata, il popolo cubano incarna una promettente biforcazione del modello di civiltà occidentale in cui si annidano le possibilità di un futuro vivibile per tutta l’umanità.

Casa delle Americhe, 14 marzo 2023

Giornata della stampa cubana

Fonte: http://razonesdecuba.cu/declaracion-final-del-segundo…/

Traduzione: www.italiacuba.it

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