Il 22 marzo è cominciato il Seminario Internazionale “I cubani nello scenario dei latini negli Stati Uniti”, del Programma di Studi sui Latini negli Stati Uniti, di Casa de las Américas.
Nella Sala Manuel Galich, dell’istituzione sono state presentate varie relazioni.
Da parte di noti investigatori, analisi sull’attualità e le prospettive della presenza cubana nella nazione nordamericana, studi dalle scienze sociali sulle differenti ondate migratorie cubane e i fattori strutturali, politici e psicosociali che influiscono in queste.
L’ investigatore Rafael Hernández, della rivista Temas, ha realizzato un Paragone per periodi delle emigrazioni cubane verso gli Stati Uniti, Spagna e Centroamerica, a partire dal 1959 e sino all’attualità come risultato di un processo storico. Ha spiegato come la situazione economica, la famiglia, la realizzazione professionale e la motivazione del lavoro, tra gli altri aspetti, hanno influito in ogni epoca nella decisione individuale e collettiva di stabilire il modello di vita in un altro paese.
Ha proposto di realizzare un censimento sul flusso dei nuovi migranti: chi sono, da dove vengono, l’occupazione, il livello di scolarità, la situazione economica, sociale, le strade seguite per andarsene, tra altri aspetti per poter analizzare profondamente il fenomeno e che serva per studi successivi.
La psicologa Consuelo Martín, del Centro degli Studi Demografici (Cedem), ha parlato della necessità d’intendere, dalla psicosociologia, il contesto storico sociale cubano in ognuno di questi periodi migratori, dove al centro ci sono le famiglie e le persone che si muovono da un posto all’altro, stabilendo differenti reti d’interazione.
Cosa succede in una famiglia cubana quando un membro e ne va?
Una risposta che parte dalla soggettività e che è in costate costruzione, ha indicato Martín. «La distanza fisica non è necessariamente affettiva».
Oggi le persone possono mantenere il contatto attraverso le nuove tecnologie dell’informazione e le comunicazioni, un fenomeno contemporaneo del quale si devono analizzare le differenti sfumature.
Guillermo Grenier, dell’Università Internazionale della Florida, attraverso una video chiamata, ha parlato su come le reti sociali sono diventate un importante scenario nel quale spicca la politica degli USA contro Cuba, con un discorso differente al tradizionale, ma con lo stesso obiettivo.
Attraverso alcuni /influencers/, nuovi attori sociali che si sono arricchiti attaccando Cuba mediante questa via, si trasmettono messaggi d’intransigenza ai giovani, fomentando l’odio anticubano.
È una realtà con la quale si deve lottare, apprendendo a combattere con le stesse armi.
Antonio Aja, direttore del Programma di Studi sui Latini negli Stati Uniti, della Casa de las Américas, ha offerto il discorso inaugurale.
Al termine della prima giornata è stata presentata l’esposizione bibliografica/Puentes y más puentes/, /Cubanos negli Stati Uniti attraverso le arti e le lettere/.
Nell’incontro si analizzerà l’influenza della migrazione nelle arti, come la musica, la letteratura il teatro e la sua rappresentazione fuori da Cuba.
L’evento è terminato nella Sala Manuel Galich con la realizzazione dell’opera /No importa/, del Mejunje Teatral