Ancora una volta devo dire che il nostro sistema è stato molto democratico dal principio. Ricordo il giorno in cui si concepì e si discusse che tutto girava attorno al problema di chi postulava.
Sorse così l’idea che fosse il popolo a postulare, che in ogni circoscrizione si riunissero i vicini, proponessero e postulassero senza l’intervento del Partito, (…).
Così sorsero le circoscrizioni, le assemblee per postulare nelle Circoscrizioni, le proposizioni e le elezioni dei delegati che formavano le assemblee municipali.
(…) In modo che il nostro sistema era molto democratico ed era già il più democratico, perchè era il popolo quello che proponeva e che eleggeva, sono lo faceva in maniera diretta nella base, ma non eleggeva in maniera diretta negli scalini restanti, cioè nell’ assemblea provinciale e nell’Assemblea Nazionale. (…)
Il nostro passo avanti e la nostra sfida fu stabilire l’elezione diretta per i delegati all’ assemblea provinciale e l’elezione diretta per i deputati all’Assemblea Nazionale.
(…) Il principio che il popolo postula ed elegge è ciò che ci pone al primo posto tra i paesi democratici del mondo. Perché altra cosa sono gruppi di persone che si candidano, incluso quelli che eleggono.
(…) Il nostro paese è per eccezione un paese tremendamente forte, incredibilmente forte nel terreno politico. (…) Chi avrebbe potuto resistere, con un altro sistema, quello che stiamo resistendo noi? Senza dubbio come possiamo nel nuovo concetto di mantenere il principio che il popolo elegge, il popolo propone, evitare la politicheria , evitare la guerra, evitare la concorrenza per il voto ?
(…) Cosa accadrebbe ora con i nostri nuovi concetti e le nostre forme d’eleggere direttamente i deputati e i delegati – una forma pulita, una forma sana– se non avessimo avvertito certi rischi, se non avessimo avvertito certe disuguaglianze? Perchè avveniva che si presentavano altre disuguaglianze, non tra il ricco e il povero, ma tra la persona molto nota e la persona che non era conosciuta.
A questo va aggiunto come un gran privilegio, come un grande vantaggio del nostro sistema, il fatto che quasi la metà dei deputati all’Assemblea Nazionale devono essere delegati di base. Questo non accade in nessun paese del mondo.
(…) Era molto importante incontrare la formula di proposizione della candidatura. (…) cosa potevamo fare meglio attraverso il nostro congresso e la nostra Costituzione della Repubblica che assegnare questo impegno di presiedere le commissioni di candidatura all’organizzazione dei lavoratori di Cuba e formarle nelle organizzazioni di massa?
Appartiene alle organizzazioni di massa più del 90% della nostra popolazione e la nostra popolazione, attraverso le sue organizzazioni di massa, costitute in commissioni di candidatura, avrebbe proposto i candidati mediante un rigoroso processo di selezione e con continue consultazioni di ogni tipo, per proporre i candidati alle assemblee municipali. Si salvava totalmente il principio che il popolo postula e il popolo elegge.
In quale altro paese del mondo chiedono a qualcuno chi porterà come candidato?
Siamo riusciti a creare un procedimento magnifico che dobbiamo continuare a perfezionare e arricchire con l’ esperienza. (…)
Credo che Cuba sia l’unico paese del mondo che, in una situazione praticamente di guerra come quella che vive il nostro paese, con il blocco imperialista e le conseguenze derivate dal crollo del campo socialista, ha il coraggio di realizzare elezioni di questo tipo in queste circostanze.
Credo che sia una prova tremenda del valore della nostra Rivoluzione e del nostro popolo.
(…) Il sistema di selezione, il principio che il popolo postula e il popolo elegge, il lavoro delle commissioni di candidatura (…), il lavoro delle assemblee municipali che hanno approvato questa candidatura, dopo un rigoroso processo di consultazione è quello che realizza la base per pianificare la questione del voto unito, è quello che realizza la base per pianificare l’idea che il voto non si disperda, che il voto non si divida, che il voto si concentri, che il voto si unisca,che il voto appoggi i candidati del popolo e che il voto elegga i candidati del popolo.
(…) Chi conosce la dignità, chi ha conosciuto la libertà, chi ha conosciuto l’onore, chi ha conosciuto l’uguaglianza , chi ha conosciuto la giustizia sociale, (…) no si rassegna nè si rassegnerà mai a vivere senza tutto questo a qualsiasi prezzo.
Noi oggi stiamo pagando nel mezzo del blocco (…), dopo l’indurimento di questo blocco per cercare di farci arrendere per fame e malattie, un prezzo alto per questi valori.
Ma altre generazioni di cubani hanno pagato un prezzo anche più alto.
(…) Noi abbiamo conosciuto i frutti di una patria indipendente, di una patria vittoriosa, di una rivoluzione vittoriosa che ha fatto tante cose in pochi anni che ha trasformato il paese, che ha traformato le cscienze , che ha trasformato il popolo in così pochi anni che ha fatto sì che un popolo di analfabeta oggi si può chiamare un popolo condecine di migliaia di scienziati, una potenza della medicina, potenza nella scienza e, permettetemi d’aggiungere potenza nell’eroismo, potenza nel valore, potenza nella dignità, potenza nella coscienza rivoluzionaria.
Possiamo chiamarci potenza rivoluzionaria perché abbiamo saputo resistere siamo stati capaci di resistere quando altri si sono arresi, quando altri si sono piegati, quando abbiamo trovato il valore sufficiente per affrontare da soli l’imperialismo e dirgli: «Siamo qui disposti a lottare, disposti a continuare a resistere tutto il tempo necessario , al prezzo che sia necessario! Noi siamo diventati un esempio per il mondo.
Questa è l’importanza, questo è il valore, questa è la forza che hanno le idee.
Al nemico dobbiamo inviare questo messaggio di un popolo unito, non messaggi sbagliati; i messaggi equivocati li potranno mandare quelli che hanno l’anima del nemico, o hanno il nemico nell’anima e seguono le sue istruzioni, difendono i suoi interessi.
Costoro potranno inviare ogni genere di messaggio equivocato, ma i patrioti, i rivoluzionari, gli uomini e le donne d’onore e dignità dobbiamo inviare un messaggio chiaro, ben chiaro, a questo nemico della nostra unità, della nostra forza, della nostra determinazione.
E già che parlo del nemico non dobbiamo confondere il recalcitrante incurabile e incorreggibile, con una malattia ideologica irreversibile, con il confuso, con l’equivocato, con l’amareggiato, con chi non comprende.
Con questi dobbiamo fare un tremendo lavoro, e questo è il lavoro di cui si parlava, casa per casa, uomo per uomo e donna per donna, ed è molto importante.
(…) Non tralasciamo di toccare nessuna porta e non tralasciamo di toccare nessun cuore, lì dove possa esistere magari solo una fibra, una piccola fibra di patriottismo, una piccola fibra di solidarietà, una piccola fibra di umanità.
In questo tipo di lotta si deve essere politici e si deve sempre essere politici e la Rivoluzione è sempre stata politica.
(…) Tutti devono insegnare a votare a tutti, e non si tratta dello studente che insegna a votare agli studenti, ma a tutti; che le donne insegnino a votare alle donne, ma a tutti; i CDR devono insegnare a votare a tutti e i pionieri devono insegnare a votare anche loro, perché loro sanno come si vota.
Tutti devono insegnare a votare a tutti, tutti devono bussare a tutte le porte, tutti devono bussare a tutti i cuori, perché i valori che difendiamo sono molto sacri, sono molto alti, sono molto poderosi, sono i valori della Patria, sono i valori della Rivoluzione, sono i valori del socialismo sono i valori della giustizia, sono i valori dell’uguaglianza, sono i valori della dignità e dell’onore dell’uomo. Questi valori hanno un peso tremendo.
(…) Nessuno vende il fratello, nessun vende la madre né il padre, nessuno vende i figli per nulla al mondo, nè rinuncia a loro per quanto grandi siano i sacrifici.
Così dobbiamo vedere la Patria, così dobbiamo vedere la giustizia, così dobbiamo vedere la libertà e poter dire : Nessun vero cubano vende sua madre, che è la Patria! Nessun vero cubano vende suo fratello, che è il sentimento di solidarietà! Nessun vero cubano vende i suoi figli che sono la libertà, che sono la dignità, che sono l’onore, che sono l’uguaglianza, che sono la giustizia!
Questi sono i valori che noi rivoluzionari difendiamo, sono i valori per i quali hanno lottato tante generazioni di cubani e per i quali si sono sacrificati tanti compatrioti.
Noi dobbiamo saper essere degni discendenti di loro. Questi sono i valori che ci fanno forti, sono i valori che ci rendono invincibili.