Conmemoramos hoy proclamación del Partido Revolucionario Cubano, obra magna de unidad de José Martí para hacer la Guerra Necesaria y la República soñada. Fue un mismo día, 23 años después de la Constitución de Guáimaro. La #RevoluciónCubana se afirma en la esencia de ambos hechos pic.twitter.com/5VqkrJSjlF
— Miguel Díaz-Canel Bermúdez (@DiazCanelB) April 10, 2023
Commemoriamo oggi la proclamazione del Partito Rivoluzionario Cubano (PRC), il capolavoro di unità di José Martí per fare la Guerra Necessaria e la Repubblica sognata, ha dichiarato oggi su Twitter Miguel Díaz-Canel, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica.
Il leader ha ricordato la creazione di questa organizzazione politica nell’aprile del 1892, 23 anni dopo la Costituzione di Guáimaro, la prima della Repubblica in armi.
Manuel Marrero Cruz, Primo Ministro di Cuba, ha ricordato entrambi gli eventi storici, espressione genuina della nazione sulla strada di una Cuba libera.
Nell’occasione, Roberto Morales Ojeda, Segretario di Organizzazione del Comitato Centrale del PCC, ha affermato che l’unità attorno al PRC, fondato per riunire tutti coloro che erano disposti a lottare per una patria libera e sovrana, è ancora l’essenza e la forza principale dell’attuale PCC.
Il PRC fu costituito ufficialmente il 10 aprile 1892 con l’obiettivo di organizzare, dirigere e portare a termine la Guerra Necessaria (1895-1898), alla ricerca di forme organizzative valide e capaci di superare gli ostacoli che avevano portato al fallimento delle lotte precedenti.
Martí caratterizzò questa organizzazione come la grande opera pubblica che era, senza una mano più personale di quella che versava il ferro bollente nello stampo, la rivelazione di quanto fosse accorta e generosa l’anima cubana.
Fonte: acn
Traduzione: italiacuba.it
12.04 – A Guáimaro, 154 anni fa, i cubani iniziarono una tradizione che avrebbe marcato per sempre il processo rivoluzionario, con il dibattito libero tra tutti i patrioti dei temi nevralgici della nazione, sotto il segno dell’unità e del subordinamento degli interessi personali a favore di tutta la società.
L’Assemblea di Guáimaro dimostrò, molto presto, la necessità di unire il pensiero e l’azione dei patrioti cubani a favore della sovranità nazionale, come arma indispensabile per consolidare la vittoria il principio inviolabile anche nei momenti attuali.
Quella piccola estensione dell’allevamento, proclamata territorio libero dal 4 novembre del 1868, quando avvenne il sollevamento in armi in questa regione, si vestì a festa per accogliere la storica riunione, volontà unitaria che divenne assemblea costituente.
In questa data tanto significativa non si può tralasciare d’evocare le figure da protagonisti di Carlos Manuel de Céspedes e Ignacio Agramonte Loynaz, che con il res to dei delegati dei territorio insorgenti(Oriente, Camagüey e Las Villas) fondarono a Guáimaro la nazione cubana, dotata da un’istituzionalità giuridicamente rappresentata. Al di sopra di differenze di concetti e discrepanze nei modi di concepire le strutture che avrebbero guidato i destini della nascente Repubblica, e della stessa guerra, riuscì ad imporsi la volontà comune di unire tutti gli sforzi possibili per portare avanti una contesa molto difficile contro l’impero spagnolo.
Quello che avvenne a Guáimaro lasciò ben chiaro che la lotta indipendentista iniziata il 10 ottobre del 1868 non solo cercava di separare una colonia dalla sua metropoli, ma che era una guerra per la giustizia, da lì che la Costituzione approvata proclamava in uno dei suoi articoli che «tutti gli abitanti della Repubblica sono interamente liberi».
Oltre a sigillare l’unità delle forze mambì, i fatti che riempirono di gloria quella località, i cui abitanti non dubitarono d’incenerirla prima di lasciarla occupare dal nemico, divennero simbolo della nazione cubana e paradigma per affrontare, resistere e vincere gli appetiti dominanti dei nemici di Cuba.