Il presidente di Cuba ricorda il dirigente rivoluzionario Antonio Guiteras

Il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha ricordato oggi il leader rivoluzionario Antonio Guiteras, commemorando in questo giorno l’88° anniversario della sua morte insieme al venezuelano Carlos Aponte.


Il presidente ha chiesto sul suo account Twitter di non dimenticare la data in cui Guiteras è stato assassinato a El Morrillo, una località nella città occidentale di Matanzas, ed ha ricordato le qualità di chi è stato un “antimperialista radicale”.

Lo ha definito il braccio più energico e lo spirito più puro del movimento rivoluzionario nazionale, definizione data da un’altra figura di spicco della storia cubana: Raúl Roa.

L’8 maggio 1935 una denuncia condusse le forze repressive a Morrillo, dove si trovavano Antonio Guiteras e il venezuelano Carlos Aponte, che affrontarono i militari in un combattimento impari.

Considerato uno dei dirigenti della cosiddetta Rivoluzione del 1930 a Cuba, Guiteras si è distinto fin dai tempi dell’Università de L’Avana, dove ha conseguito il dottorato in farmacia nell’agosto del 1927.

Fondatore di diverse organizzazioni rivoluzionarie, promosse la lotta armata contro la tirannia di Gerardo Machado (1925-1933) e, dopo la sua caduta, ricoprì il ministero dell’Interno durante il cosiddetto Governo dei 100 giorni (1933-1934), diretto da Ramón Grau.

Da quella posizione, alla quale era subordinata la Segreteria della Guerra e della Marina, Guiteras promosse misure progressiste, come la creazione della Segreteria del Lavoro; la giornata lavorativa di otto ore; e l’istituzione del salario minimo (un peso al giorno per la città e 0,80 centesimi per la campagna, che fino ad allora era di 0,20 centesimi per 10 ore o più).

Altre azioni furono la distribuzione della terra; proclamare l’autonomia universitaria; convocare un’Assemblea Costituente; ridurre i prezzi dei beni di prima necessità; ridurre il prezzo dell’elettricità e ordinare l’intervento della Compagnia Elettricità Cubana.

Tali azioni gli valsero l’inimicizia degli Stati Uniti, dell’oligarchia e delle fazioni dell’esercito, in particolare Fulgencio Batista, che lo perseguitarono fino alla sua morte.

da Prensa Latina, traduzione di Ida Garberi

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