Bloccare il blocco

 una legge per proteggere gli attivi del paese all’estero

misionverdad.com

Il 2 maggio scorso, in sessione ordinaria, l’Assemblea Nazionale (AN) ha approvato all’unanimità, in prima discussione, il Progetto di Legge per la Tutela degli Attivi, Diritti e Interessi della Repubblica e dei suoi Enti all’Estero. Lo strumento legale include la protezione di beni come Citgo, Monomeros, le riserve auree in Inghilterra, i conti in banche estere e diritti speciali di giro nel Fondo Monetario Internazionale.

La proposta di legge contiene due capitoli, 11 articoli e una disposizione finale che sancisce la natura penale di qualsiasi azione diretta contro qualsiasi beni della repubblica all’estero. È stato preparato dai lavori di un Comitato misto composto da membri delle Commissioni permanenti di Economia, Finanze e Sviluppo Nazionale; di Politica Estera, Sovranità e Integrazione; e di Controllo.

Nell’esposizione dei motivi, presenta come le misure coercitive unilaterali imposte dagli USA abbiano tentato “spogliare la Repubblica e le sue entità dei loro beni, diritti e interessi situati all’estero, cercando così di incidere negativamente il patrimonio nazionale e il funzionamento dell’economia del paese per la produzione”. In questo senso, la legge presenta alcune novità:

-Dichiara inesistente ed inefficace ogni trattativa, offerta, accordo, impegno o atto di alienazione o disposizione posta in essere su qualsiasi bene, diritto od interesse della Repubblica o di suoi enti situati all’estero, da parte di soggetti che intendano usurpare o attribuirsi la rappresentanza della Repubblica o suoi enti, in violazione delle disposizioni della Costituzione e della legge.

-Considera tutti questi atti invalidi e privi di ogni effetto giuridico, senza necessità di pronuncia giudiziale.

-Stabilisce la responsabilità penale applicabile alle persone che cercano illegalmente di disporre del patrimonio del popolo venezuelano, attraverso l’usurpazione della rappresentanza della Repubblica o dei suoi enti. Ciò include i professionisti legali che partecipano direttamente o indirettamente a tali negoziazioni, offerte, accordi, impegni o atti di alienazione o disposizione.

-Classifica come attività di criminalità organizzata le azioni di spoliazione del patrimonio della Repubblica o dei suoi enti. Pertanto, i beni delle persone che partecipano a tali attività illecite possono essere oggetto della procedura di confisca della proprietà.

BLOCCO: SACCHEGGIO

 

Come noto, attraverso l'”operazione Guaidó”, l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) ha firmato una licenza che autorizza la liquidazione degli attivi della filiale di Petróleos de Venezuela, S.A. (PDVSA), Citgo Petroleum Corporation, sotto il controllo di quel settore dell’opposizione. Questo con l’intenzione di indennizzare creditori come le transnazionali Crystallex, Owens Illinois, ConocoPhillips, tra altre che hanno citato in giudizio il Venezuela.

Il cosiddetto “governo ad interim”, nel 2019, ha assunto la presunta difesa dei beni venezuelani e ha nominato una difesa guidata da José Ignacio Hernández, ex perito di Owens Illinois. Gli sono stati pagati $ 163000 per usare il suo argomento di “alter ego”, secondo la giornalista USA Anya Parampil, piuttosto che assicurare i beni dell’azienda, le sue azioni ne hanno facilitato la perdita.

Il media Bloomberg ha riferito che il G3+1, un settore dell’antichavismo che detiene la figura dell’Assemblea Nazionale eletta nel 2015 (AN-2015), ha preso il controllo dei conti bancari venezuelani negli USA dopo che Juan Guaidó è stato sostituito come Presidente del legislativo. La nota afferma che l’opposizione ha fatto affidamento su tali fondi per finanziare le sue operazioni dal 2019 perché il Dipartimento di Stato USA ha certificato i “funzionari dell’opposizione” (sic) per recuperare l’accesso.

Resta inteso che, con questa decisione, i fondi vengono controllati dal nuovo “presidente” dell’AN-2015, Dinorah Figuera, un’altra latitante della giustizia venezuelana che appartiene al partito Primero Justicia (PJ) in cui anche milita il pre-candidato inabilitato Henrique Capriles Radonsky.

Il 19 gennaio scorso l’AN-2015 ha nominato un Comitato di Amministrazione e Protezione dei Beni del Paese all’Estero composto da Gustavo Marcano, Carlos Millán, René Uzcátegui, Yon Goicoechea e Fernando Blasi, che dovrebbe “garantire una gestione trasparente e imparziale di queste risorse”, tuttavia le loro azioni sono sconosciute.

Tutto indica che la suddetta commissione sarà incaricata di gestire i suddetti fondi per l’utilizzo da parte dei partiti del G3+1 nelle eventuali elezioni primarie che la Piattaforma Unitaria Democratica, coalizione politica del G3+1, ha concordato realizzare quest’anno.

Per quanto riguarda la controllata della statale Petroquímica de Venezuela (Pequiven) in Colombia, Monomeros de Venezuela, Il Ministero Pubblico venezuelano ha affermato che i dirigenti dell’opposizione e gli esecutivi ai loro ordini hanno usurpato le funzioni del suo consiglio di amministrazione e partecipato ad atti di corruzione con i beni venezuelani nella società. In considerazione di ciò, sono stati emessi mandati di arresto per il rinvio a giudizio delle persone coinvolte.

Il Venezuela ha recuperato il pieno controllo dell’azienda nel settembre 2022 dopo una riunione tra il sovrintendente delle Società della Colombia, Billy Escobar, e il presidente di Pequiven, Pedro Rafael Tellechea Ruiz. Tuttavia, i procedimenti legali nei confronti dei soggetti coinvolti sono mantenuti e nei loro confronti verrebbero applicate le eventuali sanzioni previste dalla nuova legge per la tutela dei beni all’estero.

APPLICARE A CONFISCA DELLA PROPRIETA’

 

“Il disegno di legge si propone combattere il crimine organizzato e i nuovi crimini economici, che non hanno precedenti nel Paese e che trascendono la storia repubblicana”, ha affermato il presidente dell’AN, Jorge Rodríguez, che è anche capo della delegazione governativa del Venezuela presso il Tavolo del Dialogo e Negoziazione in Messico. Ha segnalato che Hernández e Figuera sono dietro la causa di Crystallex contro i beni di Citgo in associazione con un tribunale del Delaware.

Ha anche affermato che se le personalità dell’opposizione non rinunciano alle donazioni dell’OFAC, i loro beni in Venezuela saranno sequestrati, trattandosi di atti di criminalità organizzata e ad essi verrà applicata la Legge Organica di Confisca dei Beni. Ciò rende possibile il sequestro delle proprietà derivati ​​da corruzione, “e tutti i beni che questi ladroni posseggano nel territorio della Repubblica Bolivariana del Venezuela devono essere soggetti alla legge contro quei beni”, ha aggiunto il legislatore.

Quando il secondo accordo parziale è stato firmato al Tavolo di Dialogo e Negoziazione, Rodríguez ha annunciato che la cifra globale di attivi trattenuti supera i 20 miliardi di dollari. Durante la sessione del 2 maggio, ha evidenziato che l’Osservatorio Venezuelano Anti-blocco ha registrato che le misure coercitive unilaterali USA contro il Venezuela hanno superato le 900 azioni, che ha descritto come una “guerra non tradizionale, pianificata per appropriarsi dei beni di Citgo”, società che aiutava migliaia di pazienti venezuelani finanziando trapianti e medicinali attraverso la Fondazione Simón Bolívar.

In quella sessione, il deputato di Acción Democrática, Luis Eduardo Martínez, ha espresso il suo sostegno all’accordo, ha respinto le azioni di Washington contro il Paese a nome del suo gruppo, ha preso le distanze dai settori dell’antichavismo che promuovono il blocco-saccheggio dei beni dello Stato e ha chiesto giustizia affinché non regni l’impunità.

Per proseguire nella costruzione della legge, è stata nominata una nuova commissione per cercare un supporto legale e istituzionale con cui punire coloro che hanno approfittato della guerra contro il Venezuela per dirottare i beni della Nazione e iniettarli nel loro piano di cambio di regime.

La nuova legge consentirà che il Venezuela produca un quadro giuridico per la difesa dei suoi attivi e beni all’estero, promuovendo al contempo meccanismi punitivi contro attori nazionali che rappresentano interessi stranieri (de facto e de jure), che cercano di smantellare lo Stato e di spogliare la popolazione della sua sovranità unendosi ad interessi corporativi.


BLOQUEAR EL BLOQUEO: UNA LEY PARA PROTEGER LOS ACTIVOS DEL PAÍS EN EL EXTERIOR

 

El pasado 2 de mayo, en sesión ordinaria, la Asamblea Nacional (AN) aprobó en primera discusión y por unanimidad el Proyecto de Ley para la Protección de los Activos, Derechos e Intereses de la República y sus Entidades en el Extranjero. El instrumento legal incluye la protección de activos como Citgo, Monómeros, las reservas de oro en Inglaterra, las cuentas en bancos del extranjero y los derechos especiales de giro en el Fondo Monetario Internacional.

La propuesta de ley contiene dos capítulos, 11 artículos y una disposición final que establece el carácter penal de cualquier acción que vaya contra cualquier los activos de la república en el extranjero. Se elaboró a partir del trabajo de un comité mixto conformado por integrantes de las comisiones permanentes de Economía, Finanzas y Desarrollo Nacional; de Política Exterior, Soberanía e Integración; y de Contraloría.

En la exposición de motivos presenta cómo las medidas coercitivas unilaterales impuestas por Estados Unidos han intentado “despojar a la república y sus entidades de sus activos, derechos e intereses ubicados en el extranjero, buscando con ello afectar negativamente el patrimonio nacional y el funcionamiento de la economía del país para producir”. En tal sentido, la ley posee algunas novedades:

Declara inexistente e ineficaz cualquier negociación, oferta, acuerdo, compromiso o acto de enajenación o disposición realizado en torno a cualquier activo, derecho o interés de la República o sus entidades ubicados en el extranjero, por parte de personas que pretendan usurpar o atribuirse la representación de la República o sus entidades, en contravención de lo previsto en la Constitución y la ley.

Considera inválidos y sin efecto jurídico alguno todos esos actos, sin necesidad de pronunciamiento judicial.

Establece la responsabilidad penal aplicable para las personas que pretendan ilegalmente disponer del patrimonio del pueblo venezolano, mediante la usurpación de la representación de la República o sus entidades. Esto incluye a los profesionales del derecho que participen directa o indirectamente en estas negociaciones, ofertas, acuerdos, compromisos o actos de enajenación o disposición.

Califica las acciones de despojo contra el patrimonio de la República o sus entidades como actividades de delincuencia organizada. Por ende, los bienes de las personas que participen en estas actividades ilícitas pueden ser objeto del procedimiento de extinción de dominio.

BLOQUEO: SAQUEO

Como es sabido, a través de la “operación Guaidó”, la Oficina de Control de Activos Extranjeros (OFAC, por sus siglas en inglés), firmó una licencia que autoriza la liquidación de los activos de la filial de Petróleos de Venezuela, S.A. (PDVSA), Citgo Petroleum Corporation, bajo control de ese sector de la oposición. Esto con la intención de indemnizar a acreedores como las transnacionales Crystallex, Owens Illinois, ConocoPhillips, entre otras que han demandado a Venezuela.

El llamado “gobierno interino”, en 2019, asumió la supuesta defensa de los activos venezolanos y designó una defensa liderada por José Ignacio Hernández, antes perito de Owens Illinois. A este le fueron pagados 163 mil dólares para que esgrimiera su argumento de “alter ego”, según la periodista estadounidense Anya Parampil, antes que asegurar los activos de la empresa sus acciones facilitaron la pérdida de los mismos.

El medio Bloomberg informó que el G3+1, un sector del antichavismo que ostenta la figura de la Asamblea Nacional elegida en 2015 (AN-2015), se hizo del control de las cuentas bancarias venezolanas en Estados Unidos luego de que Juan Guaidó fuera reemplazado como presidente legislativo. La nota afirma que la oposición ha dependido de dichos fondos para financiar sus operaciones desde 2019 debido a que el Departamento de Estado de Estados Unidos certificó a los “funcionarios de la oposición” (sic) para recuperar el acceso.

Se entiende que, con esa decisión, los fondos pasan a ser controlados por la nueva “presidenta” de la AN-2015, Dinorah Figuera, otra prófuga de la justicia venezolana que pertenece al partido Primero Justicia (PJ) en el cual milita también el precandidato inhabilitado Henrique Capriles Radonsky.

El pasado 19 de enero, la AN-2015 designó un Comité de Administración y Protección de Activos del país en el Exterior conformado por Gustavo Marcano, Carlos Millán, René Uzcátegui, Yon Goicoechea y Fernando Blasi, quienes deberían “garantizar un manejo transparente y despartidizado de estos recursos”, sin embargo se desconocen sus acciones.

Todo indica que la mencionada comisión se encargará de gestionar los mencionados fondos para uso de los partidos del G3+1 en las eventuales elecciones primarias que ha acordado realizar este año la Plataforma Unitaria Democrática, coalición política del G3+1.

En cuanto a la filial de la estatal Petroquímica de Venezuela (Pequiven) en Colombia, Monómeros de Venezuela, el Ministerio Público venezolano ha afirmado que dirigentes de la oposición, y ejecutivos bajo sus órdenes, usurparon las funciones de su directiva y participaron en actos de corrupción con los activos venezolanos en la empresa. Ante ello se expidieron órdenes de captura para el sometimiento a juicio de los implicados.

Venezuela recuperó el control total sobre la empresa en septiembre de 2022 luego de una reunión entre el superintendente de Sociedades de Colombia, Billy Escobar, y el presidente de Pequiven, Pedro Rafael Tellechea Ruiz. Sin embargo, los procesos legales en contra de los actores involucrados se mantienen y les serían aplicadas las eventuales sanciones contempladas en la nueva ley de protección de activos en el exterior.

APLICAR LA EXTINCIÓN DE DOMINIO

“El proyecto de ley persigue combatir el crimen organizado y los delitos económicos novedosos, que no tienen precedentes en el país y que trascienden la historia republicana”, afirmó el presidente de la AN, Jorge Rodríguez, quien también es jefe de la delegación del gobierno de Venezuela ante la Mesa de Diálogo y Negociación en México. Señaló que Hernández y Figuera están detrás de la demanda de Crystallex contra los activos de Citgo en asociación con un tribunal en Delaware.

Además aseveró que si las personalidades de la oposición no renuncian a las dádivas de la OFAC se incautarán sus bienes en Venezuela, ya que son actos de delincuencia organizada y les será aplicada la Ley Orgánica de Extinción de Dominio. Esta permite incautar las propiedades provenientes de la corrupción, “y cualquier bien que estos ladrones tengan en el territorio de la República Bolivariana de Venezuela tiene que ir la ley contra esos bienes”, agregó el legislador.

Cuando se firmó el segundo acuerdo parcial en la Mesa de Diálogo y Negociación, Rodríguez anunció que la cifra global de activos retenidos supera los 20 mil millones de dólares. Durante la sesión del 2 de mayo resaltó que el Observatorio Venezolano Antibloqueo registró que las medidas coercitivas unilaterales de Estados Unidos contra Venezuela superan las 900 acciones, lo cual calificó de “guerra no tradicional, planificada para apropiarse de los activos de Citgo”, empresa que ayudaba a miles de pacientes venezolanos financiando transplantes y medicamentos a través de la Fundación Simón Bolívar.

En aquella sesión, el diputado de Acción Democrática, Luis Eduardo Martínez, expresó su apoyo al acuerdo, rechazó en nombre de su bancada las acciones de Washington contra el país, se desmarcó de sectores del antichavismo promotores del bloqueo-saqueo de los bienes del Estado y exigió justicia para que no reine la impunidad.

Para continuar con la construcción de la ley se designó una nueva comisión que buscará asidero legal e institucional con el cual castigar a quienes han aprovechado la guerra contra Venezuela para desviar los bienes de la Nación e inyectarlos a su plan de cambio de régimen.

La nueva ley permitirá que Venezuela produzca un marco jurídico para la defensa de sus activos y bienes en el exterior, al mismo tiempo que impulsa mecanismos punitivos sobre actores nacionales que representan intereses extranjeros (de facto y de iure), buscan desarticular al Estado y despojar a la población de su soberanía al sumarse a intereses corporativos.

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