È la prima proposta giuridica su questa materia nel paese, si nutre della pratica comunicazionale cubana e s’ispira al legato del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz
La Legge di Comunicazione Sociale, testo giuridico–normativo che garantisce le fondamenta politiche, ideologiche, sociali e culturali della nostra società socialista, è stata approvata alla fine di maggio dai deputati durante la Seconda Sessione Straordinaria della X Legislatura dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare.
Alfonso Noya Martínez, presidente dell’Istituto d’Informazione e Comunicazione Social, ha spiegato che nel 2018, dalla più alta direzione del Partito si tracciarono le fondamenta della comunicazione del Governo e, quindi di questa legge conseguente con la necessità di trasformare la gestione della comunicazione sociale nel paese.
Questa norma, ha aggiunto, fomenta l’unità nazionale e sostenta la difesa e la continuità del modello di sviluppo socialista in uno scenario di guerre politiche, ideologiche, economiche, comunicazionali e culturali contro la Rivoluzione Cubana.
Noya Martínez ha detto che questa è la prima proposta giuridica su questa materia nel paese che si nutre della pratica della comunicazione cubana e s’ispira al legato del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, il grande comunicatore della Rivoluzione con il suo speciale dono di ascoltare, comprendere e rendere sempre conto al popolo.
Inoltre contribuirà a garantire le aspirazioni irrinunciabili d’essere sempre più giusti, più democratici e anche umanisti, indipendenti e soprattutto più sovrani.
IL PARERE DELLA LEGGE
Il deputato José Luis Toledo Santander, presidente della Commissione Temporanea di Lavoro approvata dal Consiglio di Stato, in maniera eccezionale per giudicare il progetto di legge – già divenuto legge – che era stato sottoposto a decisione, ha spiegato che dopo il profondo processo di consultazione è stato necessario ottenere il consenso tra gli operatori di questo progeto normativo, per garantire l’efficacia della sua applicazione.
Il dirigente ha spiegato che il processo di discussione della norma, realizzato nelle province nei mesi di gennaio e febbraio di quest’anno, ha implicato un arricchimento notevole dei contenuto ed ha compreso 7 496 persone con le quali è stato analizzato il documento.
Toledo Santander ha indicato che da questa analisi si è generato circa il 60% delle modifiche al testo giuridico.
Tra i suoi contenuti precisa che la comunicazione sociale come un processo socio-culturale, costituisce la base delle relazioni umane che sostentano il cambio e l’interpretazione di dati, informazioni, conoscenze, idee, messaggi e significati tra persone.
Il deputato ha anche dichiarato che tra i temi toccati dalla proposta della norma, ci sono il sistema di comunicazione sociale, l’informazione dei processi di comunicazione sociale, la comunicazione sociale nel ciber spazio, l’immagine e la marca paese della Repubblica di Cuba, lo sviluppo della pubblicità e patrocinio e la comunicazione nella via pubblica o all’esterno, tra i vari temi.
Il Presidente della Commissione Temporanea ha spiegato che è stato apprezzato che il progetto sia coerente con la Costituzione della Repubblica e l’ordinamento legale della nazione.
UN’ ULTIMA ANALISI
Yoerky Sánchez Cuellar, deputato per Manicaragua, in provincia di Villa Clara, e direttore del quotidiano Juventud Rebelde, ha indicato che l’amplia discussione di questa Legge in coerenza con gli stessi precetti che difende, ha costituito un importante successo di trasparenza comunicazionale.
La commissione redattrice, ha avuto in ogni momento un udito ricettivo, cultura del dialogo, ha promosso il dibattito sia nello spazio fisico che nel digitale, ed ha facilitato una necessaria e costante retro alimentazione.
«Probabilmente questa è una delle poche leggi, se non l’unica, nella storia del Parlamento cubano, che conta per la sua elaborazione finale dei validi apporti dei deputati di due legislature: la nona e la decima», ha risaltato.
Sánchez Cuellar ha segnalato che non si tratta di una norma sindacale, ma «di una legge di tutti e per il bene di tutti», perchè attraversa distinti processi sociali che collocano al centro il cittadino.
Inoltre ha segnalato che con la sua implementazione la trasformazione della gestione editoriale e economica delle nostre organizzazioni mediatiche raggiungerà un maggior impulso e avrà più possibilità di sostenere il suo sviluppo e fomentare la sua modernizzazione, come indicano i documenti approvati dal 8º Congresso del Partito.
In quanto al tema della pubblicità, ha chiarito che: «Non stiamo parlando di cose nuove, ma del fatto che la Legge regola qualcosa che esiste già e che non va vista come un fantasma, né che noi, attraverso la pubblicità venderemo i nostri media della stampa al capitalismo o cose simili, ma tutto il contrario: con questa Legge si offre sostegno giuridico all’unico pilastro della gestione del Governo che non l’aveva», ha sostenuto.
Poi ha puntualizzato che questa norma contribuisce a sostenere l’ideologia socialista, nel mezzo di uno scenario di guerra non convenzionale che ci fanno, e che è: «una legge della Rivoluzione. La Legge Sociale si fa anche in difesa di questa Rivoluzione, non è una legge contro la Rivoluzione, tutto il contrario» ha precisato.
Rosa Miriam Elizalde, deputata per Trinidad, Sancti Spíritus, e prima vicepresidente dell’Unione dei Giornalisti di Cuba, ha definito storica questa norma, segnalando che la sua trascendenza supera ampliamente la nostra geografia e ha aggiunto che favorisce la risposta sistematica strutturale alle enormi sfide che viviamo e ai grandi problemi accumulati nella gestione del sistema di comunicazione pubblica nazionale.
Per questo, ha risaltato, è una legge ombrello come il Codice delle Famiglie, perché è trasversale a tutti gli ambiti della società e tutti i suoi attori e colloca lo Stato in capacità di mediatore e garante dei diritti dei cittadini cubani di fronte agli eccessi di compagnie internazionali con un potere economico e di controllo sociale.
Leidys María Labrador Herrera, deputata per il municipio di Puerto Padre, a Las Tunas, ha detto che dobbiamo intenderci, ognuno di noi, come attori dentro un sistema integrato di comunicazione sociale e capacitare i delegati, oltre a cercare strategie che diano gli strumenti comunicazionali alle persone che oggi sono obbligate a dare l’informazione, perché in occasioni si pone nel ruolo di portavoce solo il comunicatore, ed esistono occasioni nelle quali funziona meglio che sia il dirigente a dare l’informazione.
Poi ha sostenuto che è molto soddisfacente per tutti che Cuba possa avere «non una legge di comunicazione, ma la su legge di comunicazione sociale in accordo ai principi del socialismo, della Rivoluzione e di questa ideologia dalla quale non ci separeremo mai».
Daicar Saladrigas González, direttrice del periodico Adelante, ha parlato della situazione materiale attuale nei media della comunicazione nel paese che, anche se non impedisce il suo lavoro, pone difficoltà soprattutto per l’accesso alla tecnologia e ha affermato che la norma giuridica rinforza i diritti dei cittadini e permette anche di conservare il patrimonio culturale della nazione.