Per lunghi anni in Venezuela un’opposizione incapace di confrontarsi con il chavismo sul terreno elettorale ha scelto la strada della violenza. Destabilizzazione, manifestazioni come le terroristiche guarimbas, richiesta di sanzioni sempre più dure e finanche di un’invasione militare del paese. Questo è quanto negli ultimi anni ha prodotto l’opposizione più estremista in Venezuela. Una volta miseramente fallita questa strategia e con il placet dei loro burattinai che siedono in quel di Washington, questo settore dell’opposizione ha deciso di tornare giocarsi la carta elettorale.
Però, con alle spalle un simile percorso, è normale che vi siano dirigenti incappati in problemi con le leggi che hanno violato. L’inabilitazione dalla vita politica è il minimo che questi estremisti golpisti si trovino ad affrontare. In Europa o negli Stati Uniti senza ombra di dubbio sarebbero già in galera da un pezzo, e con la prospettiva di rimanervi reclusi per molti anni ancora.
Però i settori estremisti dell’opposizione venezuelana dimostrano di avere scarso rispetto per leggi del proprio paese e si preparano a tenere le elezioni primarie con tre dei suoi candidati inabilitati.
María Corina Machado, Freddy Superlano e Henrique Capriles hanno registrato le loro candidature nonostante non possano ricoprire cariche politiche.
Indipendentemente dal loro status politico, i tre leader dell’opposizione si sono registrati per prendere parte alla competizione interna delle opposizioni in vista delle elezioni presidenziali del 2024.
Andiamo quindi a vedere perché questi dirigenti dell’opposizioni sono inabilitati.
Henrique Capriles:
La squalifica del candidato del partito Primero Justicia (PJ) risale al 2017, quando la Contraloría General de la República (CGR) ha depositato il provvedimento perché l’oppositore si era macchiato di svariati reati.
Secondo l’organismo venezuelano uando Henrique Capriles era governatore dello Stato di Miranda, ha agito con negligenza; per non aver presentato al Consiglio legislativo il progetto di legge di bilancio per l’anno fiscale 2013.
È stato inoltre accusato di aver stipulato accordi internazionali senza autorizzazione e di aver firmato contratti per il governo dello Stato di Miranda con aziende senza rispettare le norme.
La misura del governo rientra negli sforzi per combattere la corruzione ed è entrata in vigore dopo che il leader dell’opposizione ha terminato il suo mandato di governatore.
María Corina Machado:
La leader di Vente Venezuela è stata inabilitata nel 2014 quando era membro dell’Assemblea Nazionale e ha assunto l’incarico di ambasciatrice del governo di Panama presso l’Organizzazione degli Stati Americani (OSA).
Durante il suo discorso all’OSA, Machado ha chiesto l’applicazione della Carta democratica interamericana contro il Venezuela. Con questo atto, l’ex deputata ha perso l’immunità parlamentare e il seggio all’Assemblea Nazionale.
La legge venezuelana stabilisce che un funzionario pubblico eletto non può accettare incarichi (anche di circostanza) per conto di governi stranieri.
“Nella sua brama di protagonismo e nella necessità di posizionarsi sotto i riflettori internazionali, María Corina Machado ha commesso un grave errore politico, un’inutile gaffe. Anche se all’epoca presumeva che non sarebbe successo nulla e che questo sarebbe stato tollerato”, ha spiegato Franco Vielma, sociologo e ricercatore della piattaforma Misión Verdad.
Freddy Superlano:
Il dirigente di Voluntad Popular si presenta alle primarie come una sorta di jolly, dopo che Juan Guaidó si è ritirato quando ha capito di non avere il sostegno popolare ed è fuggito negli Stati Uniti. E sembrava che l’opzione migliore fosse Freddy Superlano, che non può ricoprire cariche pubbliche.
Nel 2021, la Camera Elettorale della Corte Suprema di Giustizia (TSJ) ha ammesso una misura cautelare per irregolarità legate alle elezioni regionali nello Stato di Barinas.
La sentenza ha aggiunto che il candidato dell’opposizione a governatore di Barinas, Freddy Superlano, è stato squalificato dalle cariche pubbliche. Ciò ha portato alla ripetizione delle elezioni locali il 9 gennaio 2022.
Sembra proprio che questi esponenti dell’opposizione abbiano avanzato ugualmente la loro candidatura pur sapendo di essere inabilitati per poi poter denunciare lanciare una campagna mediatica di persecuzione. In cui sostengono che il governo bolivariano non vuole che partecipino alle elezioni presidenziali. Tuttavia, la realtà è che il loro status di inabilitati glielo impedisce, come ben sapevano.
Puntuali sono infatti giunte le proteste da Washington all’indirizzo del governo bolivariano.
Il 30 giugno, il portavoce del Dipartimento di Stato USA Matthew Miller ha condannato l’inabilitazione politica della dirigente dell’opposizione María Corina Machado da parte della Contraloría General de Venezuela, affermando che la decisione priva i cittadini venezuelani dei loro diritti politici fondamentali.
L’organismo venezuelano ha infatti ratificato l’interdizione di Machado a ricoprire qualsiasi carica pubblica per un periodo di 15 anni dal 2015.
Il Venezuela, da parte sua, afferma che la democrazia bolivariana non richiede né accetta la tutela di altre nazioni, tanto meno di sistemi democratici indiretti con severe restrizioni alla partecipazione.
Allo stesso tempo, il governo bolivariano ha sottolineato che “sarebbe meglio che gli Stati Uniti applicassero correzioni tempestive ed eque al proprio sistema elettorale prima di cercare di dare giudizi di valore sulle legittime azioni delle istituzioni democratiche di altri Paesi”. A questo proposito, l’amministrazione di Maduro ritiene che gli Stati Uniti non abbiano alcuna morale o diritto di esprimere un’opinione sui processi politici nel proprio Paese che riafferma sovranità e indipendenza.
“Le ingerenze della Dottrina Monroe, così come i ricatti e le minacce di misure coercitive illegali e unilaterali, non hanno alcuna forza su un popolo che ha deciso di essere irrevocabilmente libero”.