Intervista a Oliver Zamora, giornalista della televisione cubana e collaboratore di RT in lingua spagnola.
Gli Stati Uniti non intendono mollare il blocco contro Cuba. Le aperture di alcuni anni fa (epoca di Obama) sembrano lontane secoli. Come spieghereste questo accanimento di un gigante contro una piccola isola di 10 milioni di abitanti?
Stiamo parlando di una politica contro Cuba di oltre 60 anni, in tutto questo tempo si sono creati una quantità di interessi, di mediazioni, di attori diversi che hanno sempre più complicato la relazione degli Stati Uniti con Cuba, oggi queste relazioni sono diventate molto complicate e ora è molto difficile uscirne fuori.
In qualche maniera questo spiega il perdurare di tale politica in questi 60 anni, si sono creati molteplici interessi da parte della comunità cubano-americana che sta negli Stati Uniti e che vive del bloqueo e che ha ricevuto negli ultimi anni milioni e milioni di dollari, ha un potere politico perché ha vari rappresentanti nel Senato e nelle istituzioni statunitensi, e a loro non conviene che il bloqueo termini perché hanno molti interessi in questa situazione.
Ricevono milioni di dollari dal denaro pubblico dal governo perché si tenga in piedi questa situazione politica , a loro serve che cada la Rivoluzione cubana perché in questo modo possono tornare nel paese e dividersi i benefici di questa loro azione politica fatta negli Stati Uniti.
Perché questo è il loro vero obiettivo: prendere il premio di dividersi cuba per aver fatto una politica contro Cuba. Penso che sia questo un primo elemento per il permanere di tale politica.
Penso che un fattore importante per capire che cosa sta succedendo con questo governo, bisogna tornare a quello che fu il governo di Donald Trump . Trump arrivò al governo degli Stati Uniti nel 2017 in una situazione molto debole e cominciò a fare patti con questa comunità cubano-americana, con i suoi rappresentanti e specificamente con il senatore Marco Rubio eletto in Florida e che è un rappresentante della comunità cubano-americana, e ha dato a Marco Rubio anche la consulenza dei problemi con Cuba, tanto che ogni questione che riguardava Cuba doveva essere discussa con il senatore Rubio.
La politica degli Stati Uniti contro Cuba si è talmente accanita che poco tempo prima che Trump abbandonasse il governo fece una legge che inserisce Cuba tra gli ‘stati canaglia’.
Quando Biden arriva alla casa Bianca, con una serie di promesse per cambiare la politica verso Cuba, aspettò molto per fare il primo passo perché la situazione che vi era a Cuba dopo l’entrata in vigore della legge che la inseriva tra i paesi terroristi, una misura molto molto forte, si sommò con la crisi economica dovuta alla pandemia, quindi Biden sperava in una implosione della rivoluzione .
E ha sperato che l’11 di luglio del 2021, in questa giornata promossa dalla contro rivoluzione cubana , questa implosione avvenisse, ma ciò non è accaduto e Biden si è trovato a aumentare le misure contro Cuba già adottate da Trump per vedere cosa succedeva a Cuba in una periodo in cui la situazione economica nell’isola è una delle più complesse degli ultimi decenni.
Ha aspettato per vedere cosa succedeva per prendersi il merito di una eventuale caduta della Rivoluzione cubana ma questo non è avvenuto e non avverrà. Però sotto la pressione politica di altri settori della comunità cubano americana ha nuovamente permesso le rimesse di denaro nei confronti dei cubani e ha permesso anche la concessione di una maggiore possibilità di viaggi nell’isola.
Ma i provvedimenti peggiori come l’articolo 3 della legge Helms-Burton o come l’inserimento di Cuba tra i paesi tra patrocinatori del terrorismo sono leggi che stanno mantenendo la loro durezza.
Molti pensano che se ci fosse un secondo mandato di Biden la situazione potrebbe essere alleggerita come fece Obama nel secondo mandato. Ciò che insegna la politica degli Stati Uniti contro Cuba in questi anni, è che Cuba rappresenta una sfida per gli Stati Uniti, una sfida per il potere egemonico degli Stati Uniti in America Latina.
Per quanto sia piccolo e per quanto sia debole il mio paese, è comunque una voce contro gli Stati Uniti, è un esempio in America Latina che si può contrastare l’egemonia degli Stati Uniti perché in America Latina c’è un processo di ristabilimento dei governi progressisti e tutti vedono Cuba se non come una guida, sicuramente con rispetto.
Lasciare Cuba vivere e lasciare Cuba respirare, lasciare Cuba che si sviluppi vuol dire lasciare che una voce fiorisca non solamente contro gli Stati Uniti ma contro il capitalismo del quale sappiamo che gli Stati Uniti sono la prima Potenza
L’aria nel mondo sta cambiando. La spinta verso il multipolarismo nelle relazioni internazionali sta mettendo in serie difficoltà l’egemonia unilaterale degli USA e dei loro alleati europei è un cambiamento che può produrre risultati per Cuba?
Senza dubbio è un processo che favorisce Cuba , credo che bisogna partire dall’idea che questo cambiamento, avvenuto in modo molto veloce, sta cambiando le relazioni internazionali. In poco tempo si sono visti processi che sono irreversibili. Ci sono due pilastri fondamentali nel potere statunitense: il potere finanziario e il potere militare.
Dal punto di vista finanziario stiamo vedendo quel che sta succedendo ossia un processo di de-dollarizzazione dell’economia mondiale , e non solamente in Cina o Russia. Molti paesi stanno pensando molto seriamente di utilizzare moneta locale per il commercio internazionale, ci sono alcuni paesi africani per esempio che stanno parlando di questo tema.
In America Latina sia Lula in Brasile sia Fernandez in Argentina stanno parlando della creazione di una moneta locale latino americana che è un processo molto complicato ma è sicuramente un’idea molto interessante perché fa parte di una necessità e come tale interessa molti paesi.
A me per esempio, chiama l’attenzione un paese come l’Arabia Saudita – alleato storico degli Stati Uniti- un paese che ha commerciato il petrolio con gli Stati Uniti totalmente in dollari. Oggi lo vediamo commerciare il petrolio anche con lo yuan, c’è un processo molto interessante dal punto di vista finanziario che punta ad abbandonare il dollaro come moneta di scambio internazionale.
Altro pilastro è l’aspetto militare dove c’è una competizione con la Cina, la quale sta costruendo un sistema militare industriale molto forte. La Cina si sta armando molto e oggi ha l’esercito più grande del mondo, la Russia per esempio in termini di armi di alta precisione ha un vantaggio di almeno tre-quattro anni sugli Usa.
Anche l’Iran ha una industria militare molto forte. L’opzione militare che vede una guerra aperta tra le grandi potenze è ogni giorno più difficile, perché gli Stati Uniti non hanno quel vantaggio militare così enorme come lo avevano pochi anni fa. C’è un processo di multipolarità nel mondo dove per esempio i BRICS hanno una parte sempre più importante.
Ci sono già 20 paesi che sono interessati a entrare nei Brics , e tutto questo favorisce Cuba, perché molti paesi che stanno trattando di entrare nei Brics e stanno ragionando su un sistema economico alternativo sono amici di Cuba, stiamo parlando di Cina stiamo parlando di Russia di Brasile. Inoltre Cuba fa parte come osservatore della Unione euroasiatica che è un foro economico molto interessante.
Ma voglio portare un esempio molto concreto dell’importanza della multipolarità: Cuba essendo sottoposta al blocco economico ed essendo considerata dagli Stati Uniti un paese patrocinatore del terrorismo non può commerciare a livello internazionale utilizzando il dollaro. Per Cuba sarebbe molto favorevole poter commerciare con altre monete come il rublo, come lo yuan o come altre monete possibili che favorirebbe il commercio con altri paesi.
Oggi Cuba non può accedere al credito internazionale perché questo è totalmente comandato dagli Stati Uniti e quindi attraverso l’imposizione del blocco impedisce la possibilità a Cuba di avere dei crediti a livello internazionale , quindi la creazione di una nuova banca internazionale, favorita e sviluppata con i paesi del Brics, potrebbe dare a Cuba la possibilità di avere crediti internazionali .
Quindi un mondo multipolare è sicuramente una buona notizia per Cuba e per il suo sistema economico, sicuramente con un sistema economico multipolare ci sarebbe più democrazia nel mondo e più possibilità non solo per Cuba ma per altri paesi sanzionati dagli Stati Uniti.
Esiste il rischio che per impedire questo cambiamento epocale l’imperialismo scelga la strada della guerra?
Sì esiste il rischio di una guerra, però serve capire con quale logica una grande potenza affronta una guerra. Una potenza cresce, si sviluppa e raggiunge il suo massimo splendore militare ma inevitabilmente cade per fare spazio ad un’altra potenza.
Questo è un processo storico che abbiamo visto tante volte. Siamo qui in Italia e questo processo è passato per l’impero romano, è passato per i Persiani, e poi per l’impero britannico e con l’impero spagnolo, e oggi sta passando con l’impero americano.
E’ un processo senza dubbio violento, molto violento, e gli Stati Uniti non si stanno rassegnando a perdere questo potere, non si rassegnano a lasciare la testa di questo impero e di questo mondo unipolare che fino ad oggi ha garantito gli interessi degli Stati Uniti, non si rassegnano a dover condividere con altri il potere mondiale .
Sicuramente abbiamo le guerre, ma se noi andiamo a vedere si tratta di guerre e locali come è successo in Siria o come sta succedendo in Ucraina, ma non si può prevedere una guerra tra le grandi potenze a livello generale. Le grandi potenze non si vanno mai a scontrare tra di loro ma vanno a cercare il conflitto e la guerra in paesi terzi e in paesi che non abbiano un influenza tanto grande nella economia internazionale.
Penso che sia qualcosa di importante da mettere in risalto e qui vado in parte a rispondere anche alla seconda domanda: è verità che il mondo sta cambiando, è verità che avremo nuovi centri di potere e quindi bisogna domandarsi che ruolo avranno i Paesi poveri, perché il problema che potremmo trovarci è che aumenta il numero dei paesi ricchi, ma le necessità e le domande dei Paesi poveri non troveranno soddisfazione ugualmente.
Penso che questi cambiamenti siano una grande sfida per il terzo mondo e per i paesi in via di sviluppo e in quale posizione si andranno a trovare. E’ quindi molto importante l’ unità dei paesi del terzo mondo.
Perché le grandi potenze potranno anche ritirarsi, potranno condividere il potere ma sicuramente si manterrà la disuguaglianza tra il mondo ricco e il mondo povero e i paesi del terzo mondo devono trovare l’unità perché poi è nei paesi poveri che si va a fare la guerra.
Anche in Europa per esempio sono i paesi della parte orientale d’Europa dove c’è il maggior rischio di conflitto, dove il conflitto è latente , è lì c’è il rischio maggiore di un conflitto più grande perché il confronto è direttamente tra la Nato e la Russia, perché il conflitto in Ucraina non è tra Ucraina e Russia ma è tra la Nato e la Russia. In quella parte di Europa c’è molta instabilità, vedi i paesi dell’ex Jugoslavia come in Kosovo e potremmo avere sviluppi violenti , con guerra.
Il Wall Street Journal continua a scrivere che la Cina sta mettendo in piedi installazioni a Cuba. Per un verso sembra riprodursi lo scenario della “crisi dei missili del 1962”. Che cosa c’è di vero e che cosa c’è di falso in queste notizie?
Dobbiamo partire dal presupposto che stiamo parlando del paese che ha il numero più alto di basi militari nel mondo, che ha il numero più alto di basi militari in America Latina, e che tutt’oggi ha una base militare nel territorio cubano contro la volontà del Popolo cubano, una base militare che non ha nessuna importanza strategica ma che la tiene comunque lì con un costo di milioni di dollari ogni anno .
Pertanto il primo elemento che andiamo a sottolineare è l’ipocrisia, la doppia morale della politica americana.
Sulla notizia che mi stai chiedendo, Cuba ha già risposto con una nota della cancelleria cubana affermando questa notizia è del tutto infondata, è una falsità. Se uno, se una persona legge l’articolo con l’occhio del giornalista si rende conto che è una notizia molto ambigua perché parla di una notizia che viene riportata da persone senza citarne il nome o da documenti di cui non si capisce la provenienza. La notizia che appare sul Wall Street Journal è abbastanza fumosa e con poca credibilità.
Non è la prima volta che si tenta di far apparire Cuba come una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti attraverso queste informazioni che vedono potenze straniere e installarsi a Cuba per minacciare il paese americano, ricordiamo come recentemente nei primi anni 2000 sotto la presidenza Bush Cuba venne accusata di costruire armi biologiche, nel centro di ingegneria genetica e di biotecnologie.
Fu un grande scandalo perché avvenne subito dopo l’attentato alle Torri gemelle e la presidenza Bush si sentiva l’autorità di attaccare paesi terzi con la scusa del terrorismo. Fu in quel momento che Jimmy Carter fu inviato a Cuba nel centro di ingegneria genetica per verificare se in quel centro si stava costruendo questa arma biologica e questa notizia si dimostrò totalmente.
Ultimamente sempre sotto la presidenza di Trump ci fu l’accusa a Cuba di utilizzare l’attacco sonico per danneggiare il personale statunitense presente nel consolato a l’Avana e in questo periodo si arrivò a richiedere la chiusura del consolato da parte degli Stati Uniti.
Ci fu il minimo livello di relazioni tra i due paesi, ed anche in questo caso la notizia fu dichiarata totalmente falsa facendo cadere nel ridicolo il governo statunitense perché è una idea del genere era totalmente impossibile .
Io credo che queste notizie vadano nella direzione di cercare di impedire che Stati Uniti e Cuba migliorino le proprie relazioni diplomatiche e quindi si vanno ad incrementare quelli che sono i livelli di contrasto tra i due paesi, vanno nella direzione di mantenere il blocco economico che in questi ultimi tempi è stato peggiorato e vanno nella direzione di mantenere Cuba tra i paesi patrocinatori del terrorismo.
Voglio sottolineare una cosa interessante: Cuba è stata inserita nei paesi patrocinatori del terrorismo perché ha dato ospitalità ai guerriglieri colombiani dell’Esercito di Liberazione Nazionale durante il processo di pacificazione di quel paese.
Esiste un protocollo tra le parti che prevede che, in caso di rottura del dialogo di pacificazione, il paese che è sede del processo di pace deve dare protezione ai membri delle parti in causa, e questo Cuba ha fatto.
Ora con il nuovo governo in Colombia il governo di Pedro, lo stesso Pedro sta insistendo che è stata commessa un’ingiustizia verso Cuba, che non è possibile mantenere Cuba nella lista dei paesi patrocinatori del terrorismo. Gli Stati Uniti non sanno come rispondere a questa richiesta, tanto che stanno mantenendo Cuba all’interno di questa lista, cercando questo tipo di pretesti per mantenere le accuse. Anche questa notizia si rivelerà come una delle tante notizie pretestuose contro Cuba.
Dobbiamo anche dire che Cuba si è fatta portavoce affinché l’America Latina sia un continente di pace. Questa proposta l’ha presentata a livello internazionale nel 2014, per una America Latina territorio di pace, una America Latina senza alcuna base militare straniera.
Pertanto penso che questa notizia passerà alla storia come tante altre. In questo caso viene coinvolta la Cina perché naturalmente è una delle potenze economiche e militari che più preoccupano gli Stati Uniti .
Quale è il tuo giudizio sulla visita del presidente Diaz Canel in questi giorni in Italia?
Credo che sia stata una visita molto positiva. Aveva l’obiettivo iniziale di un incontro con Papa Francesco e i commenti su questa visita che ho trovato sui mezzi di informazione cubani, sulle reti sociali ma anche sui giornali del Vaticano e che è stata una visita molto positiva, molto calorosa per il rapporto tra i due leader.
C’è stata anche una riunione con il direttore generale della FAO, per Cuba la relazione con la Fao è una relazione importante, strategica. Tenete conto che stiamo in una crisi economica e che quindi abbiamo la necessità di rafforzare la nostra produzione agricola per arrivare a una sovranità alimentare nel nostro paese. La Fao in questa fase sta finanziando diversi progetti nel nostro paese e quindi riteniamo strategica la relazione con questa istituzione internazionale.
Infine il presidente Diaz Canel ha avuto anche un incontro molto cordiale con il presidente della Repubblica italiana Mattarella. Sono invece saltati, come si sa, alcuni incontri con il governo italiano, però possiamo dire nel complesso che la visita è stata un una visita positiva .
Aggiungerei altri incontri molto importanti per il nostro presidente e per il nostro paese, primo fra tutti l’incontro che abbiamo avuto con la solidarietà. con le associazioni e le organizzazioni che esprimono in Italia la loro solidarietà alla Rivoluzione cubana ed anche con la comunità dei cittadini cubani che sono oggi residenti in Italia e che hanno potuto incontrare il presidente .
Penso che sia stato importante che abbia chiuso questo giro di appuntamenti incontrando le associazioni di solidarietà e soprattutto le comunità di cittadini urbani che stanno in Italia, perché nel momento in cui il blocco sta per essere peggiorato è importante avere l’appoggio dei cittadini cubani all’estero e soprattutto delle associazioni di solidarietà, sappiamo che l’associazione di amicizia Italia Cuba è una delle più importanti e più antiche nel mondo e sicuramente la prima in Europa è una delle più grande del mondo.
Infine il Presidente Diaz Canel ha avuto un incontro con gli imprenditori italiani che stanno avendo relazioni economiche con Cuba. Questo è molto importante perché ci sono molti imprenditori italiani che vogliono lavorare con il nostro paese, che hanno tenuto queste relazioni anche nel periodo più difficile e che oggi è ancora più importante, perché stiamo cercando maggiori investimenti stranieri per superare la crisi economica esistente nel nostro paese.
La visita in Italia era uno delle visite previste in Europa. Insieme all’Italia ci sono state anche in Serbia e in Francia e dimostra l’importanza che il nostro paese dedica alla relazione con l’Italia
Ci tengo alla fine di questa intervista a ringraziare il giornale Contropiano e a ringraziare anche l’associazione di amicizia Italia Cuba che ha permesso questa mia presenza in Italia e questa possibilità di intervenire in diverse città.