L’ecosistema politico delle primarie delle opposizioni continua a cambiare. Con l’avvicinarsi del mese di ottobre si sono formati diversi allineamenti tra attori e partiti che, in teoria, propongono un ridisegno dei rapporti di forza.
Manuel Rosales, dirigente del partito Un Nuevo Tiempo (UNT), ha recentemente espresso il suo pubblico sostegno a Henrique Capriles, portabandiera di Primero Justicia (PJ) nelle elezioni tra oppositori.
Allo stesso modo, sulle reti sociali è stato segnalato il possibile appoggio del partito Fuerza Vecinal (FV) e di Henri Falcón per Acción Democrática (AD, corrente di Ramos Allup) in sostegno di Carlos Prosperi, pedina Adeca (di AD ndt) alle primarie. Tuttavia, tale sostegno dovrebbe essere confermato.
Il partito Voluntad Popular (VP) è di fatto diviso tra la tendenza della “diaspora del VP” incarnata in Leopoldo López e Juan Guaidó, contro Freddy Superlano, candidato alle primarie. Ma López e Guaidó potrebbero propendere per María Corina Machado.
Il processo di agglutinamento degli attori nelle primarie è parte del lungo processo di pubbliche relazioni, che è l’evento stesso delle elezioni. Questo è essenziale per capirlo chiaramente. Il gran numero di offerte politiche e di candidati è un tratto distintivo di un’opposizione atomizzata ma è, allo stesso tempo, tratto della sua natura clientelare dovuta ai suoi molteplici attori che giocano per se stessi e per il miglior offerente.
SVOLTA DALLA NOMINA DEL NUOVO CNE
Queste alleanze e possibili alleanze emerse in questi giorni sono il risultato diretto della composizione che ha assunto il Consiglio Elettorale Nazionale (CNE). Gli eventi si sono accelerati.
Dominato dal chavismo e sotto la presidenza di Elvis Amoroso, l’allineamento di tre e due nel CNE ha un rettore d’Adeco della tendenza Allup e una rettrice che proviene da UNT.
Queste nomine influenzano gli eventi che causano un turno. Un CNE con la presenza degli oppositori di questi partiti ha messo in allarme gli attori delle primarie, ma ha aperto la strada a Rosales per emergere come attore influente, capace di manovrare in varie direzioni tra il chavismo e l’opposizione e con il potere di dare un nuovo look, una spinta alla campagna in declino di Capriles.
LE PRIMARIE POTREBBERO FALLIRE PER ELEGGERE UNA PERSONA INELEGGIBILE
L’ELEZIONE DI INABILITATI
Le primarie dell’opposizione continuano senza risolvere la loro grande debolezza di fondo; potrebbe risultare un fallimentare evento poiché le principali opzioni che guidano le preferenze (Machado e Capriles, in quest’ordine) potrebbero non ottenere d’iscriversi alle elezioni a causa della loro inabilità.
Le primarie sono nate come “elezioni” chiaramente clientelari, sono state fatte per il flusso di soldi e alleanze. Quando la Piattaforma Unitaria ha formato la Commissione Nazionale delle Primarie, i partiti del G4 e la Società Civile hanno aperto lo spazio per i loro dirigenti di riferimento, Capriles, Guaidó, Machado, indipendentemente dal fatto che fossero inabilitati e questo ha messo in gioco le elezioni.
Le aspirazioni degli oppositori si sono concentrate su possibili negoziati tra il governo del presidente Nicolás Maduro e l’amministrazione Biden, nella speranza che ciò annulli le inabilitazioni. Ma ciò non è avvenuto e per ora non vi sono concrete indicazioni che ciò accada.
Le primarie potrebbero fallire eleggendo una persona ineleggibile, incapace di registrarsi.
ALLEANZE E SUCCESSIONI
Giorni fa la Piattaforma Unitaria ha deciso di discutere un metodo in caso di scelta di un inabilitato. Questa è una risposta alla grande possibilità che María Corina Machado vinca ma decida, unilateralmente, di “alzare la mano” su un’altra opzione non inabilitata e trasferirle il suo appoggio.
Si tratterebbe di un outsider, qualcuno non direttamente legato ai partiti del G4 e inoltre candidato alle primarie, Andrés Caleca, che potrebbe essere un attore che ha il consenso di Washington per applicare in Venezuela un’altra strategia di fabbricazione istantanea di “leadership”, semplicemente come hanno fatto con Juan Guaidó.
La necessità che questo “conclave” per definire il metodo di “successione” nel caso in cui un vincitore inabilitato delle primarie non ottenga iscriversi, è nato non appena Rosales ha sostenuto Capriles. La semplice analisi dei fatti direbbe che la Piattaforma Unitaria potrebbe creare una formula che finisca per avvantaggiare Rosales, per essere un politico senza inabilitazione.
Quale sarà il metodo di successione? Iscrivere chi arrivi secondo se abilitato (Capriles)? Iscrivere qualcuno già alle primarie per “consenso”, ma considerando il parere della vincitrice (Caleca)? Iscrivere un esterno alle primarie (Rosales)? Il problema è chi trarrà beneficio e chi sarà danneggiato da questo metodo.
Ma Ramos Allup ha dichiarato sulla rete sociale X:
Il tiro in elevazione va contro Manuel Rosales.
Allup lo chiarisce in risposta al suo trillo:
Cristallino.
Qui emergono tre elementi. In primo luogo, la discussione sul metodo della “successione” può dividere ulteriormente gli oppositori. In secondo luogo, sembra falso che Rosales e Allup abbiano mediato con il chavismo, congiuntamente, la presenza dei loro partiti nel CNE, sembra che si sia trattato di un processo separato. Il cosiddetto “G3” (UNT, PJ e AD-Allup) non è un gruppo che lavora unito.
L’opposizione continua ad atomizzarsi.
SCENARI
Difficilmente l’alleanza tra Rosales e Capriles potrà battere la candidatura di María Corina Machado. Non esiste alcun indicatore matematico che suggerisca il contrario; fino ad oggi Machado ha la più alta probabilità di vincita.
Dando per scontato questo scenario, l’alleanza tra UNT e PJ non cambierà lo scenario elettorale, ma servirà a polarizzare ulteriormente le primarie, cosa che genererà nuove ferite e sfiducia tra gli oppositori. PJ e UNT probabilmente proporranno un candidato “per consenso”, una metodologia per risolvere il problema di primarie fallite.
Ad oggi, Capriles ha canali aperti di negoziazione con il chavismo attraverso lo Strumento Messico, è l’unico degli inabilitati che ha poteri reali per mediare la sua situazione. Capriles non sostiene lo scenario di perdere alle primarie e iscriversi successivamente se abilitato. Ma lo scenario in evoluzione non ammette di dare nulla per scontato. All’opposizione tutti sono subdoli, non giocano lealmente, si tradiscono a vicenda e il loro discorso è cambiante. Ma è anche molto probabile che Capriles punti su Rosales.
María Corina Machado fabbricherà una nuova “epica”. Se vincerà le primarie, cercherà di generare uno scontro, una rottura, tenterà di far esplodere la sua vittoria contro l’istituzionalità chavista, fingendo di raddoppiarla, vorrà arrivare “fino alla fine”, che è un punto di arrivo diffuso. Ma non ottenendo iscriversi, in prossimità delle elezioni e nel pieno del tumulto tra i suoi seguaci, opterà per Caleca. Cercherà di incanalare la frustrazione in un voto viscerale e cercherà di trasferire il suo sostegno a una leadership fabbricata.
Machado, in realtà, sta contestando la leadership dell’opposizione. Ha già detto che sarà l’abilitata a negoziare con il chavismo, vuole far saltare gli attori dell’opposizione nello Strumento del Messico, ma in realtà aspira a mediare il legame tra l’opposizione venezuelana e il governo USA. Pretenderà di imporsi su tutti gli altri oppositori nonostante il disprezzo reciproco.
Attraverso l’eventuale sostegno di FV, Allup utilizzerà Prosperi come moneta di scambio per condizionare il suo appoggio o meno a Caleca. Allup sa che Prosperi non ha opzioni reali, vorrà imporlo come “successore”, ma l’oggetto di tale pressione non sarà ottenere la candidatura di Prosperi, ma altro in cambio.
La (sovradimensionata) “macchina adeca” e la forza territoriale emergente di FV costituiscono una chiave importante con capacità di portata e potere nei comuni e nelle regioni. Ciò significa che Allup sta pensando, strategicamente, allo scenario delle elezioni regionali e comunali insieme a quelle presidenziali. Il potere di AD è proprio nelle regioni, in 24 anni quel partito non è mai riuscito a posizionare un candidato presidenziale, ma riesce sempre a raggiungere incarichi e rimanere negli spazi di potere.
Allup giocherà per un metodo di “successione” favorevole solo ai politici delle primarie. Con un pugnale in mano, lascia (almeno momentaneamente) i suoi legami con UNT e PJ, vorrà chiudere le possibilità di Rosales e distruggere il G3. Non potrà imporre Prosperi, ma potrà sostenere Caleca attraverso un patto con Machado, in cambio di potere e quote regionali. Lo farà con o senza un accordo formale con FV.
Le opposizioni nella Piattaforma Unitaria continuano senza guardare ai fattori esterni alle primarie. Benjamín Rausseo, indebolito e fuori dai giochi, è l’indipendente epurato da primarie controllate dal G4 e dalla “società civile” (affini a Machado). Ha saputo ritirarsi in tempo per non bruciare l’opzione outsider – che è ancora reale – in primarie truccate che non raggiungeranno l’obiettivo centrale di eleggere un candidato eleggibile. Ma anche Antonio Ecarri, dell’Alianza del Lápiz, ha fatto un nuovo allineamento con i partiti che erano in Alleanza Democratica.
Questi fattori esterni alle primarie sono importanti, perché persiste lo scenario per cui le elezioni siano, oltre che presidenziali, con misura di attori regionali e comunali. È vero che il chavismo potrebbe cercare di trascinare voti nelle regioni e nei comuni per rafforzare il presidente Maduro, ma per il 2024 è più importante la correlazione delle alleanze di opposizione nella sfera territoriale. La possibilità che gli oppositori si frammentino ancora più a causa di questa distribuzione di quote in regioni e comuni è molto alta.
IL “METODO POLITICO” DELLA DESTRA VENEZUELANA È IL CLIENTELISMO E IL PUGNALE NELLA MANICA
Nelle elezioni regionali e comunali del 2021 il partito FV ha vinto 10 sindaci. L’Alianza del Lápiz ha ottenuto due municipi. Unión y Progreso ha ottenuto quattro sindaci. L’Alleanza Democratica ha ottenuto la vittoria in 39 municipi e vinto un governatorato. Quelle elezioni sono state boicottate da alcuni partiti della Piattaforma Unitaria, e i rapporti tra gli oppositori in quei territori non sono risolti. Ciò significa che in occasione di una mega elezione nel 2024 diminuiscono le possibilità di una formula unitaria con sede territoriale.
Infine, le elezioni primarie dell’opposizione sembrano allontanarsi dai loro obiettivi centrali; scegliere una candidatura competitiva, scegliere una candidatura non inabilitata, unire gli oppositori e proporre un progetto unico.
Invece, prendono forma complotti interni e alleanze, si verificano tradimenti e gli interessi di gruppo si intensificano. Ciò che sembra essere in discussione non è una candidatura unitaria, bensì la leadership dell’opposizione, il che implica l’inasprimento delle contraddizioni interne e fa perdere alle primarie la loro ragion d’essere.
Il metodo di “successione” genererà più divisioni. L’introduzione della tesi di una mega-elezioni trasferisce le lotte a livello territoriale, cioè la disputa non è più tra i dirigenti dei partiti a Caracas, ora prende forma nelle regioni e nei comuni. Un progetto di governo unitario è ancora del tutto assente dal quadro, poiché gli attori sono divisi su questioni chiave come privatizzare o meno aziende strategiche e servizi pubblici dello Stato.
Il fattore centrale di questa crisi congiunturale è la stessa María Corina Machado. Tutto ciò che la riguarda è trasversale in questa crisi, poiché su questo nodo critico risiedono nuove alleanze, nuovi tradimenti, il flusso degli interessi e degli eventi.
Tutto ciò, a scapito del rischio che la candidata semplicemente delirante nella sua stessa epica, trascini l’intera opposizione nella sua agenda polarizzante, una rotta di marcia che naviga nella contraddizione e nel reciproco annientamento, pienamente coerente con l’intero erratico istoriale politico della dirigente, che è incapace di unire.
Essendo evidente che le primarie dell’opposizione sono un lungo processo di pubbliche relazioni e di coniugazione di interessi particolari, si vanno dispiegando naturali contraddizioni che potrebbero avere saldi irrimediabili per un’opposizione già divisa.
In definitiva, la destra venezuelana è, senza alcuna eccezione, un gruppuscolo di politici professionisti di bassissima statura. È un conclave di partiti e attori dediti esclusivamente ai loro interessi particolari. Il suo “metodo politico” è il clientelismo e il pugnale nella manica.
ALIANZAS, TRAICIONES Y ESCENARIOS EN LAS PRIMARIAS OPOSITORAS
Franco Vielma
El ecosistema político de las primarias opositoras sigue cambiando. Al acercarse el mes de octubre se han conformado varias alineaciones entre actores y partidos que, en teoría, proponen un rediseño de las correlaciones de fuerza.
Hace poco Manuel Rosales, líder del partido Un Nuevo Tiempo (UNT), manifestó su apoyo público a Henrique Capriles, abanderado de Primero Justicia (PJ) en la elección entre opositores.
De igual manera trascendió en redes sociales el posible apoyo del partido Fuerza Vecinal (FV) y Henri Falcón a Acción Democrática (AD, tendencia de Ramos Allup) en apoyo a Carlos Prosperi, ficha adeca en la primaria. Sin embargo, tal apoyo tendría que confirmarse.
El partido Voluntad Popular (VP) está de facto dividido entre la tendencia de “la diáspora de VP” encarnada en Leopoldo López y Juan Guaidó, versus Freddy Superlano, candidato en las primarias. Pero López y Guaidó podrían inclinarse a favor de María Corina Machado.
El proceso de aglutinamiento de actores en las primarias es parte del largo proceso de relaciones públicas, que es el mismo evento de la elección. Esto es indispensable entenderlo con nitidez. La gran cantidad de ofertas políticas y candidatos es rasgo distintivo de una oposición atomizada, pero es al mismo tiempo rasgo de su naturaleza clientelar por sus múltiples actores jugando para sí mismos y para el mejor postor.
VIRAJE DESDE EL NOMBRAMIENTO DEL NUEVO CNE
Estas alianzas y posibles alianzas que se han revelado en estos días son un resultado directo de la composición que ha tomado el Concejo Nacional Electoral (CNE). Se han acelerado los eventos.
Dominado por el chavismo y bajo la presidencia de Elvis Amoroso, la alineación de tres y dos en el CNE tiene a un rector adeco de la tendencia Allup y a una rectora que procede de UNT.
Esos nombramientos inciden en los eventos propiciando un viraje. Un CNE con presencia de opositores de esos partidos encendió las alarmas entre actores en la primaria, pero abrió el paso para que Rosales emergiera como un actor influyente, capaz de maniobrar en varias direcciones entre el chavismo y la oposición y con facultad de darle un nuevo envión a la decaída campaña de Capriles.
LA PRIMARIA PODRÍA FRACASAR POR ELEGIR A UNA PERSONA INELEGIBLE
LA ELECCIÓN DE INHABILITADOS
Las primarias opositoras siguen sin resolver su gran debilidad de fondo; podrían resultar en un evento fallido dado que las principales opciones que encabezan las preferencias (Machado y Capriles, en ese orden) pudieran no lograr inscribirse para la elección por estar inhabilitados.
La primaria nació como una “elección” claramente clientelar, fue hecha para flujo de dinero y alianzas. Cuando la Plataforma Unitaria conformó la Comisión Nacional de Primarias, los partidos del G4 y la Sociedad Civil abrieron el espacio para sus dirigentes de referencia, Capriles, Guaidó, Machado, independientemente de que estuvieran inhabilitados y ello pusiera en juego la elección.
La aspiración de los opositores se centraron en posibles negociaciones entre el gobierno del presidente Nicolás Maduro y la administración Biden, con la esperanza de que ello diera un revés a las inhabilitaciones. Pero esto no ha ocurrido y no hay indicios sólidos por ahora de que ocurra.
La primaria podría fracasar por elegir a una persona inelegible, incapacitada para inscribirse.
ALIANZAS Y SUCESIONES
Hace días, la Plataforma Unitaria decidió discutir un método en caso de elegir a un inhabilitado. Esto es una respuesta a la gran posibilidad de que María Corina Machado resulte ganadora, pero decida de manera unilateral “levantarle la mano” a otra opción no inhabilitada y trasladarle su apoyo.
Esa persona sería un outsider, alguien no vinculado directamente con los partidos del G4 y además candidato en la primaria, Andrés Caleca, quien podría ser un actor que cuente con consentimiento de Washington para aplicar en Venezuela otra estrategia de fabricación instantánea de “liderazgo”, tal como lo hicieron con Juan Guaidó.
La necesidad de ese “cónclave” para definir el método de “sucesión” en caso de que un inhabilitado ganador de la primaria no logre inscribirse, surgió apenas Rosales apoyó a Capriles. El análisis simple de los eventos diría que la Plataforma Unitaria podría crear una fórmula que termine beneficiando a Rosales, por ser un político sin inhabilitación.
¿Cuál será el método de sucesión? ¿Inscribir al que llegue de segundo si es habilitado (Capriles)? ¿Inscribir a alguien ya dentro de la primaria por “consenso”, pero considerando la opinión de la ganadora (Caleca)? ¿Inscribir a un externo a la primaria (Rosales)? El meollo es a quiénes beneficiará y a quiénes perjudicará ese método.
Pero Ramos Allup declaró en la red social X:
El tiro por elevación va contra Manuel Rosales.
Allup lo aclara en una respuesta a su trino:
Cristalino.
Aquí surgen tres elementos. Primeramente la discusión del método de “sucesión” puede dividir aún más a los opositores. En segundo lugar, parece falso que Rosales y Allup hayan mediado con el chavismo de manera conjunta la presencia de sus partidos en el CNE, parece que fue un proceso separado. El llamado “G3” (UNT, PJ y AD-Allup) no es un grupo que trabaje unificadamente.
La oposición sigue atomizándose.
ESCENARIOS
Difícilmente la alianza de Rosales y Capriles pueda dar un revés a la candidatura de María Corina Machado. No hay indicador matemático que dé a entender otra cosa; al día de hoy Machado cuenta con la mayor probabilidad de ganar.
Dando por descontado ese escenario, la alianza entre UNT y PJ no volteará el escenario electoral, pero servirá para polarizar más la primaria, lo que generará nuevas heridas y desconfianzas entre los opositores. Es probable que PJ y UNT propongan un candidato “por consenso”, una metodología para solucionar el problema de una primaria fallida.
Al día de hoy Capriles tiene canales abiertos de negociación con el chavismo mediante el Instrumento de México, es el único de los inhabilitados que cuenta con facultades reales de mediar su situación. Capriles no afirma el escenario de perder en la primaria e inscribirse luego si es habilitado. Pero el escenario cambiante no admite dar por sentado nada. En la oposición todos son sinuosos, no juegan limpio, se traicionan entre sí y su discurso es cambiante. Pero también es muy probable que Capriles apueste por Rosales.
María Corina Machado fabricará una nueva “épica”. De ganar la primaria pretenderá generar un choque, un quiebre, pretenderá estrellar su victoria contra la institucionalidad chavista pretendiendo doblarla, querrá ir “hasta el final”, el cual es un punto de llegada difuso. Pero al no conseguir inscribirse, en la proximidad de las elecciones y en el fragor de una conmoción entre sus seguidores, optará por Caleca. Pretenderá canalizar la frustración en un voto de tipo visceral e intentará trasladar su apoyo a un liderazgo fabricado.
Machado en realidad está disputando el liderazgo opositor. Ya ha dicho que ella será la habilitada para negociar con el chavismo, quiere dinamitar a los actores opositores en el Instrumento de México, pero en realidad aspira mediar el vínculo entre la oposición venezolana y el gobierno estadounidense. Pretenderá imponerse sobre todos los demás opositores pese al desprecio mutuo.
Mediante el posible apoyo de FV, Allup usará a Prosperi como moneda de cambio para condicionar su apoyo o no a Caleca. Allup sabe que Prosperi no tiene opciones reales, querrá imponerlo como “sucesor”, pero el objeto de esa presión no será lograr la candidatura de Prosperi, sino otras cosas a cambio.
La (sobredimensionada) “maquinaria adeca” y la fuerza territorial emergente de FV hacen una llave importante con capacidad de alcance y poder en municipios y regiones. Esto quiere decir que Allup estratégicamente está pensando en el escenario de elecciones regionales y municipales junto a la presidencial. El poder de AD justamente está en las regiones, en 24 años ese partido nunca ha logrado posicionar un candidato presidencial, pero siempre logran cargos y se mantienen en espacios de poder.
Allup va a jugar a favor de un método de “sucesión” favorable únicamente para políticos dentro de las primarias. Con puñal en mano deja atrás (al menos momentáneamente) sus vínculos con UNT y PJ, querrá clausurar las posibilidades de Rosales y destruye al G3. No logrará imponer a Prosperi, pero podría apoyar a Caleca mediante un pacto con Machado, a cambio de poder y cuotas regionales. Lo hará con o sin un trato formal con FV.
Las oposiciones en la Plataforma Unitaria siguen sin mirar factores fuera de la primaria. Benjamín Rausseo, debilitado y fuera de escena, es el independiente purgado de una primaria controlada por el G4 y la “sociedad civil” (afín a Machado). Supo retirarse a tiempo para no quemar la opción outsider -la cual sigue siendo real- en una primaria amañada que no cumplirá su objetivo central de elegir a un candidato elegible. Pero además Antonio Ecarri, de la Alianza del Lápiz, hizo nueva alineación con partidos que estaban en la Alianza Democrática.
Estos factores externos a la primaria son importantes, porque persiste el escenario de que las elecciones sean, además de presidenciales, con medición de actores regionales y municipales. Es cierto que el chavismo podría buscar un arrastre de votos en regiones y municipios para fortalecer al presidente Maduro, pero para 2024 es más importante la correlación de alianzas opositoras en lo territorial. La posibilidad de que los opositores se fragmenten aún más por esa distribución de cuotas en regiones y municipios es muy alta.
EL “MÉTODO POLÍTICO” DE LA DERECHA VENEZOLANA ES EL CLIENTELISMO Y EL PUÑAL BAJO LA MANGA
En las elecciones regionales y municipales de 2021, el partido FV se hizo de 10 alcaldías. La Alianza del Lápiz alcanzó dos municipios. Unión y Progreso logró cuatro alcaldías. La Alianza Democrática logró victoria en 39 municipios y ganaron una gobernación. Esas elecciones tuvieron el boicot de algunos partidos de la Plataforma Unitaria, y las relaciones entre los opositores en esos territorios no está resuelta. Lo que quiere decir que a la hora de una megaelección en 2024 las posibilidades de una fórmula unitaria con asiento territorial disminuyen.
Finalmente, las elecciones primarias de la oposición parecen alejarse de sus objetivos centrales; elegir a una candidatura competitiva, elegir una candidatura no inhabilitada, unificar a los opositores y proponer un proyecto único.
En lugar de eso, las parcelas internas y las alianzas toman forma, ocurren traiciones y se acentúan los intereses de grupo. Lo que parece que se disputa no es una candidatura unitaria, sino el liderazgo de la oposición, lo que implica agudizar las contradicciones internas y hace que la primaria pierda su razón de ser.
El método de “sucesión” va a generar más divisiones. La introducción de la tesis de una megaelección traslada las pugnas al plano territorial, es decir, ya la disputa no es entre dirigentes de partidos en Caracas, ahora toma forma en las regiones y municipios. Sigue plenamente ausente del cuadro un proyecto de gobierno unitario pues los actores se dividen en temas claves como privatizar o no las empresas estratégicas y servicios públicos del Estado.
El factor central de esta crisis coyuntural es la propia María Corina Machado. Todo lo concerniente a ella es transversal en esta crisis, pues sobre ese nudo crítico residen las nuevas alianzas, las nuevas traiciones, el flujo de intereses y los eventos.
Todo esto, a expensas del riesgo de que la candidata sencillamente delirante en su propia épica, arrastre a la oposición entera a su agenda polarizante, una hoja de ruta que navegue en la contradicción y la aniquilación mutua, en plena congruencia con todo el errático registro político de la dirigente, quien es incapaz de unir.
Siendo evidente que las primarias opositoras son un largo proceso de relaciones públicas y conjugación de intereses particulares, se están desplegando contradicciones naturales que podrían tener saldos irremediables para una oposición ya dividida.
La derecha venezolana a fin de cuentas es, sin ninguna excepción, un grupúsculo de políticos profesionales de muy baja estatura. Es un cónclave de partidos y actores ceñidos únicamente a sus intereses particulares. Su “método político” es el clientelismo y el puñal bajo la manga.