Fidel 50 anni fa: Il successo e il futuro del Movimento dei Non Allineati risiederà nel non lasciarsi contaminare, confondere o ingannare.
Il 2 settembre 1973 Fidel Castro inizia un viaggio in diversi Paesi e partecipa per la prima volta al Vertice del Movimento dei Non Allineati (NAM) che si tiene ad Algeri.
Il 4, arrivato nella capitale algerina, fu ricevuto dal presidente Houari Boumediene, che lo portò prima a casa sua e poi lo accompagnò alla Casa Protocollo n. 112, di fronte a una piccola pineta.
La partecipazione del leader della Rivoluzione cubana, del Presidente dell’Algeria, del Primo Ministro indiano Indira Gandhi, dell’Arcivescovo di Cipro Makarios e di altri leader alla Quarta Conferenza dei Paesi Non Allineati ha impedito che si concludesse con un fallimento. La tendenza anticomunista fu sconfitta, le destre furono demoralizzate e le forze progressiste si rafforzarono.
L’intervento di Fidel Castro potrebbe essere descritto come un atto di coraggio politico di fronte ai 70 Paesi che allora facevano parte del Movimento.
Tra gli accordi più importanti vi furono il rifiuto della criminale aggressione statunitense e il sostegno all’eroica lotta di resistenza del popolo vietnamita. Durante il vertice, diversi Paesi annunciarono il riconoscimento del Governo Provvisorio del Vietnam del Sud. Un altro accordo è stato il sostegno al minacciato governo popolare di Salvador Allende in Cile, il cui ministro degli Esteri Clodomiro Almeida lo ha rappresentato al Vertice di Algeri.
Alla sessione plenaria del 7 settembre, Fidel Castro è stato il secondo oratore al Palazzo delle Nazioni di Algeri, dedicando le sue prime parole al popolo algerino, del quale ha detto: “hanno suscitato l’ammirazione e l’incoraggiamento dei Paesi che hanno lottato per l’indipendenza nazionale“.
Sottolinea che Cuba è un Paese socialista e che il suo intervento sarà “soprattutto fedele ai principi dell’internazionalismo proletario“.
A 50 anni dalle sue parole, Cubadebate e il sito Fidel Soldado de las Ideas condividono con i lettori le foto e alcune delle idee espresse dal Comandante nel suo discorso.
“Ogni rivoluzionario ha il dovere di difendere coraggiosamente i propri criteri”.
“Per noi il mondo si divide in paesi capitalisti e paesi socialisti, paesi imperialisti e paesi neocolonizzati, paesi colonialisti e paesi colonizzati, paesi reazionari e paesi progressisti; governi, insomma, che sostengono l’imperialismo, il colonialismo, il neocolonialismo e il razzismo, e governi che sono contro l’imperialismo, il colonialismo, il neocolonialismo e il razzismo”.
“Nulla ci esime in alcun modo dall’obbligo essenziale di combattere vigorosamente i crimini che sono stati e vengono commessi contro l’umanità”.
“Senza la Rivoluzione d’Ottobre e senza l’immortale impresa del popolo sovietico, che prima ha resistito all’intervento e al blocco imperialista e poi ha sconfitto l’aggressione del fascismo e l’ha schiacciato al prezzo di 20 milioni di morti, che ha sviluppato la sua tecnologia e la sua economia a un costo incredibile di sforzi e di eroismo senza sfruttare la manodopera di un solo lavoratore in nessun Paese della terra, non sarebbe stata possibile né la fine del colonialismo né la correlazione delle forze mondiali che ha portato all’eroica lotta di tanti popoli per la loro liberazione”.
“Il successo e il futuro del Movimento dei Non Allineati risiederanno nel non lasciarsi penetrare, confondere e ingannare dall’ideologia imperialista. Solo la più stretta alleanza tra tutte le forze progressiste del mondo ci darà la forza necessaria per superare le forze ancora potenti dell’imperialismo, del colonialismo, del neocolonialismo e del razzismo, e per lottare con successo per le aspirazioni di giustizia e di pace di tutti i popoli del mondo”.
“L’intesa con i Paesi socialisti è un fattore vitale per la nostra vittoria, l’unità tra i Paesi che lottano per l’indipendenza e lo sviluppo è la sua condizione indispensabile”.
Cuba si oppone e non condivide “la teoria dei due imperialismi, uno guidato dagli Stati Uniti e l’altro presumibilmente guidato dall’Unione Sovietica, incoraggiata dai teorici del capitalismo”.
Il documento smaschera gli Stati Uniti come il vero imperialismo: “Quale Stato hanno condannato queste risoluzioni da Belgrado a Lusaka per la sua aggressione contro il Vietnam e l’intera Indocina? Chi accusiamo di aver armato, sostenuto e tuttora sostiene lo Stato aggressore israeliano nella sua rapace guerra contro i Paesi arabi e nella sua crudele occupazione dei territori dove i palestinesi hanno il diritto di vivere liberamente? Contro chi hanno protestato i Paesi non allineati contro l’invasione e il blocco di Cuba, l’intervento a Santo Domingo e il mantenimento di basi a Guantanamo, Panama e Porto Rico contro la volontà dei loro popoli? Chi c’era dietro l’assassinio di Lumumba? Chi ha sostenuto gli assassini di Amilcar Cabral? Chi ha contribuito a mantenere uno Stato bianco razzista in Zimbabwe e ha contribuito a trasformare il Sudafrica in un serbatoio di uomini e donne neri in condizioni di semi-schiavitù? In tutti questi casi, la colpa è dello stesso imperialismo americano, che sostiene anche il colonialismo portoghese contro i popoli della Guinea Bissau e di Capo Verde, dell’Angola e del Mozambico”.
L’appello è rivolto ai paesi non allineati: “Adottiamo misure e accordi concreti per isolare e sconfiggere gli aggressori! Sosteniamo con decisione e risolutezza i popoli arabi aggrediti e l’eroico popolo della Palestina, gli indipendentisti della Guinea Bissau e di Capo Verde, dell’Angola e del Mozambico! I popoli oppressi del Sudafrica, dello Zimbabwe e della Namibia! Combattiamo con coerenza contro i paesi imperialisti che sostengono e appoggiano questi crimini! Tutti i Paesi non allineati riconoscano il Governo Rivoluzionario Provvisorio del Vietnam del Sud e gli diano il nostro pieno sostegno nella sua lotta per l’adempimento degli Accordi di Parigi! Sosteniamo i patrioti del Laos e della Cambogia! E nessuna forza al mondo potrà impedire la soluzione dei problemi che affliggono i nostri popoli nel Vicino Oriente, in Africa e nel Sud-Est asiatico!”.
“(…) Proponiamo ai Paesi non allineati di partecipare alla ricostruzione del Vietnam del Nord, dando ciascuno il proprio contributo nella misura delle proprie forze. Questo darebbe una dimensione nuova e rivoluzionaria ai Paesi non allineati nel campo della solidarietà internazionale.
“È necessario che i Paesi non allineati mostrino solidarietà con lo Zambia e la Tanzania di fronte alle aggressioni del Sudafrica e della Rhodesia. È altrettanto necessario che i Paesi non allineati sostengano la Repubblica Popolare Democratica di Corea nei suoi sforzi per la riunificazione pacifica del popolo coreano; che diamo pieno sostegno al popolo panamense nella sua giusta lotta per la rivendicazione della sua sovranità nella Zona del Canale; che esprimiamo la nostra solidarietà con il popolo cileno di fronte alla cospirazione imperialista; che ci uniamo all’Argentina nella sua giusta rivendicazione del territorio usurpato delle Isole Malvine e difendiamo i diritti del popolo di Porto Rico alla sua piena sovranità”.
Denuncia la presenza della base navale di Guantanamo a Cuba: “Il nostro Paese deve sopportare l’umiliante presenza di una base yankee su un pezzo del suo territorio, mantenuta con la forza contro l’assoluta volontà del nostro popolo che sta affrontando un blocco economico rigoroso e criminale da parte degli Stati Uniti. Ciononostante, il Paese resta saldo e porta avanti con successo la costruzione del socialismo proprio alle porte degli Stati Uniti”.
In conclusione afferma: “La nostra vera unità non dipende da un non allineamento circostanziale, ma da un’identità più profonda e permanente: quella che ha origine nei principi rivoluzionari, nel comune programma antimperialista e nell’aspirazione a trasformazioni sociali sostanziali e definitive”.
Nel 2001, a proposito del Vertice, ricorda: “L’Algeria assunse con coraggio l’organizzazione del IV Vertice del Movimento dei Non Allineati nel 1973. È stato qui, ad Algeri, che ho sancito la vocazione internazionalista di Cuba e ho reso nota la decisione del governo rivoluzionario cubano di rompere le relazioni diplomatiche con Israele, conseguenza di una politica espansionistica, aggressiva e genocida.
Fonte: CUBADEBATE
Trduzione: italiacuba.it