El odio lanzó anoche, otra vez, un ataque terrorista contra nuestra Embajada en #Washington, en un acto de violencia y de impotencia que pudo costar valiosas vidas.
Lo denunciamos y esperamos acción de las autoridades norteamericanas.#Cuba 🇨🇺
— Miguel Díaz-Canel Bermúdez (@DiazCanelB) September 25, 2023
En la noche de hoy, 24/9, la Embajada de #Cuba en EEUU fue objeto de un ataque terrorista de un individuo que lanzó 2 cocteles molotov. No hubo daños al personal. Se están precisando los detalles.
Es el segundo ataque violento contra la sede diplomática en Washington, ⤵️
— Bruno Rodríguez P (@BrunoRguezP) September 25, 2023
L’ambasciata cubana a Washington (USA) è stata oggetto di un attacco verificatosi nella giornata di domenica che non ha lasciato vittime, secondo quanto ha denunciato il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez.
In un messaggio pubblicato sul social network X, il Ministro degli Esteri di Cuba ha affermato: “”Nella notte di oggi, 24/9, l’Ambasciata cubana negli USA è stata oggetto di un attacco terroristico da parte di un individuo che ha lanciato 2 molotov”. Il funzionario ha precisato che non ci sono persone rimaste ferite e che i dettagli sono ancora in fase di chiarimento.
Rodriguez ha poi aggiunto che questo è il secondo attacco violento contro la sede diplomatica di Washington dall’aprile 2020. “In quell’occasione, un individuo ha sparato con un fucile d’assalto contro la sede”.
“I gruppi anticubani ricorrono al terrorismo quando si sentono impuniti, cosa di cui Cuba ha ripetutamente avvertito le autorità statunitensi”, ha concluso il capo della diplomazia dell’isola caraibica.
L’attacco della giornata di ieri è stato così commentato dal quotidiano cubano Granma, che ha provato a spiegarne i motivi, come la frustrazione degli elementi anti-cubani presenti sul territorio USA: “È un’ulteriore prova dell’impotenza degli odiatori anticubani, a disagio per i recenti successi della diplomazia isolana alla 78ª sessione delle Nazioni Unite. Lì si è sentito l’appoggio, l’affetto e il sostegno dei rappresentanti della comunità degli emigrati, così come i voti per un maggiore avvicinamento, difesi da vari settori della società statunitense, come quello sanitario, culturale e imprenditoriale.
Tanto riconoscimento per la Cuba socialista, acclamato per le strade di New York, dove il presidente Díaz-Canel ha teso la mano dell’amicizia e della solidarietà del suo popolo al popolo statunitense, ha esacerbato la rabbia di coloro che si rivolgono al terrorismo come espressione della loro intolleranza, cosa di cui Cuba ha messo in guardia le autorità statunitensi, secondo il ministro degli Esteri cubano.
Gli odiatori, al servizio della maggiore potenza del mondo, hanno sentito troppa pressione in questi giorni: da un lato, i governi di diversi Paesi che chiedono agli USA, in sede ONU, di porre fine al blocco e l’esclusione di Cuba dalla lista dei presunti sponsor del terrorismo; dall’altro, la leadership del Paese nel G77+Cina, così come gli abbracci nelle strade di New York.
Il nuovo affronto è un’ulteriore prova che non è Cuba a sponsorizzare il terrorismo, mentre il governo che la individua contempla impunemente atti di questo tipo contro di essa.
L’attacco di ieri è il secondo contro la sede diplomatica cubana. Il precedente è avvenuto nell’aprile 2020, quando una persona ha sparato con un fucile d’assalto contro la sede. Secondo Prensa Latina, dal trionfo della Rivoluzione le rappresentanze diplomatiche cubane nel mondo hanno subito più di 580 atti terroristici.
Tuttavia, se c’è una cosa che chi agisce in modo così feroce sa bene è che le parole resa e sconfitta non sono nel dizionario dei cubani. Come disse Fidel in un altro storico aprile, nel 2016, Cuba vincerà”.
Nuovo attentato terroristico contro l’ambasciata cubana a Washington
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Proprio mentre il presidente cubano Díaz-Canel stava lasciando New York, un nuovo attentato contro l’ambasciata dell’isola a Washington ha messo in evidenza l’ostilità della mafia anticubana con sede a Miami.
Nella giornata di domenica, l’ambasciata cubana di Washington ha subito un nuovo attacco terroristico, il secondo dalla riapertura delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, dopo l’episodio dell’aprile 2020. In base a quanto riportato dalla stampa dell’isola caraibica, anche in questo caso l’attacco non ha causato vittime umane, ma l’episodio dimostra il clima di ostilità che si respira nel Paese nordamericano ai danni di Cuba.
Bruno Rodríguez Parrilla, ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Cuba, ha brevemente commentato l’atto terroristico attraverso i social network: “Oggi, 24 settembre, l’ambasciata cubana negli Stati Uniti è stata bersaglio di un attacco terroristico da parte di un individuo che ha lanciato 2 bottiglie molotov“, si legge sulla pagina dell’account ufficiale del ministro sul social network X (ex Twitter). Il funzionario ha osservato che non ci sono stati danni al personale e che i dettagli dell’evento non sono ancora stati resi noti.
Rodríguez ha commentato che questo è il secondo attacco violento contro la sede diplomatica a Washington, dopo quello dell’aprile 2020, avvenuto in un momento in cui l’amministrazione di Donald Trump stava acuendo le sue misure repressive nei confronti dell’isola. In quell’occasione, fu un singolo individuo a sparare contro l’edificio della sede diplomatica cubana con un fucile d’assalto, provocando alcuni danni alla struttura ma senza ferire nessuno.
“I gruppi anticubani ricorrono al terrorismo perché si sentono impuniti, cosa contro la quale Cuba ha ripetutamente messo in guardia le autorità statunitensi“, ha concluso il capo della diplomazia dell’isola caraibica. In effetti, sebbene non si possa affermare che le autorità degli Stati Uniti siano direttamente responsabili di questi attentati contro l’ambasciata, bisogna comunque sottolineare come l’atteggiamento ostile e la continua campagna diffamatoria nei confronti di Cuba siano alla base dell’attività dei gruppi mafiosi anticubani che hanno la loro principale sede a Miami, in Florida. Sappiamo bene, infatti, come alcuni parlamentari di origine cubana siano legati direttamente a questi gruppi, di cui portano le istanze direttamente nell’organo legislativo statunitense.
Dopo questo nuovo episodio di violenza nei confronti della sede diplomatica cubana, riaperta nel corso del secondo mandato di Barack Obama, ci si aspetta che il presidente Joe Biden ed altri esponenti di spicco della politica statunitense condannino l’accaduto. Tuttavia, gli Stati Uniti dovrebbero assumersi le proprie responsabilità ed iniziare a combattere l’attività della mafia anticubana non solo con le parole, ma anche con i fatti, smettendo di garantire l’impunità ai mandanti di questi atti terroristici.
L’episodio risulta essere ancora più in grave in quanto, proprio in questi giorni, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel si trovava in viaggio negli Stati Uniti per prendere parte alla 78ma sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il leader cubano, segretario generale del Partito Comunista, è infatti tornato sull’isola solamente questa domenica, e l’episodio dell’ambasciata di Washington potrebbe in qualche modo essere collegato alla sua presenza sul suolo statunitense.
Secondo un articolo pubblicato dalla testata cubana Granma, “il fatto è un’ulteriore prova dell’impotenza degli odiatori anticubani, a disagio di fronte ai recenti successi della diplomazia dell’isola nel quadro del 78° periodo di sessioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite”. Lo stesso articolo spiega che Cuba ha ricevuto il sostegno e la solidarietà della maggioranza della comunità cubana emigrata negli Stati Uniti: “Tanto riconoscimento per la Cuba socialista, acclamata nelle strade di New York, dove il presidente Díaz-Canel ha teso la mano di amicizia e solidarietà del suo popolo al popolo americano, ha esacerbato la bile di chi si rivolge al terrorismo come espressione della propria intolleranza”, si legge.
Non dimentichiamo che Cuba ha sempre ricevuto il sostegno della maggioranza dei Paesi della comunità internazionale, e che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha chiesto la fine del blocco economico contro l’isola caraibica innumerevoli volte. Nonostante le campagne mediatiche diffamatorie e la pressione posta dagli Stati Uniti sugli altri Paesi, i governi del mondo sono quasi unanimi nel chiedere la fine dell’embargo anticubano e la rimozione del Paese dalla lista degli Stati che sostengono il terrorismo, documento redatto unilateralmente da Washington e privo di qualsiasi valore secondo il diritto internazionale. “Il nuovo affronto è un’altra prova che non è Cuba che sponsorizza il terrorismo, mentre il governo che lo denuncia contempla impunemente atti di questo tipo contro di essa”, si legge ancora su Granma.
Solidarietà nei confronti di Cuba è infatti immediatamente arrivata da diversi Paesi, come il Venezuela, il cui ministro delle Relazioni Estere, Yván Gil, ha diffuso un messaggio in cui condanna l’attacco subito domenica notte dalla delegazione diplomatica cubana nella capitale degli Stati Uniti: “Dal Venezuela condanniamo questo nuovo attacco terroristico contro l’integrità sovrana di Cuba e siamo solidali con il suo popolo e le sue autorità”, ha scritto il massimo diplomatico di Caracas sui social network.