Cuba continua, Bob Menéndez rimane indietro

Omar Rafael García Lazo

Mentre il presidente cubano, Miguel Díaz-Canel, sviluppava un’ampia, diversificata e di successo agenda a New York, si è sparsa la notizia che il senatore democratico anti-cubano, Bob Menéndez, si è temporaneamente dimesso dal suo incarico a capo dell’influente Comitato per le Relazioni Estere del Senato.

Il contrasto non può essere più simbolico. Il congressista per il New Jersey, che ha dedicato una buona parte della sua vita ad attaccare Cuba e tutto ciò che odora di sinistra e giustizia sociale nel continente americano, è accusato, oggi, di corruzione e mazzette.

Nel frattempo, il presidente cubano era acclamato da vari settori a New York e sosteneva, con la sua presenza e discorso, la denuncia contro il blocco genocida USA, che punisce il popolo cubano.

Caratterizzato dal suo fanatico anti-comunismo, dal suo razzismo e dalla sua visione di estrema destra e reazionaria dei problemi sociali del suo stesso paese, Menéndez è stato un forte difensore della guerra economica contro l’isola e non ha mai cessato nei suoi sforzi per soffocare lo sviluppo economico della Maggiore delle Antille.

Gli è attribuito la stesura del Capitolo II della Legge Helms-Burton, norma che ha codificato l’intero sistema di misure coercitive che Washington ha implementato contro i cubani. Quando Bill Clinton ha deciso di puntare sulla sua ri-elezione in cambio della firma della summenzionata e vigente Legge, Bob era lì per la foto, gongolando di fronte al crimine.

Diverse indagini lo relazionano con personaggi oscuri legati ad azioni terroristiche come l’omicidio dell’ex cancelliere cileno, Orlando Letelier, nel 1976, e del diplomatico cubano Félix García, nel 1980, entrambi negli USA. Sono state anche documentate le sue relazioni con i finanziatori degli attentati terroristici che si sono verificati all’Avana nel 1997.

Non ci sono iniziative anti-cubane al Congresso che non hanno i contributi o il sostegno di Menéndez. Il furto di marchi e brevetti e gli attacchi ai programmi di collaborazione medica internazionale sono due dei molti esempi.

Il cambio di politica verso Cuba avviato da Barack Obama non è mai stato tollerato dal suo socio di partito Menéndez. Il ripristino delle relazioni diplomatiche, l’apertura delle ambasciate, le poche flessibilità nei viaggi e nell’interscambio culturale tra i due paesi, nonché la giusta uscita di Cuba dalla falsa lista di paesi sponsor del terrorismo sono state misure inammissibili per lui.

Quando il primo presidente nero degli USA ha deciso di recarsi a Cuba e incontrarsi con Raúl Castro, Menéndez si è incollerito. Nella sua grigia dichiarazione, il senatore ha affermato che Cuba “reprime le libertà e viola i diritti umani del suo popolo”, di modo che quel viaggio era inaccettabile.

Uomo virtuoso

 

Fin dal suo inizio come politico, Menéndez è stato segnalato per la sua relazione con frode, estorsione, gioco e prostituzione. Questa è l’immagine che ha lasciato a Union City dopo il suo passaggio come sindaco.

Durante il secondo mandato dell’amministrazione di Barack Obama, il Dipartimento di Giustizia ha accusato il senatore per corruzione, frode, abusi sessuali e false dichiarazioni, in una saga di corruzione che coinvolgeva un milionario della Florida. Dopo la vittoria di Donald Trump, nel 2017, un giudice ha respinto le accuse.

Le nuove accuse contro di lui, che includono anche sua moglie, indicano di aver accettato tangenti in contanti e specie per beneficiare l’Egitto e tre imprenditori dalla sua posizione di presidente dell’influente Comitato per le Relazioni Esteri del Senato.

Effetti per Cuba

 

Le dimissioni di Bob Menéndez alla presidenza del Comitato e la sua prevista uscita dal Senato sono una buona notizia per Cuba, sebbene non siano previsti cambi sostanziali nella politica di Biden verso l’isola.

Menéndez è stato utile per l’attuale presidente nelle sue azioni per ottenere l’armonia del Congresso di fronte a sfide come la guerra in Ucraina e la politica contro la Cina. E Biden sarà fedele a questi sostegni a prescindere. In cambio, Menéndez e il suo entourage di legislatori anti-cubani hanno dispiegato le loro iniziative, critiche e minacce, non solo contro l’Avana, ma anche contro Venezuela, Nicaragua, Colombia, Honduras e Messico.

Anche rimane nella storia, per una semplice operazione di contrasto, il calibro etico dei nemici della Rivoluzione cubana.

Menéndez, che si pavoneggiava con un discorso di rispetto per le libertà e i diritti umani, non è altro che un grossolano politico amante del denaro facile, del traffico di favori e un chiaro esempio di corruzione che persiste e corrode la mal chiamata democrazia USA.

Coloro che camminano e coincidono con lui non devono stare lontani dalle sue pratiche. Nel frattempo, Cuba continua, avanza e lascia dietro i suoi nemici.

(Tratto da Al Mayadeen in spagnolo)


Il senatore Bob Menendez è corrotto, secondo l’accusa del gran giurì USA

Il senatore del New Jersey è stato incriminato insieme alla moglie, Nadine Menendez, nell’ambito di un’indagine sulla corruzione pubblica condotta per anni dal Dipartimento di Giustizia.

L’accusa imputa a Menendez, 69 anni, e alla sua compagna di vita tre capi d’imputazione relativi ai loro legami con tre uomini d’affari del New Jersey: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, associazione a delinquere finalizzata alla frode nei servizi onesti e associazione a delinquere finalizzata al racket.

Anche i tre soci del New Jersey, identificati come Wael Hana, Jose Uribe e Fred Daibes, sono coimputati e devono rispondere di due capi d’accusa.

I procuratori federali del distretto meridionale di New York hanno annunciato le accuse durante una conferenza stampa venerdì e hanno dichiarato che l’indagine è in corso.

L’accusa di 39 pagine sostiene che, a partire dal 2018, Menendez e sua moglie hanno accettato centinaia di migliaia di dollari in tangenti in cambio dell’uso del loro potere e della loro influenza come senatori degli Stati Uniti per arricchire e proteggere i tre uomini d’affari e presumibilmente favorire il governo egiziano.

Le tangenti avrebbero incluso contanti, oro, pagamenti di mutui su una casa, compensi per un “lavoro con poca o nessuna presentazione”, un veicolo di lusso e “altre cose di valore”, si legge nel documento incriminato.

Gli agenti federali hanno trovato più di 480.000 dollari in contanti durante una perquisizione della casa della coppia nel giugno 2022, “molti dei quali infilati in buste e nascosti in abiti, armadi e una cassaforte”, oltre a più di 70.000 dollari in una cassetta di sicurezza appartenente a Nadine Menendez.

Secondo l’accusa, sono stati trovati anche più di 100.000 dollari di lingotti d’oro.

Gli agenti federali che hanno condotto la perquisizione hanno anche trovato numerosi oggetti pagati da Hana, Daibes o Uribe, tra cui mobili per la casa e una Mercedes-Benz decappottabile.

Secondo l’indagine, i pubblici ministeri sostengono che la “relazione corrotta” tra Menendez e i tre uomini d’affari è iniziata intorno al 2018, quando Hana e Nadine Menendez “hanno lavorato per presentare al senatore funzionari militari e dell’intelligence egiziani” con l’obiettivo di stabilire un “accordo corruttivo”.

L’accordo prevedeva che Hana, con l’aiuto di Daibes e Uribe, fornisse tangenti ai Menendez in cambio del fatto che il senatore usasse la sua posizione per favorire il governo egiziano, Hana e altri.

La posizione di Menendez come presidente del Comitato per le relazioni estere del Senato gli consentiva di supervisionare gli aiuti militari statunitensi a Paesi stranieri, tra cui l’Egitto.

L’accusa afferma che il senatore, in qualità di presidente della commissione, “possedeva un’influenza sostanziale” in questa materia.

Menendez è accusato di aver fornito a Nadine Menendez informazioni governative riservate e non pubbliche sul numero di persone in servizio presso l’ambasciata statunitense al Cairo prima del loro matrimonio, che lei avrebbe inviato ad Hana, la quale le avrebbe poi condivise con la parte egiziana.

I problemi di Menendez con la giustizia per gli atteggiamenti corrotti hanno una coda. Nel 2015 è stato incriminato con accuse di corruzione federale per aver presumibilmente omesso di denunciare numerosi doni da parte di un donatore politico per conto del quale intercedeva presso varie agenzie governative.

All’epoca negò l’illecito e si dichiarò non colpevole, continuando a prestare servizio al Senato.

Il processo, iniziato nel settembre 2017, si è concluso con un annullamento del processo due mesi dopo, dopo che la giuria non è riuscita a raggiungere un verdetto; nel gennaio 2018, il Dipartimento di Giustizia ha annunciato che non avrebbe ripetuto il processo contro Menendez.

Tuttavia, tre mesi dopo, il Comitato etico del Senato lo ha ammonito “severamente” e gli ha ordinato di “rimborsare l’equo valore di mercato di tutti i regali inammissibili non ancora pagati” e nel novembre dello stesso anno è stato eletto per un terzo mandato nella Camera alta.

Bob Menéndez, considerato “il più repubblicano dei democratici”, si è distinto per la sua posizione ostile nei confronti di Cuba (Paese in cui sono nati i suoi genitori), essendo l’artefice, insieme a un altro gruppo di deputati anticubani, del tentativo di impedire qualsiasi cambiamento nella politica del governo statunitense nei confronti dell’isola.

Fonte: Razones de Cuba

Traduzione: italiacua.it


Bob Menendez, primo senatore nella storia USA a essere incriminato due volte per corruzione

Arthur González

Per la seconda volta in meno di 10 anni, il senatore anticubano Robert Bob Menendez è stato incriminato per corruzione, diventando il primo deputato in carica nella storia degli Stati Uniti ad affrontare una situazione così grave, con due incriminazioni non correlate,

Secondo le regole istituite dal caucus democratico della Camera alta, chi si trova in una situazione del genere deve immediatamente dimettersi dall’incarico e per questo motivo il leader della maggioranza del Senato, Chuck Schumer, dopo aver appreso dell’incriminazione dell’accusa ha dichiarato: “Secondo le regole, Menendez si dimetterà da presidente del Comitato per le relazioni estere finché la questione non sarà risolta”.

Questa mossa è un duro colpo per il Partito Democratico e soprattutto per la mafia anticubana del Congresso, che utilizza questa importante posizione per ricattare coloro che propongono un cambiamento della politica statunitense nei confronti di Cuba e di altri Paesi sovrani.

L’attuale accusa di corruzione nei confronti del senatore e di sua moglie è il risultato del fascicolo investigativo aperto dall’FBI un anno fa, sulla base delle informazioni ottenute sui loro loschi affari con tre uomini d’affari del New Jersey, amici della moglie di Menendez e coinvolti in attività commerciali con l’Egitto.

Secondo le informazioni rese disponibili dall’FBI e consegnate all’accusa, il senatore avrebbe condotto operazioni segrete a favore dell’Egitto, nonostante i dubbi del governo statunitense sulle presunte violazioni dei diritti umani in quel Paese, che hanno portato a restrizioni dell’assistenza statunitense al Cairo.

Secondo l’FBI, l’imputato ha scritto una lettera, senza indicare di esserne l’autore, che ha inviato ai colleghi senatori per incoraggiarli a revocare la trattenuta di 300 milioni di dollari sull’assistenza all’Egitto e ha trasmesso informazioni non pubbliche su questioni militari alle autorità egiziane.

Questi elementi hanno permesso alla procura di approvare immediatamente l’irruzione nella residenza del senatore anticubano, dove sono stati trovati diversi lingotti d’oro, del valore di 100.000 dollari al prezzo attuale dell’oro, e 480.000 dollari in contanti, nascosti in tutta la casa in buste, scatole e cappotti.

Ora la coppia dovrà spiegare da dove provengono, così come un’auto Mercedes Benz decappottabile che la moglie ha ricevuto in regalo da uno degli uomini d’affari favoriti.

Le prove contro il senatore lo collegano anche al tentativo di deviare il processo penale contro uno degli uomini d’affari, facendo pressioni affinché Philip R. Sellinger venisse nominato procuratore federale nel New Jersey, poiché Menendez era sicuro di poter influenzare il caso.

Secondo i pubblici ministeri, il senatore avrebbe cercato di approfittare della sua alta posizione per intromettersi in un’altra indagine penale condotta dall’ufficio del procuratore generale del New Jersey.

Nel 2015, il senatore è stato accusato di aver usato la sua influenza politica per conto di un oculista della Florida, che gli aveva dato quasi 750.000 dollari in donazioni illegali per la campagna elettorale, altri regali sontuosi e gli aveva fornito il suo aereo privato per viaggi nella Repubblica Dominicana, dove aveva relazioni con giovani donne. A causa dell’evidente influenza del senatore, l’accusa è stata ritirata nel 2017 perché la giuria “non è riuscita a raggiungere un verdetto unanime”.

Ora la situazione non sembra favorire il mafioso anticubano che, insieme alla moglie e agli uomini d’affari Wael Hana, José Uribe e Fred Daibes, è accusato di due capi d’accusa per corruzione e frode. Menendez e la moglie sono anche accusati di estorsione e, se condannati, le accuse più gravi potrebbero comportare fino a 20 anni di carcere.

Bob Menendez, dalla sua posizione di presidente della Commissione Esteri del Senato, è stato un feroce oppositore del miglioramento delle relazioni con Cuba, seguendo il consenso della mafia terroristica anti-Cuba.

Tanto va la brocca alla fontana finché non si rompe e come diceva José Martí: “El fausto se compra casi siempre al precio del decoro”.


Bob Menéndez, o la morale all’asta

Artefice di molte «iniziative» proposte con il fine di danneggiare Cuba, affronta accuse penali di cospirazione per commettere ricatti, frodi e estorsioni.

/«Nel midollo, nel midollo c’è il vizio, dato che la vita non va tenendo/ in questa terra, altro oggetto che l’ammontonamento della fortuna!». /José Martí/

La vita politica statunitense trascorre di scandalo in scandalo.

Personalità del /jet set/ dell’impero, funzionari pubblici e alti incaricati amministrativi sono coinvolti in una impudicizia endemica che ciclicamente, scuote gli intrecci della politica e la società

Il senatore Bob Menéndez, considerato «il più repubblicano dei democratici», artefice di molte «iniziative» proposte con il fine di danneggiare Cuba, affronta accuse penali presentate dalla procura del distretto Sud di Nuova York, per cospirazione, per commettere ricatti, frodi e estorsioni.

La sua «posizione di leader nel Comitato delle Relazioni Estere del Senato» gli ha permesso di trafficare con influenze, dice l’accusa.

Menéndez, si presume, ha accettato centinaia di migliaia di dollari in mazzette, ha informato il Dipartimento di Giustizia degli USA per cui potrebbe dover affrontare 20 anni di prigione.

IL MIDOLLO DEL VIZIO  

Se cerchiamo negli annali degli USA, incontreremo decine di storie relazionate con scandali di diverso tipo, che coinvolgono politici e funzionari pubblici. Uno dei primi casi fu quello del Crédit Mobilier, l’impresa contrattata per costruire la Union Pacific Railroad, che utilizzò azioni per ricattare alti funzionari dell’amministrazione di Ulysses S. Grant.

Il segretario degli Interni, Albert Bacon Fall, durante l’amministrazione del presidente Warren G. Harding (1921 a 1923), affittò alle petrolifere le riserve di petrolio della Marina di Teapot Dome, nel Wyoming, e altre due locazioni in California.

Spicca il caso Iran-Contras, nel 1986, quando vari funzionari del Governo organizzarono una complessa operazione di vendita di droghe e armi da fuoco, con l’obiettivo di finanziare la Contra nicaraguense.

Watergate svelò, nel 1972, una trama di spionaggio e registrazioni usate dall’amministrazione Nixon durante la campagna elettorale di quell’anno,

che obbligò a rinunciare al Presidente, uno delle azioni più vergognose della storia politica statunitense.

In cambio, uno dei sommari più «celebri» degli ultimi anni è stato quello di Jeffrey Epstein, un multi milionario amministratore di fondi di copertura in Wall Street, accusato per abusi sessuali contro minorenni, tra il 2001 e il 2005.

Il caso coinvolse direttamente o indirettamente alti funzionari e poderosi uomini d’affari dell’impero.

Se seguiamo la rotta del peculato, incontreremo vari politici cubano americani, pescecani con schizzi di fango sui loro immacolati abiti.

Per esempio, il senatore Ted Cruz, importante membro del gruppo conservatore Tea Party, viene ricordato per aver abbandonato i suoi elettori nel mezzo d’una tormenta invernale terribile per andare a Cancun in vacanza con la famiglia.

Cruz appartiene a uno dei più cospicui lobby anticubani negli USA, con Marco Rubio, senatore per la Florida, sospettato per un passato poco diafano con mafiosi e narcotrafficanti.

Una mostra: Bob Menéndez, presidente del Comitato delle Relazioni Estere del Senato, è stato uno dei principali critici nel Partito Democratico dell’avvicinamento tra Cuba e gli USA, promosso dall’amministrazione di Barack Obama.

Negli ultimi sette anni , Robert è stato nel mirino della autorità statunitensi per reati di cospirazione, traffico sessuale, frode e mazzette.

Nel 2017 fu accusato de 18 reati per frode e corruzione. Secondo i pubblici ministeri aveva ricevuto 750 000 dollari in donazioni, regali, viaggi in aerei privati e lussuose vacanze pagate da un benefattore.

Precedentemente il politico ultra conservatore era stato implicato in uno scandalo con prostitute dominicane. Secondo un informatore, identificato come Peter Williams, che aveva avvisato il FBI, Menéndez aveva assunto e fatto sesso con quattro minorenni di questo paese.

Documenti delle accuse segnalano che, tra agosto del 2006 e gennaio del 2013, il politico si ospitò in varie occasioni in un resort della Repubblica Dominicana, noto come rifugio, nei Caraibi, esclusivo nella provincia di La Romana, sulla costa sud-est di questo paese, per l’incontro con le prostitute.

Un gran giurì federale determinò che il politico utilizzava il suo ufficio di senatore per favorire progetti «in cambio di donazioni e favori», di dichiarazioni false sotto giuramento di lavoratrici sessuali minorenni, defraudando il sistema di Salute degli USA .

Bob conta nel suo curriculum sulla sua fama di permettere l’espansione della prostituzione, del gioco e l’estorsione mafiosa, quando era sindaco di Union City, località vicina a Nuova York.

Com’è riuscito a liberarsi da tutte queste accuse? È un mistero impenetrabile.

QUANTO COSTA UN SENATORE?*

Nell’investigazione al politico democratico e a sua moglie Nadine, le Autorità hanno incontrato circa 480000$, una macchina di lusso e Lingotti d’oro nella loro residenza, ha rivelato l’accusa della Procura del Distretto Sud di Nuova York.

«Nella casa sono stati scoperti 480000$ in contanti , messi in gran parte in varie buste nascoste tra i vestiti, negli armadi e in una cassaforte, con altri 70000$ nella cassetta di sicurezza di Nadine Menéndez», ha citato La Opinión.

Inoltre la procura ha presentato accuse contro gli imprenditori Wael «Will» Hana, José Uribe e Fred Daibe, beneficati dai Menéndez.

Le autorità hanno segnalato che il principale implicato ha rivelato informazioni «altamente confidenziali» ottenute nel Dipartimento di Stato, per inviarle alla sua fidanzata d’allora, Nadine, che le reinviava a Hana, e questi a un funzionario dell’Egitto.

L’accusa sostiene che Bob utilizzò il suo potere e influenza, includendo la sua guida nel Comitato delle Relazioni Estere del Senato, per beneficiare un Governo straniero.

L’investigazione fa vedere come i due implicati tentarono d’occultare le tracce nella posta e nei messaggi e come operarono per favorire tre imprenditori di Nuova Jersey, e al Governo d’Egitto.

La procura del Distretto Sud di Nuova York ha sostenuto che Hana realizzò lucrativi diritti esclusivi per certificare esportazioni di carne, grazie all’influenza di Menéndez, e anche per negoziati per la vendita di armi dagli USA.

Menéndez, che aspira alla rielezione il prossimo anno. è stato nel Senato dal 2006, e ora affronta la seconda serie di accuse di corruzione presentate contro di lui dal Dipartimento di Giustizia, in un decennio.

Le regole del Gruppo Legislativo Democratico del Senato obbligano Menéndez a dimettersi come presidente della Commissione delle Relazioni Estere, ma può fare ancora parte del gruppo.

Nonostante tutto, il senatore ha rinunciato dopo l’accusa e la richiesta di altri colleghi, sostenendo che si tratta di una farsa: «Io non vado da nessuna parte», ha sostenuto.

In un processo precedente, nel quale fu assolto, Menéndez fu giudicato nel 2015 dall’Ufficio del Pubblico Federale in Nuova Jersey, per cospirazione, ricatto, frode e abuso di poter del suo incarico.

Le autorità sostennero allora che il senatore aveva accettato circa 600 000 dollari come contributo politico, una lussuosa suite d’hotel nel Park Hyatt di Parigi e viaggi gratis nel jet privato di un ricco oftalmologo, il dottor Salomon Melgen, in cambio di favori.

Il processo per corruzione terminò per annullamento nel novembre del 2017, dopo che la giuria informò che nulla si muoveva. Dopo l’annullamento, un giudice federale li assolse da varie accuse nel 2018 e il Dipartimento di Giustizia ritirò la accuse restanti , ha riferito la BBC.

È molto interessante che Melgen, il ricco oftalmologo, sia stato dichiarato colpevole, con dozzine di accuse di frode in assistenza medica, e condannato a 17 anni in un caso separato, ma la sentenza è stata commutata dall’allora presidente Donald Trump, nel 2021.


Cuba sigue, Bob Menéndez se queda atrás

Por: Omar Rafael García Lazo

Mientras el presidente cubano, Miguel Díaz-Canel, desarrollaba una extensa, diversa y exitosa agenda en Nueva York, se expandió la noticia de que el senador demócrata anticubano, Bob Menéndez, renunció, temporalmente, a su cargo al frente del influyente Comité de Relaciones Exteriores del Senado.

El contraste no puede ser más simbólico. El congresista por New Jersey, que ha dedicado buena parte de su vida a atacar a Cuba y a todo lo que huela a izquierda y justicia social en el continente americano, es acusado hoy por corrupción y soborno.

Mientras, el mandatario cubano era aclamado por diversos sectores en Nueva York y apuntalaba, con su presencia y discurso, la denuncia contra el bloqueo genocida de Estados Unidos, que castiga al pueblo cubano.

Caracterizado por su fanático anticomunismo, su racismo y su ultraderechista y reaccionaria visión de los problemas sociales de su propio país, Menéndez ha sido un fuerte defensor de la guerra económica contra la Isla y no cejó nunca en su empeño de asfixiar el desarrollo económico de la Mayor de las Antillas.

Se le atribuye la redacción del Capítulo II de la Ley Helms-Burton, norma que codificó todo el sistema de medidas coercitivas que Washington ha implementado contra los cubanos. Cuando Bill Clinton decidió apostar por su reelección a cambio de la firma de la mencionada y vigente Ley, Bob estaba ahí para la foto, orondo frente al crimen.

Múltiples investigaciones lo relacionan con personajes oscuros vinculados con acciones terroristas como el asesinato del excanciller chileno, Orlando Letelier en 1976 y del diplomático cubano Félix García en 1980, ambos en Estados Unidos. También se han documentado sus relaciones con los financistas de los atentados terroristas ocurridos en La Habana en 1997.

No hay iniciativas anticubanas en el Congreso que no tengan los aportes o el apoyo de Menéndez. El robo de marcas y patentes y los ataques a los programas de colaboración médica internacional son dos de muchos ejemplos.

El cambio de política hacia Cuba iniciado por Barack Obama nunca fue tolerado por su copartidario Menéndez. El restablecimiento de las relaciones diplomáticas, la apertura de embajadas, las pocas flexibilizaciones a los viajes y al intercambio cultural entre ambos países, así como la justa salida de Cuba de la espuria lista de países patrocinadores del terrorismo fueron medidas inadmisibles para él.

Cuando el primer mandatario negro de Estados Unidos decidió viajar a Cuba y reunirse con Raúl Castro, Menéndez entró en cólera. En su gris declaración, el Senador señaló que Cuba “reprime las libertades y viola los derechos humanos de su pueblo”, por lo que era inaceptable ese viaje.

Hombre virtuoso

Desde sus inicios como político, Menéndez ha sido señalado por su relación con el fraude, la extorsión, el juego y la prostitución. Esa es la imagen que dejó en Union City tras su paso como alcalde.

Durante el segundo mandato de la administración de Barack Obama, el Departamento de Justica acusó al Senador por soborno, fraude, abuso sexual y declaraciones falsas, en una saga de corrupción que involucraba a un millonario de la Florida. Tras la victoria de Donald Trump, en el 2017, un juez desestimó los cargos.

Las nuevas acusaciones en su contra, que incluyen, además, a su esposa, indican que aceptó sobornos en efectivo y especie para beneficiar a Egipto y a tres empresarios desde su posición como presidente del influyente Comité de Relaciones Exteriores del Senado.

Efectos para Cuba

La renuncia de Bob Menéndez a la presidencia del Comité y su esperada salida del Senado es una buena noticia para Cuba, aunque no se esperan cambios sustanciales en la política de Biden hacia la Isla.

Menéndez fue útil para el mandatario actual en su accionar por conseguir armonía congresional frente a desafíos como la guerra en Ucrania y la política contra China. Y Biden será fiel a esos apoyos, esté quien esté. A cambio, Menéndez y su séquito de legisladores anticubanos desplegaron sus iniciativas, críticas y amenazas, no solo contra La Habana, sino también contra Venezuela, Nicaragua, Colombia, Honduras y México.

También queda para la historia, por una simple operación de contraste, el calibre ético de los enemigos de la Revolución cubana.

Menéndez, quien se pavoneaba con un discurso de respeto a las libertades y los derechos humanos, no es más que un burdo político amante del dinero fácil, del tráfico de favores y ejemplo claro de la corrupción que persiste y corroe a la mal llamada democracia estadounidense.

Esos que andan y coinciden con él no deben estar lejos de sus prácticas. Mientras tanto, Cuba sigue, avanza y deja atrás a sus enemigos.

(Tomado de Al Mayadeen Español)

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