Scandalo a Miami mostra putrefazione democrazia USA

Jean-Guy Allard – http://www.cubadebate.cu/

joe garcia saleIl capo dell’ufficio del congressista cubano-americano Joe Garcia, politicante della Florida, si è appena dimesso per essere stata scoperta la sua attiva partecipazione a ciò che lo stesso Miami Herald descrive come “uno sofisticato schema per manipolare le elezioni”.


Mentre gli USA continuano a mettere in discussione il sistema elettorale venezuelano, che l’ex presidente USA Jimmy Carter ha descritto come il “migliore del mondo”, lo scandalo avvenuto a Miami rivela il putridume dietro la “democrazia” USA, presunto “modello” per tutti i popoli del mondo.

jeffrey garciaPochi giorni fa, Joe Garcia -un membro della fauna mafiosa di Miami-ha detto che “ha chiesto” al suo braccio destro, Jeffrey Garcia -senza legami familiari- di dimettersi dopo essersi attribuito la piena responsabilità del piano di frode per inviare centinaia di false richieste di schede di voto per corrispondenza.

La verità è un’altra: gli investigatori della polizia hanno già fatto irruzione nelle case di un membro del suo “staff” e di un ex assistente della sua campagna (elettorale): G. S. 30enne, direttore della comunicazione di Joe Garcia, e John Estes, 26enne, suo “manager” nella campagna nel 2012.

Joe Garcia si è allora precipitato al balcone per dire, come non sapeva nulla della trama che lo ha beneficiato, che era “totalmente sorpreso e deluso di fronte a questo” e che lui “non era a conoscenza del piano”.

“Questa è un qualcosa che mi ha colpito come fosse uscito dal nulla. Fino ad oggi, non avevo la minima idea di ciò che stava accadendo”, ha detto, il politico, al Miami Herald con apparente emozione. Ciò che Hollywood ha perduto.

L’incidente è solo uno di una lunga serie di irregolarità segnalate in questa città di Miami, “perla” dello strano universo della cosiddetta democrazia USA che tanto si loda nel mondo dallo stesso meccanismo mediatico che trasferisce le elucubrazioni del Dipartimento di Stato .

SI VENDE: VOTO PER CORRISPONDENZA A 50 DOLLARI

La Florida ha concepito l’uso sistematico dei cosiddetti voti per corrispondenza per sviare i risultati delle elezioni. Inventato -presumibilmente- per le persone che non possono andare alle urne il giorno delle elezioni, le schede vendute a $ 50 ciascuna rappresentano più del 30% dei voti e sono diventate un elemento fondamentale della democrazia rappresentativa, in stile Rockefeller.

Nelle zone più trascurate di Little Havana, gli organizzatori delle elezioni vanno persino a raccogliere centinaia di anziani nelle loro case, in bus, per garantirsi, in cambio di un “pò di soldi”, un pane con formaggio e una bibita il suo voto per i candidati designati dalla mafia.

Tutto questo è poco a lato della lunga lista di lamentele, denunce che sono inutilmente espresse, in tutto il paese, nei giorni successivi alle elezioni. Normale: la nazione apparentemente più sviluppata al mondo non ha il sistema elettorale centralizzato che standardizza e apertamente governa il processo.

Le critiche di Washington verso il sistema elettorale venezuelano fanno ridere se si considera che negli USA, ogni stato o comune determina il metodo di votazione: carta con matita, cartone e penna, scheda perforata, anche se sempre più si favorisce il voto informatizzato, gestito da imprese dominate da interessi repubblicani.

In ogni elezione, migliaia di elettori, anche se formalmente iscritti, vengono poi esclusi dalle liste elettorali per una serie di trucchi come  il “caging” (ingabbiamento), che permette eliminare un elettore se non risponde ad una richiesta fatta -tra l’altro- per posta al suo indirizzo.

Più di quattro milioni di nordamericani non possono votare perché prigionieri, per essere sotto libertà vigilata o semplicemente, per avere un precedente penale di un crimine maggiore. Alcuni stati proibiscono il voto per la vita agli ex-carcerati.

Mentre in stati come la Florida, oltre il 30% degli uomini di colore non può votare per avere precedenti penali … tuttavia, il Washington Post ha stimato in oltre sei milioni, a livello nazionale, il numero di persone contabilizzate più di una volta.

Lo scandalo che ora tocca Joe Garcia non ha sorpreso nessuno: la frode diffusa è parte del concetto di “democrazia” introdotto dalla macchina elettorale degli eredi cubani americani del regime di Fulgencio Batista.

Nel distretto di Ileana Ros-Lehtinen, nemica numero uno nel Congresso, dell’America Latina progressista, gli investigatori dell’FBI hanno recentemente scoperto che si era diffuso il fenomeno di vendita di voti attraverso il quale un politico può comprare via “cash” la sua “popolarità”.

Nuevo Escándalo en Miami exhibe putrefacción de la democracia norteamericana

 Por: Jean-Guy Allard
 
 El jefe de despacho del congresista cubanoamericano Joe García, politiquero de la Florida, acaba de renunciar por ser descubierta su participación activa en lo que el propio Miami Herald describe como “un sofisticado plan para manipular las elecciones”.
 
 Mientras EE.UU. sigue cuestionando el sistema electoral venezolano que el ex presidente estadounidense Jimmy Carter califica de “mejor del mundo”, el escándalo ocurrido en Miami pone al descubierto lo asqueroso detrás de la “democracia” norteamericana, supuesto “modelo” para todos los pueblos del mundo.
 
 Hace unos días, Joe García – un miembro más de la fauna mafiosa de Miami – dijo que “le pidió” a su brazo derecho, Jeffrey García – sin lazo familiar – que renunciara, después de atribuirse toda la responsabilidad del plan de fraude para enviar cientos de solicitudes falsas de boletas de voto en ausencia.
 
 La verdad es otra: investigadores policiales hacían ya redadas en las casas de un miembro de su “staff” y un ex asistente de campaña: G. S., de 30 años, el director de comunicaciones de Joe García, y John Estes, de 26, su “manager” de campaña en 2012.
 
 Joe García se precipitó entonces al balcón para decir, como si ignoraba todo del complot que lo benefició, que era “totalmente sorprendido y decepcionado ante esto” y que “no estaba al tanto del plan”.
 
 “Esto es algo que me golpeó como salido de la nada. Hasta hoy, no tenía ni la menor idea de que esto estaba pasando”, dijo el político al Miami Herald con aparente emoción. Lo que Hollywood se perdió.
 
 El incidente es solo uno de la larga serie de irregularidades señaladas en esta misma ciudad de Miami, “perla” del extraño universo de la llamada democracia norteamericana que tanto se alaba en el mundo por el mismo mecanismo mediático que traslada las elucubraciones del Departamento de Estado.
 
 SE VENDE: BOLETAS DE AUSENTES A 50 DÓLARES
 
 La Florida concibió el uso sistemático de las llamadas boletas de ausentes para desviar los resultados electorales. Inventadas –supuestamente – a favor de las personas que no podían acudir a las urnas el día de las elecciones, las boletas vendidas a 50 dólares cada una representan más de 30% del voto y se han convertido en pieza clave de la democracia representativa al estilo Rockefeller.
 
 En las zonas más abandonadas de la Pequeña Habana, los organizadores de elecciones van hasta recoger cientos de ancianos en sus asilos en autobuses escolares para asegurarse, en cambio de un “dinerito”, un pan con queso y un refresco de su voto a favor de los candidatos designados de la mafia.
 
 Todo esto es poco al lado de la larga lista de quejas, denuncias que son expresadas inútilmente a través de todo al país en los días que siguen las elecciones. Normal: la nación supuestamente más desarrollada del mundo carece de sistema electoral centralizado que uniformiza y rige de manera abierta el proceso.
 
 Las críticas de Washington hacia el sistema electoral venezolano dan risa cuando se considera que en Estados Unidos cada estado o municipio determina el método de votación: papel con lápiz, cartón con bolígrafo, tarjeta perforada, aunque cada vez más se favorece el voto computarizado, manejado por empresas dominadas por intereses republicanos.
 
 En cada elección, miles de votantes, aunque formalmente inscritos, son luego excluidos de las listas electorales, mediante una serie de trucos como el “caging” que permite eliminar a un elector si no contesta a una solicitud hecha – a propósito – por correo a su dirección.
 
 Más de cuatro millones de norteamericanos no pueden votar por estar presos, bajo libertad vigilada o, simplemente, por tener un antecedente penal de un delito mayor. Algunos estados prohíben votar de por vida a los ex penitenciarios.
 
 Mientras en estados como la Florida, más del 30% de los hombres negros no pueden votar por tener antecedentes penales… sin embargo, el Washington Post calculó en más de seis millones, en todo el país, la cantidad de personas contabilizadas más de una vez.
 
 El escándalo que le toca ahora a Joe García no sorprende a nadie: el fraude generalizado es parte del concepto de “democracia” introducido por las maquinarias electorales de los herederos cubanoamericanos del régimen de Fulgencio Batista.
 
 En el distrito de Ileana Ros-Lehtinen, enemiga número uno en el Congreso de la América Latina progresista, los investigadores del FBI descubrieron recientemente que se había generalizado el fenómeno de venta de boletos gracias al cual un político puede comprar “cash” su “popularidad”.
 
 http://www.cubadebate.cu/
 

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